Nell’ottica del rispetto dei diritti umani l’Angola festeggia i 40 anni d’indipendenza

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40 anni di indipendenza dell'Angola

Italia e Unione europea fondamentali per il consolidamento democratico del Paese, sradicamento della povertà e l’inserimento nell’economia globale

«Abbiamo lottato per un’Angola senza divisioni né discriminazioni di ogni tipo», nell’aprire il discorso per le celebrazioni del 40° anniversario dell’indipendenza, l’ambasciatore Florêncio de Almeida cita il suo presidente della Repubblica Josè Eduardo dos Santos ed esprime la «soddisfazione particolare» per la ricorrenza della liberazione dal «giogo coloniale», con il novembre 1975 che rappresenta una «pietra miliare della nostra storia».

Visti i traguardi raggiunti, non si poteva non respirare l’importanza dell’incontro, svoltosi nel lussuoso albergo Rome Cavalieri Hilton alla presenza di istituzioni angolane, italiane e internazionali, esponenti della comunità nel territorio, artisti, il cantante Gelson Castro e i ballerini del gruppo di danza popolare Kina Kumoxi con i l’ambasciatore angolano Florêncio de Almeida tradizionali costumi in stile animal. Il tutto impreziosito dal ricco buffet curato da Chef Kitaba – al secolo Luis Felipe da Costa Miguel – lo stesso del pluripremiato padiglione angolano di Expo 2015. Altro pezzo forte della serata, la sfilata di moda con le creazioni di Mariangela Almeida.

L’Angola, in seguito anche ai rapporti mantenuti con l’ex colonia Portogallo, ha intessuto una fitta trama di relazioni con l’Unione europea, basata sulla Convenzione di Cotonou del 2000, che impegna l’Ue a contribuire allo sradicamento della povertà, allo sviluppo sostenibile e all’inserimento graduale dell’Angola nell’economia globale in cambio del rispetto dei diritti umani. Da questa sono scaturiti altri accordi volti a rafforzare la cooperazione, come il JWF (Angola Joint Way Forward) – siglato a Bruxelles nel 2012 – e l’Europa rimane il più grande finanziatore dell’Angola affinchè tutti questi obiettivi siano raggiunti.

l’ambasciatore angolano Florêncio de Almeida I rapporti con la comunità internazionale stanno consolidando la crescita del Paese, «con mutui vantaggi alla costruzione di un mondo sempre più solidale e migliore», sottolinea de Almeida, con l’Italia che sta avendo un posto in prima fila. Ultimamente le reciproche visite dei presidenti dos Santos e Matteo Renzi, mirate a «rafforzare il quadro giuridico e finanziario della cooperazione», sono state un ulteriore sugello per relazioni che risalgono al XVI secolo, periodo di frequenti missioni di evangelizzazione. Quando fu dichiarata l’indipendenza nel 1975 «l’Italia fu il primo Paese dell’Europa Occidentale a riconoscerla e a credere nelle capacità del popolo angolano di condurre il proprio destino», ricorda de Almeida. Anche negli anni più drammatici di guerra civile l’Italia è stata «sempre a fianco dell’Angola nella lotta per la sua libertà con il sostegno di molte istituzioni politiche, religiose e della società civile». Dopo Portogallo e Francia, l’Italia è il terzo partner commericiale nell’Unione europea (in media è al settimo posto), con un volume di interscambio che ha raggiunto i due miliardi di euro. Ora la nuova Legge sull’Investimento Privato permetterà agli investitori italiani di «usufruire di incentivi migliori per i loro affari».

gruppo di danza popolare Kina Kumoxi Oltre al supporto dell’Ue e dell’Italia, varie agenzie della Banca Mondiale e delle Nazioni Unite stanno offrendo strumenti finanziari per internazionalizzare le attività commerciali e produttive, in modo che l’Angola riesca a superare le criticità in merito alla diffusione della povertà – uno degli indici più alti del pianeta – e della corruzione.

Già, perchè la storia del Paese africano senza dubbio ha seguito una «traiettoria complessa e sofferta», per i conflitti che l’hanno devastato, ma da 13 anni il processo di ricostruzione del tessuto sociale «ha permesso che oggi esista la piena libertà di movimenti delle persone e dei beni, in totale sicurezza, su tutto lo spazio nazionale», continua de Almeida. «Pace, riconciliazione, libertà e stabilità economica e sociale sono elementi essenziali per il consolidamento della nostra democrazia» e i numeri parlano chiaro: i giovani che frequentano le università sono saliti da 10 mila a 250 mila, le persone denutrite sono calate da 6,8 milioni a 3,2 milioni e la Fao ha conferito all’Angola il diploma di merito per il raggiungimento degli obiettivi del Millennio e del Vertice Rome Cavalieri Hilton Mondiale dell’Alimentazione. Non solo, il rapporto Onu sull’Indice di Sviluppo ha inserito l’Angola al 5° posto fra i Paesi con il miglior fattore di crescita.

Ora anche sul piano globale l’Angola sta svolgendo un ruolo crescente, come coordinatore del processo di pace dei Grandi Laghi, in Africa centrale, e come membro provvisorio del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite per il triennio 2015-2017. Con l’adesione all’agenda dell’Onu per lo sviluppo sostenibile entro il 2030, il Governo si è impegnato ad adottare 17 obiettivi che promuovano la diversificazione dell’economia, fondamentale in un momento di crollo del prezzo del petrolio, finora risorsa primaria, nel mercato mondiale.

Raisa Ambros

 

 

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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