Il blogger Navalny escluso dalle presidenziali russe del 2018

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Per l’Ue la situazione getta dubbi sulle prossime elezioni democratiche. Il blogger chiede ufficialmente il boicottaggio attirandosi le minacce di ritorsioni da parte del Cremlino

La Commissione elettorale centrale russa ha votato all’unanimità l’esclusione del blogger Alexei Navalny, fra i principali oppositori di Vladimir Putin, dal voto per le presidenziali che si terranno il 18 marzo 2018. Il leader dell’opposizione era già implicitamente stato escluso d’ufficio dalla corsa elettorale, a causa di una condanna per un caso di frode e corruzione, e avrebbe potuto partecipare solo se gli fosse stata data una dispensa speciale o se la sua condanna fosse stata annullata. Ma l’esclusione è comunque considerata dall’opposizione come una decisione politica.

Navalny ha comunque diffuso un messaggio video in cui lancia un appello al boicottaggio del voto nel quale afferma che Putin, che si presenta per la quarta volta come presidente russo, «è terribilmente spaventato e ha paura di rivaleggiare con me». Una mossa che ha suscitato l’immediata reazione del Cremlino, con il portavoce del presidente uscente Dmitry Peskov che non ha commentato la decisione della Commissione elettorale ma ha affermato che «l’appello al boicottaggio» – presente sul sito dell’attivista (dove è indetta una manifestazione nazionale di protesta il prossimo 28 gennaio a sostegno dello “sciopero delle urne”) – «deve essere attentamente studiato per vedere se infrange la legge».

Differente la prospettiva dell’Unione europea che dichiara la propria posizione, senza giri di parole, attraverso un portavoce dell’Alto Rappresentante per la politica estera Federica Mogherini. Si afferma che il divieto che ha colpito Navalny «getta seri dubbi sul pluralismo politico in Russia e la prospettiva di elezioni democratiche il prossimo anno». Per questo, ha sottolineato il portavoce, «ci aspettiamo che le autorità russe garantiscano un terreno di gioco equo, incluso per le elezioni presidenziali».

Peskov, da parte sua, respinge le accuse e replica che l’assenza di Navalny – che a sua volta lo aveva accusato di corruzione nei giorni scorsi per l’acquisto di un appartamento da 1,7 milioni di dollari a Parigi per l’ex moglie e la figlia – dalla competizione elettorale non mette in discussione la legittimità della presidenziali. In ogni caso fra gli altri candidati spicca Ksenia Sobchak, soprannominata la “Paris Hilton” russa per via dei suoi scatti da copertina, regina dei salotti televisivi e pronta a sfidare il potente presidente. È la figlia dell’ex sindaco di San Pietroburgo, nonchépadrino politicodello stesso Putin, e concorrerà con lo slogan “Contro tutti”.

Intanto sempre nella giornata di oggi è stata formalizzata la candidatura del presidente russo, che questa volta si presenterà da indipendente. Musicisti, atleti, attori e celebrità varie si sono riuniti a Mosca e hanno costituito il gruppo di 500 sostenitori richiesto dalla legge per registrare appunti i candidati indipendenti. Assente Putin stesso che, ha dichiarato Peskov, aveva impegni inderogabili ma che sottoporrà personalmente la richiesta di candidatura alla Commissione elettorale nei prossimi giorni: un passo solo formale.

 

Lena Huber

Foto © Financial Times

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