Il discorso di Renzi al Parlamento di Strasburgo

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Il grande obiettivo è quello di recuperare la dimensione umana dell’Europa

“La grande sfida è quella di ritrovare l’anima dell’Europa, il senso profondo dell’essere insieme”, con queste parole il Presidente del Consiglio Matteo Renzi, in occasione del discorso inaugurale del semestre di Presidenza italiana pronunciato di fronte al Parlamento di Strasburgo, ha voluto sottolineare la necessità di riportare fiducia e speranza nelle istituzioni europee, avvicinandole il più possibile alle esigenze dei cittadini. Un intervento appassionato che ha riscosso il plauso di molti, anche per il forte segnale di discontinuità rispetto alle consuetudini parlamentari, ed il biasimo di alcuni, per una presunta genericità e per l’assenza di direttive concrete (elementi che Renzi ha affidato ad un documento, naturalmente non riassumibile in questa occasione istituzionale).

Renzi è un grande comunicatore, in grado di far convivere elementi forbiti con riferimenti accattivanti e immediati presi dall’attualità. “Se l’Europa si ritraesse in un selfie, avrebbe il volto della stanchezza e della rassegnazione”, dice ad esempio con il chiaro intento di scuotere la platea. “L’impegno è quello di creare il futuro, non di giudicare il passato”, aggiunge poi, proponendosi come il rappresentante di una politica smart, simbolo di una nuova generazione.

Raccogliere il testimone direttamente dalla Grecia non significa evocare le ambasce provocate dalla crisi economica, ma soprattutto porre l’attenzione sui valori culturali che rappresentano i due Paesi. Se la figura di Ulisse ben incarna l’intraprendenza dei padri, Telemaco può essere il simbolo di una nuova generazione in grado di raccoglierne l’eredità.

Naturalmente questo non significa sottovalutare gli  aspetti finanziari. Il patto di stabilità resta infatti un pilastro fondamentale della politica europea. “L’Italia non è qui per chiedere, ma per fare la propria parte”, sottolinea Renzi con forza e decisione.

Nel suo discorso non poteva mancare un accenno alle tematiche dell’immigrazione. L’Italia è un Paese di frontiera, esposto più di altri a questo problema. Anche su tale questione l’Europa è chiamata ad assolvere il proprio compito, ad esempio con il programma Frontex plus. L’idea del semestre italiano è quella di recuperare la dimensione umana dell’Europa come punto di riferimento in ambito mondiale, come faro di civiltà. “Riscoprirsi eredi dei padri è una conquista da rinnovare giorno per giorno”, conclude il Premier italiano, riscuotendo il vivo apprezzamento del Presidente uscente della Commissione Europea Manuel Barroso.

A questo punto il dibattito si fa infuocato. Gli interventi dei Presidenti dei vari gruppi presenti in Parlamento aprono diversi fronti di discussione. Il capogruppo del PPE Manfred Weber indica la strada del rigore come l’unica possibile, perchè “i debiti non creano il futuro”. Fra le voci critiche più accese quella di Ignazio Corrao (EFDD), il quale accusa Popolari e Socialdemocratici di spartirsi le poltrone, senza pensare alle reali esigenze dei cittadini, e quella di Matteo Salvini, esponente dei non iscritti, il quale definisce il Parlamento come il palazzo dell’ipocrisia e della vergogna. Salvini stigmatizza l’assenza di Barroso, allontanatosi dopo aver pronunciato il proprio discorso, sottolinea come nelle parole di Renzi sia mancato un accenno alla vicenda dei Marò, ormai da troppo tempo trattenuti in India, e pronuncia il proprio consueto anatema nei confronti della moneta unica.

Matteo Renzi ribatte con la consueta sicurezza, ribadendo il proprio punto di vista, riferendosi in particolare alle critiche di Weber. Ricorda lo sforamento del patto di stabilità proprio da parte della Germania, concessione che ha consentito a questo Paese di crescere e di divenire un punto di riferimento economico.Una conferma di quanto il semestre italiano sia irto di difficoltà, ma anche foriero di novità e colmo di aspettative.

Riccardo Cenci

Foto © Giovanni De Negri, 2014

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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