Grecia, Varoufakis: «Italia a rischio bancarotta»

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E intanto Tsipras ribadisce: «Rispetterò in pieno il programma del partito con cui ho vinto le elezioni»

«Alcuni funzionari italiani, non vi dico di quale grande istituzione, mi hanno avvicinato per dirmi che sono solidali con noi, ma che non possono dire la verità perché anche l’Italia è a rischio bancarotta e temono conseguenze da parte della Germania». A parlare è il ministro delle Finanze greco, Yanis Varoufakis, durante un’intervista esclusiva andata in onda ieri sera su Rai 3, a Presa Diretta.

Il ministro greco ha usato parole estremamente dure relativamente alle condizioni dell’Europa e in particolar modo dell’Italia. Parole che non potevano non innescare l’immediata risposta del nostro ministro dell’Economia, Pier Carlo Padoan, che non appena ha ascoltato le anticipazioni dell’intervista, ha immediatamente replicato su twitter: «Debito italiano solido e sostenibile. Dichiarazioni @yanisvaroufakis fuori luogo».

 

 

Per poi aggiungere, sempre sul social: «Servono soluzioni europee che richiedono fiducia condivisa. A questo lavora il governo italiano».

 

Le dichiarazioni di Varoufakis, tuttavia, sembrano ben lontane dal clima di “fiducia condivisa” auspicato da Padoan. Il ministro greco, durante l’intervista, ha infatti descritto la situazione greca in modo molto chiaro: «Ci troviamo in una situazione da vera e propria crisi umanitaria – ha dichiarato Varoufakis  –  Noi dobbiamo occuparci di questa crisi, immediatamente, perché non è giusto, perché una capitale europea che vive una crisi umanitaria così grande non ci porterà in una Europa più democratica. Questa è la prima priorità».

Il ministro ha poi spiegato ciò che è accaduto nel 2010: «Lo Stato greco è andato in bancarotta e l’Europa ha risposto concedendo alla Grecia il prestito più grande di tutta la storia», eppure, ha aggiunto, «anche un bambino di otto anni poteva capire che la storia non era destinata a finire bene. Se sei in bancarotta, significa che non sei in grado di ripagare i prestiti che ti sono stati concessi. Non può funzionare. E questo è il motivo per cui la Grecia oggi si trova in uno stato ancora peggiore rispetto al 2010».

Varoufakis parla con estrema schiettezza, senza tradire quello che sembra essere il tratto distintivo del nuovo governo greco. Ma tra il dire e il fare, come si sa, c’è di mezzo il mare, o come è più appropriato in questo caso, l’Europa. Il premier greco  Alexi Tsipras, nel discorso programmatico al parlamento greco ha espresso la volontà di chiedere «un nuovo accordo-ponte sino a giugno per rinegoziare il suo debito». In questo modo, il vigente programma di finanziamento, che dovrebbe scadere alla fine del mese, sarebbe prolungato fino all’estate e il governo greco potrebbe utilizzare questi mesi per cercare un nuovo accordo, tentando di evitare il default.
Il premier ha poi puntualizzato: «La Grecia vuole pagare il suo debito ma vuole raggiungere un’intesa comune con i partner per l’interesse di tutti: il problema del debito greco non è economico ma politico».

«La Grecia – ha spiegato Tsipras – vuole un accordo sostenibile con i partner e, ad essere sincero, sono sicuro lo raggiungeremo». Il premier ha inoltre ribadito la sua ferma intenzione di «rispettare in pieno il programma del partito con cui ho vinto le elezioni», che, lo ricordiamo, annoverava fra i suoi primi punti, il rifiuto di ogni accordo con la Troika composta da Bce, Ue e Fmi.
Ora, non resta che attendere i prossimi importanti appuntamenti a livello internazionale e vedere quali saranno le reazioni dei vari Stati membri: due tappe importanti, in questa prospettiva, saranno l’Eurogruppo dell’11 febbraio e il G20 di Istanbul, che si svolge proprio in questi giorni e durante il quale senza dubbio si discuterà anche della situazione della Grecia.

 

Valentina Ferraro
Foto © European Community, 2015

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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