Il G7 Energy finisce senza dichiarazione congiunta

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La nuova posizione Usa non facilita un punto comune d’incontro. Per il premier italiano Gentiloni «non accettiamo passi indietro». Ma per il ministro Calenda «nessuna frizione»

Effetto Trump” anche al G7 Energia, che proprio per la marcia indietro sulle politiche ambientali del nuovo presidente americano si conclude senza una dichiarazione congiunta. È quindi lo stop imposto dagli Stati Uniti, dove il colpo di spugna alle politiche di Obama è difficilmente compatibile con gli impegni presi con l’Accordo di Parigi, che chiude il vertice di Roma.

I propositi erano altri, soprattutto quando è iniziato ieri sera la cena ufficiale all’hotel Westin Excelsior della capitale, proprio di fronte all’ambasciata americana nella Città Eterna. Il prologo è stato la protesta colorata messa in piedi dagli attivisti di Greenpeace, che hanno consegnato ai ministri delle sette grandi potenze mondiali un gigantesco termometro (nella foto di apertura), simbolo della temperatura del Pianeta che continua a salire.

Un lampante monito, perché le grandi potenze tenessero presente proprio «quanto sia importante rispettare gli impegni presi alla Conferenza sul Clima di Parigi» e perché si impegnassero a «isolare le posizioni negazioniste e anti-scientifiche della nuova amministrazione Trump», che ha annunciato una revisione profonda, ancora in atto, del Clean Air Act in tema di emissioni delle industrie americane e un ritorno al carbone e al petrolio a scapito delle rinnovabili.

La preoccupazione degli ambientalisti ha trovato conferma nell’andamento dei lavori, visto che, come ha spiegato il ministro dello Sviluppo italiano Carlo Calenda, «non è stato possibile firmare una dichiarazione congiunta su tutti i punti», dal momento che «l’amministrazione Usa si trova in un processo di revisione» della politica energetica, in particolare sul tema del climate change e dell’Accordo di Parigi. In ogni caso, ha assicurato lo stesso Calenda padrone di casa, con gli Stati Uniti «non ci sono state frizioni, ma un dibattito molto costruttivo», che proseguirà domani con il bilaterale con il segretario di Stato Usa Rick Perry, previsto in mattinata.

Decisamente più netta la posizione del premier italiano, Paolo Gentiloni, che da Madrid fa sapere che l’Europa accoglie l’opinione di tutti ma non accetta passi indietro rispetto agli impegni sulla lotta al cambiamento climatico. «Italia e Ue non cedono di un millimetro», gli fa eco il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti.

Se sulla questione clima non c’è stato accordo, anche se gli altri membri del G7 e l’Ue hanno confermato il proprio impegno «forte e deciso», sul resto è stato raggiunto un «consenso»: dallo sforzo congiunto per sostenere la sicurezza energetica dell’Ucraina (per la quale Snam ha firmato un’intesa finalizzata alla gestione e all’ammodernamento della rete gas del Paese), al ruolo futuro del gas naturale, comprese l’importanza del Gnl (gas naturale liquefatto, o LNG dall’acronimo inglese liquefied natural gas) e l’interconnessione tra le diverse fonti, fino alla cybersicurezza.

Si è poi parlato del gasdotto EastMed (acronimo inglese che sta per Eastern Mediterranean Maritime Limited), il più grande metanodotto sottomarino del mondo che dovrebbe portare in Puglia il gas naturale off shore dei giacimenti al largo di Israele e Cipro, molto importante per l’Italia e consideratostrategico“. Sul Tap, infine, Calenda ha chiuso la porta a chi chiede un diverso approdo: «Cambiare adesso equivarrebbe a dire che non lo facciamo, invece è fondamentale farlo», ha tagliato corto il ministro italiano.

 

Elodie Dubois

Foto © The Salt Lake Tribune, The American Energy News, Usa Today

 

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Elodie Dubois
Francese, innamorata dell'ambiente e dell'Italia. Sempre attenta alle tematiche che riguardano la lotta all'effetto serra e la riduzione dell'inquinamento, contribuisce con la sua esperienza a Strasburgo e a Bruxelles alla realizzazione di una buona Euro...comunicazione!

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