Il Spitzenkandidat dei socialisti e democratici europei è Timmermans

0
674

Il gruppo S&D ufficializza l’attuale vicepresidente vicario della Commissione Ue come candidato per maggio. Sarà il principale antagonista del tedesco Weber (PPE)

L’olandese Franciscus Cornelis Gerardus Maria detto Frans Timmermans è stato ufficialmente proclamato lo Spitzenkandidat dei socialisti e democratici (S&D) europei, il candidato de facto per la guida della Commissione europea alle elezioni del prossimo maggio. Primo vicepresidente dell’attuale esecutivo comunitario e commissario per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali dal 1º novembre 2014, era rimasto solo in corsa dopo il ritiro dello slovacco Maroš Šefčovič all’inizio di novembre. Il 57enne ex ministro degli Esteri dei Paesi Bassi è stato comunque votato per essere nominato per acclamazione “candidato comune” dai delegati nell’11esimo Congresso del Partito socialista europeo (Pse all’interno del gruppo S&D) a Lisbona.

     I premier socialisti in prima fila Muscat (Malta), Costa (Portogallo) e Sanchez (Spagna)

«Sono consapevole del peso che ho sulle spalle, ma con questa famiglia dietro di me non posso sbagliare», ha dichiarato Timmermans nel primo discorso dopo il simbolico voto, prendendo la parola dopo i capi di governo socialisti, il maltese Joseph Muscat, lo spagnolo Pedro Sanchez e il portoghese Antonio Costa. Il “numero 2” della Commissione uscente ha voluto ricordare che «l’unica razza è quella umana» e che bisogna «guardare al futuro per evitare di ripetere gli errori del passato», in un ideale messaggio contro l’avanzare della destra estrema e degli autoritarismi nel Vecchio Continente. Per Timmermans il ritorno dei nazionalismi «si basa sull’odio» e sul «cercare i nemici, dentro e fuori i confini». «Che atmosfera qui a Lisbona! Ci si sente bene a vedere tanti europei motivati. Insieme, cambieremo radicalmente l’Europa!», ha scritto su Twitter Udo Bullmann, presidente del gruppo socialista al Parlamento europeo, da quando l’italiano Gianni Pittella si è dimesso dopo essere stato eletto parlamentare nazionale alle ultime elezioni di quest’anno. «Le città e le Regioni progressiste d’Europa sono al fianco di Frans Timmermans in questa campagna» ha affermato la presidente della Regione Umbria, Catiuscia Marini, a capo del gruppo Pse in seno al Comitato delle Regioni e delle città europee (CdR).

     Il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker con il capogruppo PPE Manfred Weber

La sfida del candidato socialista non è da poco, stando ai sondaggi poco lusinghieri che circolano. Secondo gruppo al Parlamento europeo dietro al Partito popolare europeo (PPE), ai socialisti e democratici dovrebbero andare 140 seggi contro i 183 dei popolari, mentre è incognito il risultato che faranno i cosiddetti populisti. La maggioranza per eleggere il proprio candidato è di 353 voti. Dunque nella corsa per la successione a Jean-Claude Juncker a presiedere la Commissione europea, Timmermans dovrà sfidare il tedesco Manfred Weber, vicesegretario dei cristiano-sociali bavaresi (partito “fratello” della Cdu di Angela Merkel, da ieri sostituita da Annegret Kramp-Karrenbauer come nuova presidente del partito dopo 18 anni), designato all’inizio dello scorso novembre candidato del PPE, gruppo parlamentare che attualmente presiede e che non ha abbandonato dal 2004. Ovviamente saranno le alleanze a decidere il prossimo capo dell’esecutivo comunitario.

          Spitzenkandidaten del 2014

L’indicazione del presidente della Commissione europea è stata introdotta in occasione delle elezioni europee del 2014 con il sistema cosiddetto degli “Spitzenkandidaten“, termine tedesco comunemente usato per indicare il “candidato principale”, da parte di tutti i partiti politici europei. La candidatura del presidente della Commissione, che poi dovrà essere votato dal Parlamento europeo, sarà presentata dal partito politico europeo risultato vincitore, come è avvenuto per l’elezione del lussemburghese Juncker. Il Parlamento europeo si è espresso più volte a favore di questa prassi e ha introdotto il sistema dei candidati capilista, che non sarà più revocato: ciascun partito politico europeo presenta un candidato alla carica di presidente della Commissione e il partito che ottiene il maggior numero di voti alle elezioni può proporre il candidato del Parlamento per tale carica.

 

Fiasha Van Dijk

Foto © European Union, Observador, EUobserver

Articolo precedenteInaugurato a San Pietro il mega presepe di dolomia
Articolo successivoIran, dove ancora la vita è appesa a un filo, accade ciò che non ti aspetti
Fiasha Van Dijk
Fondamentalmente apolide, proveniente solo "per caso" dai Paesi Bassi, figlia di immigrati di due continenti diversi da quello in cui vivo, spero di portare i resoconti dei pregi delle politiche dell'integrazione, della salute e della medicina dal resto d'Europa...

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui