“La famiglia è la cellula fondamentale della società, dove i genitori trasmettono la fede ai figli” (Papa Francesco nell’Enciclica Lumen Fidei)
Dopo tre settimane si sono conclusi in Vaticano i lavori dell’Assemblea generale ordinaria iniziata domenica 4 ottobre e terminata il 25 e avente come tema “La vocazione e la missione della famiglia nella Chiesa e nel mondo contemporaneo”. Nella relazione finale, che ha coinvolto 265 Padri Sinodali si legge che: «la famiglia è la prima e fondamentale scuola di umanità. Nonostante i segnali di crisi dell’istituto familiare il desiderio di famiglia resta vivo nelle giovani generazioni».
Per Papa Francesco la posta in gioco era alta, chiedere con lo strumento di consultazione ai Padri Sinodali, di fare scelte coraggiose per arginare la crisi della famiglia. Il Pontefice, prendendo la parola alla fine, ha voluto sottolineare che: «le opinioni diverse si sono espresse liberamente e se vi sono state parole non del tutto benevoli, il dialogo è stato particolarmente animato» ha offerto ai credenti l’immagine di una Chiesa che non usa moduli standardizzati.
«Concludere il Sinodo» – ha spiegato Bergoglio – «significa aver cercato di aprire orizzonti nuovi alla Chiesa per difendere e diffondere la libertà dei figli di Dio, trasmettere la bellezza della Novità cristiana qualche volta coperta dalla ruggine di un linguaggio arcaico o non comprensibile».
«La Chiesa è la Chiesa dei poveri in spirito e dei peccatori in ricerca del perdono…tornare a camminare insieme per portare in ogni parte la luce del Vangelo».
Così il Sinodo apre la comunione ai divorziati quando si legge: «i battezzati che sono divorziati e risposati civilmente devono essere più integrati nelle comunità cristiane…evitando ogni occasione di scandalo. L’integrazione è la chiave del loro accompagnamento pastorale. La comunità cristiana deve prendersi cura di queste persone e anzi la Chiesa esprime in questa cura la sua carità». La fiducia nella misericordia di Dio, si ribadisce, non viene negata a nessuno.
E ancora «la Chiesa rimane vicina ai coniugi il cui legame si è talmente indebolito che si presenta a rischio di separazione»: è compito delle Diocesi promuovere percorsi di discernimento e coinvolgimento affinchè queste persone valutino attentamente se ricorrere al processo di dichiarazione di nullità del matrimonio in specie quando ci sono figli.
Nella relazione finale si fa riferimento anche al ruolo della donna «la cui dignità deve essere difesa e promossa e auspica una maggiore valorizzazione della loro responsabilità nella Chiesa, il loro intervento nei processi decisionali, la loro partecipazione al governo delle istituzioni».
Si parla anche della terza età quando si rileva: «gli anziani sono percepiti come una ricchezza in quanto assicurano stabilità, la continuità e la memoria delle famiglie». Nelle società altamente industrializzate, ove il loro numero tende ad aumentare, essi rischiano di essere percepiti come un peso e il Sinodo ripropone le parole di Papa Francesco nell’udienza generale di mercoledì 4 marzo 2015 che ebbe a dire «gli anziani sono uomini e donne padri e madri che sono stati prima di noi sulla nostra strada, nella nostra stessa casa e dai quali abbiamo ricevuto molto. L’anziano siamo noi: fra poco, fra molto. Impariamo a trattare bene gli anziani, così tratteranno a noi».
A conclusione del Sinodo possiamo sottolineare come i compromessi che ci sono stati – il paragrafo sulla comunione ai divorziati è passato per un solo voto in più – sono state una sfida al cambiamento cui la Chiesa non può sottrarsi. Un atto coraggioso che ha fatto emergere un Pontefice rafforzato nel suo ministero, percepito dai cattolici come un papato riformista e per certi aspetti rivoluzionario.
Giancarlo Cocco
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