La grande distribuzione e i negozi tradizionali accoglieranno il maggior numero di consumatori per gli acquisti di Natale
Il vero fenomeno del Natale 2015 è il ricorso da parte dei consumatori italiani al commercio elettronico per gli acquisti e per i regali. Nel 2009 gli italiani che ricorrevano alla rete per effettuare i regali di Natale erano soltanto il 3,8%, quest’anno l’acquisto sul web interesserà il 39,6% dei consumatori. Ai canali on-line di Amazon ed eBay vi si rivolgeranno quattro consumatori ogni dieci. E’ quanto ci dice l’ultima indagine di Confcommercio-Format Research sui regali che i cittadini italiani si apprestano a fare. Anche quest’anno sono i generi alimentari ad essere i primi nella classifica dei doni più gettonati (74,7%) seguiti dall’abbigliamento (46,2%) che sorpassa i giocattoli (45,4%). Rispetto al 2014 vanno meglio i viaggi con un +3%, seguono i libri con un +2,4% e i prodotti per la cura della persona con un +4,4%. Crescono anche videogames e computer. Si apprestano ad effettuare acquisti l’85,9% degli italiani e ad effettuarli saranno in prevalenza giovani, giovanissimi e gli over 55, meno le famiglie giovani con una età compresa fra i 35 e i 44 anni con figli e coloro che risiedono nelle grandi aree urbane.
Il 92,5% dei consumatori stanzierà un budget non superiore ai 300 euro per i regali. Anche l’acquisto di capi di abbigliamento è in aumento e secondo un report realizzato da Federazione Moda Italia/Confcommercio con World Capital, in collaborazione con Osservatorio Acquisti CartaSi e Global Blu, quest’anno c’è stato un lieve incremento nelle vendite del comparto moda. Secondo un sondaggio realizzato tra gli associati di Federmoda in tutta Italia, c’è stato un +4,6% di acquisti effettuati dagli italiani con le sole carte di credito nei negozi moda, mentre secondo Global Blue gli acquisti da parte di stranieri in questo campo sono aumentati del 9%, con uno scontrino medio di 738 euro di spesa. Il 35% degli stranieri scelgono Milano per lo shopping, poi Roma per il 19%, Firenze 10% Venezia 6%.
Per il presidente di Federmoda Renato Borghi «i recenti indicatori positivi evidenziano una crisi che sembra volgere al termine, ma non rasserenano ancora il dettaglio multimarca di qualità. Un flebile risveglio dei consumi» – prosegue Borghi – «c’è stato e lo registriamo dopo anni di forti sofferenze. Un piccolo segnale che va ora consolidato con reali politiche di sostegno e rilancio dei consumi nei negozi che rimangono, nonostante il drammatico rapporto di uno a due tra nuove aperture e chiusure, un patrimonio, oltre che economico, di rilevanza sociale che va salvaguardato e che è tanto più importante se si pensa alla attrattività internazionale che hanno le nostre vie dello shopping. Il dato che vede le imprese italiane tartassate da un fardello fiscale del peso del 68,4% preoccupa, e orienta le nostre richieste alla politica per una energica riduzione delle imposte alle imprese e alle famiglie. Solo così potremo assistere, finalmente, ad una vera ripartenza dell’economia e a un concreto rilancio dei consumi interni».
Giancarlo Cocco
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