Iran, Ue ribadisce sostegno ad accordo nucleare ma anche dubbi

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Bruxelles esamina il coinvolgimento militare e il ruolo di Teheran nei conflitti regionali, in particolar modo in Siria e in Libano e lo sviluppo di missili balistici

Il Consiglio europeo nelle conclusioni sulla Repubblica islamica dell’Iran. Nel documento in 12 punti approvato dai Ventotto, viene espressa «preoccupazione per le crescenti tensioni nella regione e per il ruolo di Teheran in questo contesto, compresa la fornitura di sostegno militare, finanziario e politico ad attori non governativi in Paesi come la Siria e il Libano». In merito alla crisi siriana, il Consiglio Ue chiede al governo di Teheran di «sostenere pienamente il processo a guida Onu» e lo sollecita a «sfruttare a tal fine la sua influenza con il regime siriano» in modo da garantire «la cessazione delle ostilità e un accesso umanitario libero e sicuro in tutta la Siria, in particolare a Idlib».

I ministri degli Esteri dell’Iran e del P5+1 (i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite – Cina, Francia, Russia, Regno Unito, Stati Uniti – più la Germania), e l’Unione europea, annunciano l’accordo Jcpoa a Vienna il 14 luglio 2015

L’Unione europea dunque esprime il suo impegno risoluto e il suo continuo sostegno al Piano d’azione congiunto globale (acronimo Pacg, in inglese Jcpoa, Joint Comprehensive Plan of Action), ma esprime pure preoccupazione per le crescenti tensioni nella regione e il ruolo della Repubblica islamica in questo contesto. Ricordando le conclusioni del Consiglio del novembre 2016, l’Unione europea esprime il suo risoluto impegno e il suo continuo sostegno al piano d’azione globale congiunto, elemento chiave dell’architettura globale di non proliferazione nucleare e una conquista della diplomazia multilaterale, approvata all’unanimità dal Consiglio di sicurezza dell’Onu attraverso la sua risoluzione 2231. L’Ue si «rallegra per la continua ed effettiva attuazione da parte dell’Iran degli impegni relativi al nucleare, come confermato dall’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) in tredici relazioni consecutive, compresa l’ultima relazione trimestrale, pubblicata il 12 novembre 2018».

Per quanto riguarda il programma missilistico, il Consiglio Ue invita l’Iran ad «astenersi da queste attività, in particolare i lanci di missili balistici che sono incoerenti con la risoluzione 2231 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. Secondo l’Unione europea, l’Iran continua a lavorare «per incrementare la portata e la precisione dei suoi missili», attraverso numerosi test. «Queste attività» – si legge – «aumentano la sfiducia e contribuiscono all’instabilità regionale». «Il Consiglio» – prosegue il documento – «è profondamente preoccupato per le attività ostili che l’Iran ha condotto sul territorio di diversi Stati membri e, in tale contesto, ha deciso di inserire nella lista (nera, ndr) due persone e un’entità». Il Consiglio Ue, infine, esprime «seria preoccupazione» per la situazione dei diritti umani nella Repubblica islamica, sottolineando come nel Paese continui ad essere applicata “frequentemente” la pena di morte.

Nel comunicato, l’Unione europea sottolinea anche gli sforzi intrapresi per preservare benefici economici e più ampi per l’Iran, come previsto dal Jcpoa. Questi sono stati intensificati attraverso l’iniziativa di Francia, Germania e Regno Unito, per rendere operativo lo Special Purpose Vehicle (Spv), registrato come entità privata, al fine di fornire un impatto positivo sulle relazioni commerciali ed economiche con l’Iran, soprattutto sulla vita della popolazione iraniana. Annunciato la settimana scorsa (immagine sopra) e registrato con il nome di Instex, che dovrebbe aggirare le sanzioni americane per continuare gli scambi commerciali. Altra particolarità: nel testo non viene menzionato l’E4, il formato di cui fa parte l’Italia insieme alle tre succitate nazioni. Il Consiglio europeo ha approvato le conclusioni sull’Iran, bloccate nei giorni scorsi dalla Spagna, che non voleva nel testo alcun riferimento al nuovo formato che si occupa del negoziato con l’Iran: Francia, Germana, Gran Bretagna, più appunto il Belpaese. E in effetti nel testo finale non c’è alcuna menzione dell’E4, perché per gli spagnoli «sarebbe equivalso ad un riconoscimento del ruolo dell’Italia.

 

Rakel Daníelsdóttir

Foto © DW, AIJAC, MintPress News

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