Il ministro Galletti: sugli OGM ogni membro Ue è sovrano

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Dal 2015 i singoli Paesi potranno vietare sul proprio territorio colture OGM già autorizzate a livello comunitario

«Con l’accordo di principio raggiunto a Bruxelles tra il Consiglio, la Commissione e il Parlamento Europeo ci stiamo avvicinando a un grande obiettivo europeo sotto la Presidenza italiana: il riconoscimento della sovranità e dell’autonomia dei singoli membri per quanto riguarda la coltivazione di OGM», con queste parole il ministro dell’Ambiente italiano Gianluca Galletti ha presentato il provvedimento provvisiorio che consentirà agli Stati membri di vietare la coltivazione di Organismi Geneticamente Modificati sul proprio territorio, anche se l’UE già ne ha approvato l’uso. La nuova normativa concede dunque maggiori poteri agli Stati membri, consentendo loro di vietare una coltura OGM per motivi ambientali anche se quest’ultima è stata autorizzata dall’Unione. I vari governi avranno ora dieci anni di tempo per mettre al bando una coltivazione, contro i due originariamente proposti.

L’accordo di compromesso entrerà in vigore nella primavera del 2015, e si è reso necessario per fugare i timori di molti membri dopo l’accordo di libero scambio tra l’Ue e gli Usa, dove la normativa sulle coltivazioni OGM è molto meno restrittiva rispetto a quella del Vecchio Continente.

In Europa il cibo geneticamente modificato è un argomento controverso, con gli Stati membri dell’Ue spesso su posizioni divergenti: come a febbraio scorso, quando in una votazione ministeriale sulla coltivazione di un nuovo tipo di mais OGM, cinque paesi (Gran Bretagna, Spagna, Svezia, Finlandia ed Estonia) hanno votato per il suo utilizzo, mentre 19 (tra cui Francia, Italia, Olanda, Austria e Polonia) si sono opposti.  Nonostante l’ampio fronte del no, la Commissione ha autorizzato la coltivazione. In precedenza una sola coltura OGM, il mais MON810 della Monsanto, era stata autorizzata ad essere coltivata in Europa.

Alessandro Ronga

Foto © Wikicommons 2013

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Alessandro Ronga
Giornalista e blogger, si occupa di Russia e dei Paesi dell'ex Urss. Scrive per il quotidiano "L'Opinione" e per la rivista online di geopolitica "Affari Internazionali". Ha collaborato per il settimanale "Il Punto". Nel 2007 ha pubblicato un saggio storico sull’Unione Sovietica del dopo-Stalin.

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