La compagnia aerea balcanica parte 2 volte la settimana con un Airbus A319, che arriverà anche su Londra Luton. E dal 2020 le novità saranno Parigi, Barcellona e Milano Malpensa
Decolla oggi il primo volo FLyBosnia da Roma a Sarajevo. Un collegamento che avrà cadenza bisettimanale e che punta a facilitare le relazioni economiche tra l’Italia e il Paese balcanico e a servire tutto il traffico di circa 1000 italiani residenti nella repubblica costituita nel 1992 dallo smembramento dell’ex Jugoslavia e di bosniaci residenti nella Penisola.
Del resto l’Italia è uno dei principali interlocutori politici e il secondo partner commerciale della Bosnia ed Erzegovina (dopo la Germania) con 2 miliardi annui di interscambio, con investimenti di imprese italiane che danno lavoro a circa 12mila persone.
«Per ora voleremo 2 volte alla settimana, con l’obiettivo di operare quotidianamente se il mercato lo richiedesse» ha dichiarato l’amministratore delegato Tarik Bilalbegovic. «Roma si aggiunge ai collegamenti per Londra Luton e precede quelli che apriremo nel corso del 2020, quando riceveremo altri 2 Airbus A319 che si aggiungeranno ai 2 in flotta. Le destinazioni saranno Parigi e Barcellona e molto probabilmente anche Milano Malpensa con l’obiettivo di collegare la Bosnia Erzegovina con l’Europa puntando a più che raddoppiare i passeggeri che nel 2018 hanno volato con FlyBosnia. Passare da 60mila clienti a 150mila riteniamo che sia un obiettivo raggiungibile così come il break even, previsto per ottobre 2020».
Già, perché FlyBosnia è una compagnia privata nata nel 2018, che ha iniziato a volare nel corso del 2019 verso Kuwait City e verso i Paesi arabi mediorientali, tradizionalmente e culturalmente vicini alla capitale Sarajevo, i cui residenti sono musulmani per l’86%.
Gli italiani hanno una presenza importante a livello sociale in tutta la Bosnia ed Erzegovina: decine di Ong, scuole e istituzioni hanno partenariati da decenni con le comunità locali. Questo continua una tradizione unica, nata e rafforzatasi durante la guerra dal 1992-1995 e che ora in tempo di pace è ancora più florida. L’Italia è stato anche l’unico Paese ad avere vittime da parte di tutte le fazioni in lotta, a dimostrazione della presenza da sempre equilibrata degli italiani.
Una curiosità: il primo Consolato d’Italia a Sarajevo aprì nel giugno 1863, appena due anni dopo l’Unità d’Italia, «a dimostrazione dell’importanza di tutta l’area per noi. A fine novembre terremo a Sarajevo una conferenza internazionale su questo secolo e mezzo di storia insieme e sul futuro europeo della Bosnia ed Erzegovina».
Andrea Barbieri Carones
Foto e video © Andrea Barbieri Carones, Eurocomunicazione