La lotta alla corruzione del GRECO nella regione transalpina

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L’esito della verifica effettuata dall’équipe di valutatori nella primavera 2013 in esecuzione del Quatrième Cycle d’évaluation per parlamentari, giudici e procuratori

Nel periodo tra il 13 e il 17 maggio 2013 una delegazione del GRECO si recava in Francia per acquisire informazioni finalizzate alla redazione di un Rapporto di valutazione in esecuzione del Quarto Ciclo di Valutazione in tema di “Prévention de la corruption des parlamentaires, des juges e des procureurs”adottato dal Group of States against Corruption operante in seno al Consiglio d’Europa a Strasburgo nel periodo dal 2 al 6 dicembre 2013.

In relazione alla prevenzione dei fenomeni corruttivi tra i parlamentari,  fra le varie questioni prese in esame, vi era anche quella riguardante l’impiego di assistenti e collaboratori  parlamentari. In merito a tali aspetti si rilevava come tali fattispecie fossero gestite con ampia libertà poiché non esisteva un insieme di norme  che potesse disciplinare tale materia. Inoltre si evidenziavano le enormi differenze con gli altri Paesi ove detti rapporti erano già regolamentati in modo più rigoroso.

Le altre osservazioni formulate riguardavano  due aspetti particolarmente importanti: l’indemnité représentative de frais de mandat (IRFM) e e la réserve parlamentaire (RP). La prima si riferiva all’indennità che i parlamentari, cioè a dire i membri dell’Assemblea nazionale e i senatori, percepivano per fare fronte alle spese di rappresentanza.

La seconda aveva ad oggetto alcuni fondi che, ex lege, erano gestiti dai ministri. Nella sostanza, però, la loro attribuzione era lasciata alla discrezione di deputati e senatori. Ebbene, in relazione a dette questioni il GRECO, con la prima raccomandazione, invitava il governo francese a provvedere affinché  i rapporti intercorrenti con i collaboratori  e assistenti parlamentari oltre al IRFM ed al RP fossero riformati radicalmente al fine di garantire la trasparenza, la responsabilità e il controllo di tali risorse.

La seconda raccomandazione afferiva al deficit di regole deontologiche nell’ambito parlamentare. Invero, vi era un notevole differenza tra gli strumenti di regolamentazione deontologica dell’attività dei membri dell’Assemblea nazionale e i senatori. Per i primi esisteva già un insieme di regole deontologiche ben articolato. Viceversa, per i secondi, un’adeguata regolamentazione era mancante.

In relazione alle predette questioni il GRECO raccomandava di adottare un corpus normativo contenente prescrizioni deontologiche che fossero applicabili, direttamente, anche ai senatori.

La terza raccomandazione riguardava il conflitto d’interessi. Sul punto il GRECO sottolineava la necessità  i realizzare un dispositivo di gestione dei conflitti d’interesse dei deputati e dei senatori più completo. Ciò sarebbe dovuto avvenire attraverso l’adozione di  regole di condotta in merito ai diversi casi nei quali: (i) si sarebbe individuata un’obbligazione individuale; (ii) si sarebbe dovuto segnalare la situazione di conflitto d’interessi potenziale; (iii) in ipotesi, si sarebbero dovuti configurare gli scenari nei quali il deputato o il senatore avrebbe dovuto astenersi.

La quarta raccomandazione ineriva alle regalie e agli altri vantaggi. Al momento dell’ispezione si rilevava l’esistenza di una regolamentazione e di un obbligo di dichiarazione nei confronti dei parlamentari in merito ai cadeaux e agli autres avantages. Dette prescrizioni non risultavano sufficienti.

Invero, sul punto il GRECO raccomandava di: (i)  migliorare e completare la regolamentazione in vigore in merito alle regalie e agli altri vantaggi in modo da renderla più coerente; (ii) rendere pubbliche le dichiarazioni da parte dei deputati e senatori in merito alle regalie e ai vantaggi conseguiti. Ad esempio viaggi e inviti.

La quinta raccomandazione afferiva alle incompatibilità.

In relazione a tale aspetto, si rilevava come le incompatibilità fossero disciplinate dal Code Electoral. L’attività di valutazione si concentrava sui seguenti argomenti: il cumulo delle funzioni, le attività successive alla cessazione delle funzioni, i contratti con i soggetti pubblici, l’utilizzazione illecita di informazione confidenziali e, infine, la dichiarazione dei redditi e del patrimonio. Sul punto il GRECO raccomandava di rendere le dichiarazioni inerenti il patrimonio dei deputati e senatori facilmente accessibili al pubblico.

La sesta raccomandazione verteva sulle sanzioni da infliggere in caso di violazione delle regole deontologiche.

Nell’insieme, le regole sanzionatorie apparivano severe. In ogni caso, il GRECO raccomandava di rendere l’arsenal des mesures pénales più completo mediante l’inserimento di misure sanzionatorie di natura disciplinare interne alle assemblee relative ai possibili inadempimenti alle prescrizioni in tema di integrità dei deputati e senatori.

Venendo alla prevenzione dei fenomeni corruttivi tra i giudici riassumiamo qui di seguito quanto osservato dal GRECO.

Ebbene, a seguito dell’effettuazione della verifica il Gruppo di valutazione rilevava come nell’ambito dei Tribunali di Commercio e nei Conseils des prudhommes fosse necessario riformare l’impianto normativo affinché si rafforzasse e si garantisse l’indipendenza, l’imparzialità e l’integrità dei giudici non professionisti.

   Gianluca Esposito, segretario esecutivo GRECO

Per chiarezza, si ricorda che secondo l’ordinamento francese i Tribunali di Commercio si occupano delle controversie di natura commerciale e di procedure concorsuali e i Conseils des prudhommes giudicano sulle controversie di lavoro in fase conciliativa. Entrambi gli organismi sono formati da magistrati che provengono da contesti diversi dalla magistratura professionale. Si noti come in Francia sia i magistrati che operano nei settori del diritto civile e penale che nel settore amministrativo provengano da Scuole di formazione che fanno capo allo Stato transalpino (L’Ecole Nationale de la Magistrature o ‘ENM’ e L’Ecole Nationale d’Administration).

In sintesi il GRECO con la settima e ottava Raccomandazione invitava le Autorità francesi: (i) ad adottare diversi criteri d’attribuzione delle decorazioni nei confronti dei giudici. In particolare si richiedeva al governo francese che le prescrizioni in subiecta materia fossero riviste al fine di limitare i rischi relativi all’indipendenza e all’imparzialità; (ii) a concentrare il potere disciplinare nei confronti dei giudici nelle mani del Consiglio Superiore della Magistratura.

Relativamente alla prevenzione della corruzione nei confronti della Magistratura inquirente (Le Procureurs e Le Ministére Public) il GRECO precisava quanto segue.

L’attuale Presidente del GRECO, il croato Marin Mrčela

In Francia i procuratori e il pubblico ministero non fanno parte della magistratura (Article 1 dell’Ordinanza del 22 dicembre 1958) pertanto essi non beneficiano delle garanzie in tema di indipendenza e inamovibilità. Il parquet (paragonabile in buona misura alla Procura della Repubblica Italiana tenendo presente le differenze sopra esposte) non è un’istituzione autonoma. I pubblici ministeri sono organizzati in senso gerarchico. Ogni membro del parquet è obbligato a obbedire al suo superiore. In difetto il soggetto che non esegue le direttive del superiore incorre in sanzioni disciplinari. Naturalmente in Francia si è dibattuto molto sull’opportunità di rendere il parquet totalmente indipendente dal potere politico. Al riguardo, nota il GRECO, è stata apportata una riforma importante a detta materia con la Legge n. 2013-669 del 25 luglio 2013 relativa alle attribuzioni del ministro della Giustizia o Guardasigilli (Guarde des sceaux) e dei magistrati del pubblico ministero nelle materie del diritto penale e dell’azione pubblica.

A seguito di tale riforma il ministro può soltanto impartire istruzioni ai magistrati di natura generale relative alla politica criminale e alla coerenza dell’azione pubblica. Tali cambiamenti hanno influito anche al livello della regolamentazione delle relazioni interne al parquet.

Dunque, con la nona raccomandazione il GRECO invitata il legislatore francese a: (i) adottare una riforma normativa che disciplinasse la procedura di nomina dei procuratori secondo modalità simili a quella dei giudici consentendo al Consiglio Superiore della Magistratura di fornire un parere che vincolasse il Guardasigilli; (ii) procedere a delle consultazioni sull’opportunità di un’eventuale allineamento delle procedure disciplinari dei membri del parquet su quelle dei giudici. Ciò sarebbe dovuto avvenire “avec un monopole du CSM”.

Inoltre con la decima e la undicesima raccomandazione il Gruppo di valutazione sollecitava la Francia a: (i) regolamentare con precisione in merito alle finalità dell’istanza, la facoltà del Guardasigilli di richiedere informazioni su un particolare procedimento penale; (ii) a definire chiaramente cosa volesse intendersi con il concetto di “secret de la défense nationale” accompagnato da una procedura che permettesse di evitare i blocchi connessi alle inchieste concernenti gli affari di corruzione nazionale e internazionale.

Nel periodo tra il 14 e il 18 marzo 2016 il GRECO, ha redatto un Rapporto di conformità alla stregua delle comunicazioni inviate dal governo francese conseguenti alla formulazione delle predette raccomandazioni.

Il contenuto del Rapporto di Conformità sarà oggetto di disamina nel prossimo articolo che la redazione di Eurocomunicazione pubblicherà domenica 24 settembre 2017.

 

Roberto Scavizzi

Foto © Council of Europe, Giovanni De Negri

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Roberto Scavizzi
Avvocato e docente universitario a contratto presso università private. L'attività accademica ha ad oggetto la materia dell'Informatica giuridica in ambito internazionale e la materia dei diritti d'autore. Come legale opera principalmente nel settore del diritto dell'impresa e svolge attività formativa professionale nel settore giuridico in ambito pubblico e privato. Inoltre è autore di pubblicazioni di diritto e articoli giornalistici per riviste d'arte e d'attualità.

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