La vigilanza bancaria unica: sfide e opportunità

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Intervento di Carmelo Barbagallo, in rappresentanza della Banca d’Italia, al convegno “Unione Bancaria e Basilea 3 – Risk & Supervision 2015” dell’Abi

«L’Unione bancaria rappresenta una tappa fondamentale nel processo d’integrazione delle istituzioni europee. È un segnale importante della volontà di assicurare stabilità finanziaria nell’area dell’euro, premessa indispensabile per un pieno supporto del sistema bancario alla ripresa dell’economia».
Si apre con queste parole il discorso pronunciato questa mattina all’Associazione Bancaria Italiana (Abi) da parte di Carmelo Barbagallo, capo del Dipartimento vigilanza bancaria e finanziaria della Banca d’Italia, al convegno “Unione Bancaria e Basilea 3 – Risk  & Supervision 2015”.
«Ad oltre sei mesi dall’inizio del Meccanismo di vigilanza unico (Mvu) e a meno di sei dall’avvio del Meccanismo di risoluzione unico (Mru, pienamente operativo dal 1° gennaio 2016) si vanno dipanando le sfide che occorre superare per conseguire gli obiettivi sperati».

ECB Forum on Central Banking Sintra 2015

Il responsabile della Banca d’Italia ha quindi snocciolato alcuni di questi obiettivi, come la sfida del cambiamento, che richiede, alle banche e alle autorità, forte capacità di adattamento; quella della complessità, che impone chiarezza nell’esercizio dei poteri di controllo e di regolamentazione; quella della proporzionalità, fondamentale per un esercizio efficace ed efficiente della Vigilanza; quella dell’equità, che ha bisogno dello sforzo di tutti gli attori coinvolti per realizzare un terreno di gioco il più possibile livellato. Dalla capacità di affrontare l’insieme di tali sfide con determinazione e lungimiranza dipende il dispiegarsi delle importanti opportunità insite nel progetto.

In sostanza Barbagallo ha posto in evidenza quanto i cambiamenti introdotti nell’architettura per la supervisione delle banche e la gestione delle crisi siano di portata storica. «Richiedono un adattamento culturale, per le banche come per le autorità».
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Carmelo Barbagallo, dal sito ufficiale della Banca d’Italia

Dopo aver delineando gli obiettivi intermedi per realizzare appieno i benefici in termini di stabilità e di integrazione che le riforme si prefiggono – processi decisionali e operativi che, pur tenendo conto della complessità del progetto, favoriscano il formarsi di una cultura comune, efficienza e efficacia nell’azione – affinché la partecipazione di tutti gli attori sia piena e convinta «occorre anche assicurare un terreno di gioco veramente uniforme, evitando di percorrere la più comoda strada dell’applicazione di regole meccanicistiche. Va poi preservata la varietà del sistema bancario, una risorsa importante anche nel nostro Paese, applicando in modo convinto il principio di proporzionalità».

In conclusione «tutto questo richiede notevoli sforzi. Da parte delle autorità di vigilanza, che devono stabilire un linguaggio comune, essere trasparenti nei confronti del mercato e degli stessi intermediari, supportare con dati e analisi robuste le proprie posizioni, garantire una cooperazione convinta, pur se dialettica. Da parte delle banche, che devono porsi nelle migliori condizioni per una transizione non traumatica al nuovo sistema, accrescendo gli sforzi sin qui fatti per raggiungere più elevati livelli di efficienza allocativa e operativa».

Claudia Lechner

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