Kuniyoshi, l’artista visionario, in mostra a Milano

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Il Museo della Permanente ospita 165 capolavori del maestro giapponese di sorprendente modernità, che hanno ispirato manga e grafica contemporanea nipponica

Kuniyoshi, il visionario del mondo fluttuante. È questo il titolo dell’interessante mostra aperta dal 4 ottobre scorso a Milano presso il Museo della Permanente. Un’iniziativa che rientra a pieno titolo fra i tanti eventi che hanno segnato il 150esimo anniversario dell’amicizia fra Italia e Giappone, che nell’agosto 1866 firmarono un trattato che auspicava “pace perpetua e amicizia costante” fra  i sovrani di allora dei due Paesi e i loro successori.

Il pubblico italiano è particolarmente affascinato dagli ukiyo-e, le stampe artistiche fiorite durante il periodo Edo che, all’epoca, grazie alla loro produzione in serie, diventarono un oggetto d’arte accessibile non soltanto ai ricchi. Nei loro dipinti, i grandi artisti dell’epoca offrivano uno spaccato della nuova società urbana in Giappone, con il quartiere di piacere di Yoshiwara a Edo (la futura Tokyo), gli attori del teatro kabuki e noh, la quotidianità della gente, ma anche con mirabili paesaggi e soggetti naturalistici. Colori vivaci e immediatezza di linguaggio hanno reso l’ukiyo-e un’opera di valore universale, capace di valicare i continenti e i secoli. La grande onda di Hokusai, per esempio, è entrata nell’immaginario collettivo planetario.

Insieme a Hokusai – al quale è dedicata la mostra al Museo dell’Ara Pacis di Roma che si inaugurerà il 12 ottobre prossimo – Hiroshige e Utamaro (a questi tre artisti Palazzo Reale di Milano ha dedicato una precedente esposizione, fino al 19 gennaio scorso), Kuniyoshi è uno dei nomi di maggiore lustro di quest’espressione artiustica.

La mostra milanese, curata da Rossella Menegazzo (nella foto a destra), è caratterizzata da una ricchezza unica: per la prima volta, 165 opere sono riunite in un’unica sede italiana. Provengono tutte da una collezione privata giapponese, appartenente a Masao Takashima. Si articola in cinque sezioni, dedicate alle figure femminili, ai paesaggi, agli eroi e guerrieri, a giochi simili a puzzle (che hanno valso a Kuniyoshi l’appellativo di Arcimboldo giapponese) e, dulcis in fundo, ai gatti. «Si dice che l’artista amasse circondarsi di felini, ne aveva una decina», ha raccontato Menegazzo durante la presentazione della mostra. «Ci è giunta testimonianza che il maestro a casa sua avesse il consueto altarino buddhista, che in Giappone si tiene per commemorare i defunti della famiglia, scrivendone i nomi su apposite tavolette. Ma Kuniyoshi scriveva i nomi dei suoi gatti non più in vita».

Chi era questo artista un po’ eccentrico, appassionato di felini e creatore di eroi popolari che sembrano gli antenati dei manga? Kuniyoshi Utagawa (1797-1861) era figlio di tintori e assunse il cognome Utagawa dalla scuola di pittura che lo accolse. Negli anni Trenta e Quaranta dell’Ottocento, è nel mercato dell’arte con vedute e  paesaggi, un classico già esplorato dagli artisti che lo avevano preceduto. Non è facile raccontare qualcosa di nuovo quando i propri predecessori, già famosi, sono artisti del calibro di Hokusai e Hiroshige. Ma Kuniyoshi ci riesce, traendo ispirazione e suggestioni, probabilmente, anche da testi occidentali che in quel periodo iniziavano a circolare in Giappone.

Chi visiterà la mostra, sarà sorpreso soprattutto dalla sezione dedicata a eroi e guerrieri. Qui troneggiano le stampe ispirate al Suikoden, un libro cinese diventato popolare in Giappone. I banditi che Kuniyoshi disegna sono dei ribelli che lottano contro le ingiustizie, dei Robin Hood dagli occhi a mandorla che combattono contro avversari umani e mostri. «La modernità di questo artista», ha commentato la curatrice, «mostra le radici della grafica giapponese contemporanea e dei manga». E non solo: l’universo dei tatuaggi e un certo stile pop e underground hanno legami evidenti con il mondo surreale immaginato da questo artista di ukiyo-e. La sezione dedicata ai gatti delizierà gli appassionati di felini, al pari degli animali marini fra i quali spicca una balena davvero indimenticabile.

 

KUNIYOSHI, IL VISIONARIO DEL MONDO FLUTTUANTE

Museo della Permanente, via Filippo Turati 34, Milano

Aperto tutti i giorni, 9,30-19,30, fino al 28 gennaio 2018.

Biglietti: 13 euro, ridotto 11 euro, gratuito minori di 6 anni.

Info: www.kuniyoshimilano.it – tel 0299901905

Foto: Maria Tatsos, ufficio stampa MondoMostreSkira

 

Maria Tatsos

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Maria Tatsos
Giornalista professionista, è laureata in Scienze Politiche e diplomata in Lingua e Cultura Giapponese presso l'IsiAO di Milano. Attualmente lavora come freelance per vari periodici femminili, collabora con il Museo Popoli e Culture del Pontificio Istituto Missioni Estere (Pime) e con il Centro di Cultura Italia-Asia. Tiene corsi di scrittura autobiografica ed è autrice di alcuni libri, che spaziano dai diritti dei consumatori alle religioni asiatiche. È autrice del romanzo storico "La ragazza del Mar Nero" sulla tragedia dei greci del Ponto (2016) e di "Mai più schiavi" (2018), un saggio su Biram Dah Abeid e sulla schiavitù in Mauritania, entrambi editi da Paoline. Nel tempo libero coltiva fiori e colleziona storie di giardini, giardinieri e cacciatori di piante che racconta nel corso "Giardini e dintorni".

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