Rafforzare il processo d’integrazione europea per assicurare alle prossime generazioni un futuro migliore. Superando le attuali crisi, migratorie, finanziarie e di terrorismo
Non vi è dubbio che l’Unione europea e la sua evoluzione siano state un grande successo. I suoi obiettivi originari di progetto di pace e diffusa prosperità nell’Europa intera non sono oggi meno attuali di quanto lo fossero al momento della firma del Trattato di Roma nel 1957. Inoltre, uno spazio economico di rilevanza globale, in cui sono garantiti democrazia, libertà fondamentali, diritti e sicurezza, ha esercitato e continua ad esercitare una grande influenza politica a livello globale.
Tuttavia, l’Unione europea, si trova oggi ad affrontare sfide straordinarie: la più grave crisi che coinvolga rifugiati e migranti dalla Seconda guerra mondiale, la minaccia di un cambiamento climatico irreversibile, una crescita insufficiente e alti tassi di disoccupazione, disuguaglianze in aumento con povertà e privazioni materiali in molti Stati membri, crisi economica e finanziaria, criminalità e terrorismo internazionali, sullo sfondo di una percepita incapacità di rispondere alle preoccupazioni e ai bisogni dei cittadini.
L’Europa ha il dovere di continuare ad esistere e rafforzarsi come entità politica. Senza un’Europa più forte, più unita, più capace di svolgere un ruolo incisivo sul piano globale, le tensioni politiche, economiche e militari internazionali si aggraverebbero.
Agendo da solo nessun Paese europeo può tutelare efficacemente i propri interessi in un mondo globalizzato e far fronte alle sfide in Europa e nel resto del mondo. Si ha sicuramente bisogno di un’Europa più forte, di un progetto basato sul rispetto dei diritti fondamentali e della dignità umana e sui principi dello stato di diritto, dell’economia sociale di mercato, della coesione economica e sociale, della solidarietà tra gli Stati membri e della crescita sostenibile.
L’Unione europea, per intensificare il ruolo dell’ Europa a livello mondiale, dovrà mettere in comune le grandi politiche internazionali per dare sempre maggiore consistenza alla “soggettività europea”: una politica estera comune per far pesare di più l’Europa a livello globale;una politica di difesa comune intesa anche come driver di innovazione, per razionalizzare gli strumenti militari degli Stati membri e aumentare la capacità d’intervento nelle crisi internazionali; una politica commerciale internazionale comune per valorizzare al massimo le produzioni europee sui mercati mondiali; una politica energetica comune, intesa anche come politica di libertà dell’Europa dai condizionamenti geopolitici delle altre grandi aree del mondo.
Una più forte integrazione permetterà inoltre al nostro continente di affrontare con successo problemi globali, quali gli sfollamenti forzati e i flussi migratori crescenti, il cambiamento climatico, il diffondersi di conflitti e terrorismo, l’instabilità sui mercati monetari e finanziari, la concorrenza delle economie emergenti e la necessità di diversificare e coordinare le fonti energetiche.
Come nella visione dei padri fondatori dell’Unione europea, è necessario che gli Stati membri diano impulso al processo di integrazione europea, avendo la consapevolezza della propria speciale responsabilità storica e dando un nuovo slancio al processo di integrazione. Bisogna operare affinché il vantaggio comunitario accumulato durante gli ultimi cinquant’anni non venga disperso ma reinvestito in modo produttivo, tale da assicurare a noi europei e alle prossime generazioni, un futuro migliore.
Francesca Sirignani