Il ruolo dell’educazione nella prevenzione della radicalizzazione

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Intervista all’ambasciatore Guido Bellatti Ceccoli nell’ambito dell’Incontro 2016 a Strasburgo presso il Consiglio d’Europa sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale

Dopo Ohrid (“ex Repubblica jugoslava di Macedonia”, 2010), Lussemburgo (2011), Durazzo (Albania, 2012), Erevan (Armenia, 2013), Baku (Azerbaigian, 2014) e Sarajevo (Bosnia-Erzegovina, 2015), l’Incontro 2016 del Consiglio d’Europa sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale si è svolto nuovamente a Strasburgo (come nel 2008 e nel 2009), presso il Palais de l’Europe, a seguito del Forum mondiale della democrazia. Così come per quest’ultimo, il ruolo dell’educazione – nella prevenzione della radicalizzazione che conduce al terrorismo e all’estremismo violento – ne è stato il tema principale.

49089__swe7728Si è trattato di un Incontro che ha offerto una piattaforma di scambio tra pubblici poteri, comunità religiose, organizzazioni di convinzioni non religiose e la società civile in senso lato, per esaminare temi di particolare rilevanza per la dimensione religiosa del dialogo interculturale. Sono intervenuti all’apertura la vice segretario generale del Consiglio d’Europa, Gabriella Battaini-Dragoni (nella foto di apertura, ndr), la presidente dei delegati dei Ministri, l’ambasciatrice Katrin Kivi, il presidente dell’APCE, Pedro Agramunt e il presidente della Commissione Diritti umani della Conferenza delle OING, Michel Aguilar.

49042_009-1Questa 9a edizione dell’Incontro ha previsto due sotto-temi, l’educazione alla cittadinanza democratica nel contesto della diversità culturale e religiosa; l’emancipazione delle donne e il ruolo della sfera familiare nella lotta contro la radicalizzazione e l’estremismo violento. A partecipare all’iniziativa rappresentanti di comunità religiose (buddisti, cristiani, ebrei, musulmani), membri di convinzioni non religiose, di gruppi interreligiosi, di ONG e di organizzazioni giovanili, esperti e membri del mondo accademico, nonché professionisti dei principali mezzi di comunicazione e funzionari di organizzazioni internazionali.

187101Del programma della manifestazione, della storia della nascita degli Incontri e dei risultati ottenuti nel corso degli anni Eurocomunicazione lo ha chiesto all’ambasciatore e rappresentante permanente della Repubblica di San Marino presso il Consiglio d’Europa Guido Bellatti Ceccoli, che quest’anno come presidente del Gruppo dei Relatori sui diritti umani ha presieduto l’Incontro insieme alla sua omologa di Andorra, presidente del Gruppo dei Relatori sulla cultura. Nel 2007, nel contesto della sua presidenza del Comitato dei ministri, San Marino ha organizzato la prima conferenza sul tema “La dimensione religiosa del dialogo interculturale”. Per poi arrivare nell’aprile 2008 a Strasburgo al primo Incontro sulla dimensione religiosa (sull’insegnamento del “fatto religioso”) e in seguito, su quella scia, nel maggio 2008, alla realizzazione del Libro bianco sul dialogo interculturale “Vivere insieme in pari dignità”, oggi ampiamente riconosciuto come documento di riferimento sulla gestione della diversità in modo democratico.

img_0372«Che il tema di quest’anno fosse molto interessante e non solo per gli europei lo abbiamo capito dalle richieste di partecipazione all’Incontro, provenienti anche dall’Africa e da altri Continenti. Purtroppo è stato possibile accettare tutti perché il numero dei partecipanti non era illimitato».

Come sono nati gli Incontri?

«La genesi è stata la decisione al vertice dei capi di Stato e di governo del Consiglio d’Europa a Varsavia nel 2005 che ha conferito all’Organizzazione la missione di promuovere politicamente il dialogo interculturale e interreligioso. All’epoca si veniva ancora dall’onda lunga delle discussioni post 11 settembre (del 2001, gli attentati negli Stati Uniti, ndr) e si era deciso che l’approccio dovesse essere a livello politico per promuovere il dialogo interreligioso e interculturale. Quando San Marino due anni dopo ha avuto la presidenza del Comitato dei ministri (da novembre 2006 a maggio 2007) una delle cose che abbiamo fatto per dare esecuzione alle decisioni del summit di Varsavia è stata la creazione degli Incontri annuali del Consiglio d’Europa sulla dimensione religiosa del dialogo interculturale con lo scopo principale di promuovere i tre grandi valori universali: democrazia, diritti dell’uomo e stato di diritto».

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Guido Bellatti Ceccoli

Quelli che sono i valori del Consiglio d’Europa. Ma qual è stata la novità di questi Incontri, il loro valore aggiunto?

«Per la prima volta abbiamo messo tutti i partecipanti sullo stesso piano: i rappresentanti delle grandi religioni (musulmani, ebrei, cristiani, di tutte le tendenze, buddisti), gli umanisti (non credenti, atei, agnostici), i diplomatici, delegati degli Stati membri e degli Stati osservatori del Consiglio d’Europa (Santa Sede, Stati Uniti, Canada, Messico, Giappone), invitiamo nell’ambito del partneriato di politica di vicinato diversi rappresentanti della Sponda Sud del Mediterraneo (Tunisia, Marocco, Giordania), rappresentanti dei media, gli accademici. Insomma tutta la società civile è rappresentata. Tutti parlano per massimo 3 minuti, possibilmente a braccio, per permettere a tutti di partecipare a un vero dialogo, diretto e spontaneo».

49047_058Dopo gli ultimi attentati in Europa cosa è cambiato?

«Nel maggio 2015 il Comitato dei ministri che si riunì a Bruxelles, dopo l’ondata di attentati in Francia, decise di fare un piano di azione contro radicalismo e l’estremismo violento che portano al terrorismo. In quella occasione si decise di focalizzare l’attenzione su come combattere le ragioni del fondamentalismo, utilizzando proprio questi Incontri annuali. A novembre dello stesso anno, a Sarajevo, l’appuntamento fu quindi per la prima volta focalizzato su come combattere le radici del terrorismo. E quest’anno a Strasburgo si è proseguito su queste tematiche, ponendo l’attenzione sul ruolo dell’educazione, in sinergia con il lavoro fatto dal Forum mondiale della democrazia che l’ha posta in primo piano».

I due sottotemi sono l’educazione alla cittadinanza democratica e il ruolo e la condizione della donna e della famiglia.

bodypart«Esattamente, si parte da qui per lottare contro la radicalizzazione e l’estremismo. Il Consiglio d’Europa è un’organizzazione basata sul dialogo, che fin dalla sua istituzione nel 1949 lavora sul piano culturale per sensibilizzare ai suoi valori i cittadini europei nel medio e lungo termine. Quest’anno l’Incontro, con il suo consueto approccio spontaneo e politico, ha voluto far partecipare il grande pubblico grazie alla ridiffusione in streaming sul portale dell’istituzione, aperto a tutti, per diffondere pensieri e idee capaci di promuovere i valori della dignità e dei diritti umani».

 

Giovanni De Negri

Foto © Giovanni De Negri, Consiglio d’Europa

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Giovanni De Negri
Giornalista professionista ed esperto di comunicazione ha iniziato come conduttore in alcune emittenti televisive locali per poi passare a ogni altro genere di media: quotidiani, periodici, radio, web. Ha alternato l’intensa attività giornalistica con quella di amministratore di società e di docente, a contratto titolare di insegnamento o come cultore della materia, presso Università pubbliche e private, italiane e straniere, per l’Esercito e per la Scuola superiore dell’economia e delle finanze. Ha inoltre lavorato presso Uffici stampa della P.A. (Palazzo Chigi, Regione Lazio e Comune di Roma) e realizzato eventi/convegni presso la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)

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