L’incredibile macchina del tempo di Stoccolma

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La capitale della Svezia, moderna, estremamente tecnologica e dinamica, offre alcuni squarci unici sul proprio passato e sulle tradizioni più arcaiche

«La verità è che la Svezia è un Paese straordinariamente arcaico, dove i cambiamenti avvengono con lentezza geologica», scrive Lars Gustafsson nel suo romanzo Le bianche braccia della signora Sorgedahl. Un’affermazione che va naturalmente letta nell’ambito di un libro di memorie, tutto giocato sul tempo del ricordo, che può apparire addirittura paradossale a chi visita oggi questa nazione, e in particolare Stoccolma; una città indubbiamente dinamica e percorsa dai fremiti della modernità, ma anche attraversata da un senso di appartenenza dalle radici profonde, da un gusto per il passato che non può essere ignorato.

Skansen: passeggiare fra le case e le fattorie smontate dalle loro sedi originarie e ricostruite qui, nel più antico museo all’aperto del mondo (la fondazione risale al 1891), significa davvero respirare l’aria del passato, immergersi in una vita rurale fatta di tradizioni e antichi mestieri. Una pletora di figuranti anima gli scenari di questo affascinante microcosmo, pensato da Artur Hazelius quale espressione del nazionalismo romantico svedese. A Skansen si celebrano le principali ricorrenze dell’anno, le quali costituiscono il ritmo intrinseco dell’esistenza. Tradizioni che seguono i mutamenti delle stagioni, connesse con la cristianità o con le più remote e misteriose origini pagane, e che possono essere approfondite nel vicino Nordiska Museet. L’area ospita la fauna tipica del territorio, dai più comuni animali domestici sino ai simboli del grande Nord, quali i lupi, l’orso, l’alce e il bisonte. Un denso programma estivo di balli popolari arricchisce l’offerta di questo sito dall’atmosfera unica, aperto tutti i giorni dell’anno.

Per info: www.skansen.se

Il municipio: l’inconfondibile sagoma del municipio, visibile quasi da ogni dove, caratterizza il profilo della città. Una costruzione piuttosto recente, edificata fra il 1911 e il 1923 su progetto dell’architetto Ragnar Östberg, che trasuda effluvi passatisti. Indubbio è il modello del palazzo ducale di Venezia, quel gusto rinascimentale contaminato dalla peculiare sensibilità nordica. Qui si tiene il banchetto che segue l’assegnazione del premio Nobel, nella immensa Sala blu che in realtà è costruita con i tipici mattoni rossi, tanto efficaci da far recedere l’architetto dal suo originario proposito cromatico. Impressionante l’immensa Sala dorata, interamente coperta di mosaici disegnati da Einar Forseth e raffiguranti episodi della storia e del mito svedesi.

Museo Vasa: una sorta di vascello fantasma, come quello tratteggiato con immensa maestria musicale da Richard Wagner, si presenta agli occhi stupefatti del visitatore, quasi fosse appena riemerso dalle profondità del mare per inabissarsi di nuovo, sottraendosi per sempre al nostro sguardo. Uno spettacolo unico al mondo, che è possibile ammirare solo qui, nel museo Vasa di Stoccolma. Un’immensa costruzione su cinque piani, pensata per osservare l’imbarcazione da ogni punto di vista. Affondato nel 1628 proprio in occasione del suo viaggio inaugurale, il vascello è stato recuperato con non poche criticità negli anni sessanta. Il legno è quello originario per il 98%, i sontuosi ornamenti in massima parte ancora intatti, anche se privi della cromia originaria. La nave era infatti stata pensata come simbolo del potere reale e del suo ruolo egemonico sul Baltico. Il perfetto allestimento dello spazio museale offre un’esperienza completa, in grado di raccontare la storia del naufragio e del recupero, raccontando nel contempo i dettagli della vita dell’epoca. I volti dei marinai morti nel naufragio sono stati ricostruiti con veridicità impressionante, tanto che sembra di averli di fronte e di potergli parlare. Un vero e proprio laboratorio di ricerca scientifica segue il reperto, che pone numerosi e complessi problemi conservativi. Il Vasa non è dunque solo un pezzo di storia miracolosamente preservato, ma anche un simbolo della caducità umana. Le eccessive ambizioni regali, materializzate in un vascello dalle proporzioni elefantiache e per questo inadatto al mare, venivano frustrate in un evento traumatico, che a lungo sarebbe rimasto scolpito negli animi di coloro i quali vi avevano assistito.

Per info: www.vasamuseet.se/it

San Giorgio e il drago: unico nel suo genere è anche il gruppo scultoreo in quercia e corna di alce di Berndt Notke, raffigurante San Giorgio che uccide il drago, conservato nella Cattedrale di Stoccolma. Nota è la leggenda: l’arrivo del Santo armato di tutto punto in sella a un prestante destriero salva la figlia del re dal terribile mostro assetato di sacrifici umani, ottenendo in cambio la conversione dei pagani al Cristianesimo. Sin dal materiale impiegato l’opera, inaugurata nel 1489, mostra la propria peculiarità. Impressionante la concitazione della scena, colma di dettagli macabri in linea con la particolare declinazione del Rinascimento tipica delle terre del Nord.

Thielska Galleriet: una villa circondata dal verde, lontana dai consueti circuiti turistici. Varcare la soglia della Thielska Galleriet è come essere invitati dal padrone di casa, il banchiere Ernest Thiel, ad ammirare la sua collezione. Un edificio armonioso, opera dell’architetto Ferdinand Boberg, pensato appositamente per ospitare le opere d’arte nelle migliori condizioni luministiche. Impressionante la sala Munch, con La fanciulla malata a incarnare l’evidenza della morte, vera origine di tutto quello che dipingerà in seguito, e il Ritratto di Nietzsche messaggero di incontrollabili follie. Una collezione di grande raffinatezza, con pregevoli pezzi d’arredamento stile liberty, nella quale spiccano alcuni paesaggi perturbanti dello scrittore August Strindberg, vere traduzioni visive dei tumulti dell’anima. Fra gli altri autori presenti ricordiamo Carl Larsson, Hermen Anglada-Camarasa e Richard Bergh, oltre a nomi altisonanti quali Henri de Toulouse-Lautrec e Paul Gauguin. Numerosi eventi arricchiscono il luogo di interessanti suggestioni.

Per info: www.thielskagalleriet.se

National Museum: scrigno di opere d’arte straordinarie, il Museo Nazionale non gode della fama che meriterebbe. Basterebbero i numerosi Rembrandt della collezione ad assicurargli un posto di primo livello nel panorama espositivo europeo.  Si pensi al Giuramento dei Batavi, porzione ridotta di una composizione più vasta e dalla storia complessa. Ritrovata nel XIX secolo, impressiona per il luminismo misterioso e arcano. Fra gli artisti presenti ricordiamo ancora Giovanni Bellini, il Veronese, El Greco, Bronzino, Arcimboldo, Dürer, Watteau, Boucher, Monet, insieme a una miriade di pittori locali a noi poco noti, non per questo meno validi. Il museo testimonia inoltre la grande fascinazione degli artisti nordici verso l’Italia, arricchita ora da una interessante esposizione incentrata sull’attività dei pittori danesi nel Belpaese.

Per info: www.nationalmuseum.se

Lungi da noi voler parlare di Stoccolma esclusivamente da un punto di vista legato al passato; basterebbe una visita al Moderna Museet per farci cambiare immediatamente idea. Sin dal logo, pensato da uno studio di design, ci troviamo immersi completamente nella modernità. L’edificio è circondato da opere d’arte, che ampliano le prospettive investendo lo spazio circostante. Accanto ai celebri Picasso, Dalì e Warhol, troviamo istallazioni, foto e video in grado di restituire la complessità del nostro tempo. Notevole il ristorante, con una vetrata affacciata sullo splendido panorama cittadino.

Per info: www.modernamuseet.se

Altri segni della modernità sono la scultura in vetro screziata da colori cangianti posta dall’architetto Edvin Öhrström al centro di Sergels Torg, e ancora l’edilizia residenziale futuribile, sparsa un pò ovunque, gli hotel d’arte e quel gusto per il design tipicamente nordico che investe ogni oggetto, rendendo unici gli interni. Numerosi cantieri testimoniano il fermento che anima la città e che, fra qualche tempo, ne ridisegnerà in parte le forme.

Impossibile rendere conto in questa sede di tutti i musei, davvero numerosissimi, presenti nella capitale. Ricordiamo ancora il Museo degli Abba, dedicato a questo celebre gruppo musicale, il Museo Strindberg, allestito nella casa dove abitò lo scrittore, e il Museo del Nobel, nel quale trovare spunti morali di grande rilievo.

Oltre i musei e i palazzi c’è poi l’agglomerato urbano, con le sue aperture sul mare a donargli un respiro unico, e la cortesia dei suoi abitanti, contro ogni stereotipo riguardo la presunta propensione all’isolamento delle anime nordiche. Il visitatore si troverà completamente a proprio agio, grazie appunto a una posizione privilegiata, compresa fra laghi e foreste. Una metropoli non soffocata dal traffico, nella quale si percepisce costante la presenza della natura. Una gita in battello fra le isole dell’arcipelago rende più di qualsiasi descrizione (d’obbligo una visita al castello di Drottningholm, residenza dei reali di Svezia, distante solo un’ora di navigazione).  Anche gli amanti della gastronomia e della vita notturna non resteranno delusi. Stoccolma è tutto questo e molto altro ancora. Al visitatore il piacere della scoperta di una città sorprendente sotto ogni punto di vista.

 

Riccardo Cenci

Foto © Riccardo Cenci

 

Per info: www.visitstockholm.com

 

 

 

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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