I “cadaveri eccellenti” dell’Ucraina: politica insanguinata a Kiev

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Da fine di gennaio si sussegue una serie di morti sospette di ex deputati e funzionari legati al deposto presidente Viktor Yanukovic

Da qualche mese a questa parte, la turbolenta vita politica dell’Ucraina è sconvolta da una serie di omicidi accomunati da un unico denominatore: le vittime sono tutti ex funzionari ed ex deputati legati al gruppo di potere di Viktor Yanukovic (foto in basso), deposto a febbraio 2014 dalla rivolta di Piazza Maidan, che non facevano mistero della loro opposizione al nuovo governo insediatosi dopo la caduta dell’ex presidente russofono. L’ultima morte sospetta è quella di Oleg Kalashnikov, 52 anni,  ex parlamentare del Partito delle Regioni, lo schieramento che sosteneva Yanukovic: l’uomo è stato trovato morto il 15 aprile scorso nel suo appartamento a Kiev, freddato da un colpo di pistola.

Kalashnikov – riferiscono dal Ministero dell’Interno – ultimamente si occupava «dell’organizzazione e del finanziamento di atti controrivoluzionari» in Ucraina, compiuti da gruppi che da un anno sfidano il nuovo Potere.

Secondo Anton Gerashchenko, consigliere del Ministero dell’Interno, «non c’è dubbio che la vittima sapesse molte cose su chi, e come finanzia i gruppi anti-Maidan»: forze occulte legate, come scrive su Facebook l’Alto Funzionario ucraino, «a Yanukovic e alla sua cricca, per le quali il deposto leader spenderebbe diversi milioni di hrvine (la moneta ucraina, ndr) al giorno. Ma quei segreti Kalashnikov se li è portati nella tomba», conclude.

janukovicI media ucraini riferiscono che Kalashnikov, pochi giorni prima della sua morte, avrebbe anche ricevuto delle minacce per le sue posizioni politiche, in particolare per aver difeso il diritto degli Ucraini a celebrare il settantesimo anniversario della Vittoria sul nazismo, evento che il governo di Kiev considera invece solo propaganda russa: in una lettera inviata ad un amico, Kalashnikov raccontava infatti di insulti e minacce di morte ricevuti dopo aver invitato gli ucraini a commemorare gli eroi e le vittime della Grande Guerra Patriottica, termine con cui in Russia viene indicata la Seconda Guerra Mondiale.

Come scritto, la morte dell’oppositore ucraino è solo l’ultima di una serie di morti sospette: in meno di tra mesi sono almeno otto gli ex membri del Partito delle Regioni che hanno perso la vita in circostanze quantomeno sospette. Il 29 gennaio scorso l’ex governatore della regione di Kharkiv fu trovato impiccato, apparentemente per un suicidio, la stessa causa a cui è stata ricondotta la morte di un altro membro del Partito delle Regioni, ucciso il 24 febbraio da un colpo di arma da fuoco partito non si sa da dove.

Arseniy Yatsenyuk, Member of the Ukrainian Parliament and Leader of the "Fatherland" Party, 2nd from the right, and Catherine Ashton, 3rd from the right, paying tribute to the victims in front of bunches of flowers laid on old barricades at Independence Square (Maidan Square)Il 25 febbraio anche il sindaco della città russofona di Melitopol’ Sergej Valter veniva ritrovato impiccato: per gli inquirenti si sarebbe tolto la vita, ma la vittima non aveva lasciato alcun messaggio che annunciasse l’intenzione di uccidersi. Il giorno seguente, sempre a Melitopol’, il corpo  del legale di Valter ed ex capo della polizia cittadina veniva ritrovato senza vita in un garage. Sempre il 26 febbraio, un ex deputato ed ex presidente della oblast’ di Zaporozhje è stato ritrovato ucciso con un colpo di pistola alla gola: anche in questo caso, la polizia ha parlato di un suicidio.

Due giorni più tardi, un altro suicidio (stavolta annunciato da un biglietto d’addio): quello di Mikhail Chechetov, sempre del Partito delle Regioni, che si lanciava dalla finestra del suo appartamento al 17° piano. Una morte simile a quella del 32enne procuratore Sergej Melnichuk, misteriosamente precipitato dal 9° piano di un appartamento di Odessa lo scorso 14 marzo.

Alessandro Ronga

Foto © Wikicommons

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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