Il Comitato anti-tortura pubblica rapporto sulle condizioni in Italia

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L’organismo del Consiglio d’Europa ha compiuto delle verifiche nel 2016 nei commissariati di polizia, nelle carceri e negli istituti psichiatrici del Belpaese

Il Comitato del Consiglio d’Europa per la prevenzione della tortura e delle pene o trattamenti inumani o degradanti (CPT, dall’acronimo inglese Committee for the Prevention of Torture and Inhuman or Degrading Treatment or Punishment) ha pubblicato oggi un rapporto sulla sua visita periodica in Italia (vedere anche il riepilogo), insieme alla risposta del governo italiano. Nella relazione, che si riferisce alla permanenza dei commissari nei giorni trascorsi nel Belpaese lo scorso anno (dall’8 al 21 aprile 2016), il CPT ha sollevato le proprie perplessità sul fatto che alcuni carcerati non hanno beneficiato delle garanzie previste dalla legge.

Il CPT ha preso atto, inoltre, delle misure recentemente attuate dalle autorità italiane per porre rimedio al sovraffollamento delle carceri, come anche l’ampia riforma della psichiatria legale, e ha esaminato su questa base le condizioni di vita delle persone private della loro libertà da parte delle forze dell’ordine e delle autorità penitenziarie, nonché delle persone sistemate in istituti psichiatrici in virtù di disposizioni del diritto penale. In relazione all’introduzione del reato di tortura nella legislazione penale italiana, il Comitato ha espresso delle riserve circa la formulazione delle disposizioni pertinenti, dove ha rilevato delle contraddizioni con le sue precedenti raccomandazioni, la giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e la Convenzione delle Nazioni Unite contro la tortura del 1984.

Il Comitato ha sollevato poi le sue preoccupazioni in relazione alle accuse di maltrattamenti fisici inflitti ai detenuti da parte delle forze dell’ordine. Ha inoltre constatato la carenza delle condizioni materiali in diverse questure della polizia e caserme dei carabinieri. Durante la visita, la delegazione del CPT ha formulato a tale proposito un’osservazione sul campo, relativa alla persistenza di cattive condizioni di detenzione nelle celle della Questura di Firenze. Inoltre, nella relazione sono criticate le condizioni dei detenuti sotto il cosiddetto regime del41-bis” (il cosiddetto “carcere duro”). E poi il Comitato ha esaminato la situazione negli stabilimenti psichiatrici nell’ambito delle riforme in corso che comportano la chiusura definitiva degli ospedali psichiatrici giudiziari (Opg).

Tra le altre questioni affrontate nella relazione, il CPT ha preso atto dell’istituzione del Garante nazionale dei Diritti delle persone detenute o private ​​della libertà personale. Nella relazione, il Comitato prende atto della riforma senza precedenti del sistema penitenziario intrapreso dalle autorità italiane in seguito al giudizio pilota della Corte europea dei diritti dell’uomo del 2013 del caso Torreggiani. Le varie misure hanno determinato la diminuzione della popolazione carceraria di 11.000 detenuti e l’aumento della capacità della tenuta di prigione di 2.500 posti nei tre anni precedenti la visita (2013-2015). Tuttavia, la popolazione carceraria ha continuato ad aumentare dall’inizio del 2016, in gran parte a seguito di un maggiore ricorso alla detenzione, in particolare nei confronti di cittadini stranieri e il problema della sovraffollamento persiste.

La stragrande maggioranza dei detenuti ha confermato di essere stata trattata correttamente, anche se vi sono state accuse riguardanti il ​​maltrattamento da parte del personale del carcere in tutte le prigioni visitate, ad eccezione di Ascoli Piceno. Gli episodi di violenza tra i prigionieri non sono state infrequenti, in particolare nelle carceri di Como e Sassari ed è necessaria una maggiore vigilanza da parte del personale penitenziario.

Luoghi di detenzione visitati

Enti di vigilanza: – Quartier generale di polizia di Ascoli Piceno (Questura) – Sede centrale della polizia di Firenze (Questura) – Sede della polizia di Genova (Questura) – Stazione di Polizia di Stato di Torino San Paolo – Stazione di Chivasso Carabinieri – Sede provinciale Carabinieri Como (via D’Acquisto).

Centri di prigionia: – Prigione di Ascoli Piceno – Prigione di Como – Prigione di Genova (Marassi) – Prigione di Ivrea – Prigione di Sassari – Prigione di Torino (inclusa l’unità di osservazione psichiatrica “Il Sestante”).

Stabilimenti psichiatrici: – Casa degli Svizzeri REMS, Bologna (Emilia Romagna) – Casa di Cura San Michele REMS, Bra (Piemonte) – Casa della Salute REMS, Pontecorvo (Lazio) – Castiglione delle Stiviere REMS (Lombardia) – Ospedale Giudiziario Psichiatrico Montelupo Fiorentino (Toscana) – Servizio psichiatrico per la diagnosi e cura (SPDC), Complesso Ospedaliero Universitario di San Giovanni Battista (“le Molinette”), Torino.

Altri stabilimenti: – Celle di detenzione del Como Court – Unità sicura all’ospedale “le Molinette”, Torino.

 

Elodie Dubois

Foto © Council of Europe

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Elodie Dubois
Francese, innamorata dell'ambiente e dell'Italia. Sempre attenta alle tematiche che riguardano la lotta all'effetto serra e la riduzione dell'inquinamento, contribuisce con la sua esperienza a Strasburgo e a Bruxelles alla realizzazione di una buona Euro...comunicazione!

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