La commissione SEDEC del Comitato delle Regioni dell’Unione europea approva il parere del relatore italiano Mauro D’Attis
I membri della SEDEC – Commissione politica sociale, istruzione, occupazione, ricerca e cultura al Comitato delle Regioni dell’Unione europea (CoR) – hanno discusso e approvato a Santander (Spagna, su invito della Regione Cantabria), il 29 e 30 aprile, il parere del consigliere del comune di Brindisi e Vicepresidente del PPE al CoR Mauro D’Attis, che espone il punto di vista degli Enti locali e regionali dell’Ue rispetto alla proposta della Commissione europea sulle future linee guida per le politiche dell’occupazione degli Stati membri. Ce ne eravamo già occupati (link) alla sua nomina come relatore. Il parere sarà posto all’attenzione della prossima sessione plenaria del Comitato delle regioni per discussione e votazione finale, il 3 e 4 giugno.
Per D’Attis «gli orientamenti economici e occupazionali integrati, in particolare quelli dedicati all’occupazione e all’inclusione sociale, sono uno degli atti politici più importanti dell’Unione europea. Il Trattato prevede che gli Stati membri nelle politiche economiche e occupazionali coordinino le loro azioni in un contesto in cui l’Ue continua a essere soggetta, nel suo complesso, a un alto tasso di disoccupazione intollerabile che colpisce in maniera indifferenziata sia le giovani generazioni sia gli adulti, spesso capo famiglia. I Comuni e le Regioni sono gli ultimi terminali del processo decisionale sul territorio e i primi contatti della gente con le Istituzioni e con la politica. Per questa ragione le nostre proposte tendono a valorizzare il ruolo degli Enti locali e regionali nella Strategia 2020. Non dimentichiamoci che a noi è demandata l’organizzazione dei servizi sociali e l’integrazione tra servizi sociali e mercato del lavoro. Sollecitiamo l’Unione europea a prevedere un quadro idoneo affinché i nuovi strumenti finanziari possano essere utilizzati anche da queste istituzioni e nello stesso tempo auspichiamo un ruolo più flessibile e orientato del Fondo Sociale Europeo quale naturale strumento per le politiche occupazionali e sociali».
Il Vicepresidente del PPE al CoR ha anche sottolineato quanto appaia ridimensionato all’interno dell’attuale proposta della Commissione, il ruolo della cosiddetta “economia verde” per la crescita e l’occupazione, così come molto limitato sia anche il riferimento alla “economia bianca” ovvero all’economia sociale. «Per il Comitato delle Regioni – ha proseguito il relatore – questi due settori possono molto aiutare la crescita e la creazione di nuova occupazione. Ugualmente manca il ruolo che il lavoro indipendente e l’automprenditorialità possono dare allo sviluppo. E’ per questa ragione che qui torniamo a sottolinearlo visto che il lavoro indipendente è, in molti Stati Membri, di gran lunga più importante del lavoro dipendente».
D’Attis ha concluso ricordando che l’Europa ha una forte diversità in termini di indicatori economici e sociali tra territori, anche all’interno degli stessi Stati membri. «Ignorarli sarebbe sciocco e inopportuno se vogliamo costruire una dimensione europea più inclusiva. La valorizzazione del principio di sussidiarietà serve esattamente a questo: evidenziare che una strategia più attenta alla esigenze locali, è più vincente nel lungo periodo perché meglio interpreta le esigenze dei cittadini e delle imprese e perché più capace di costruire coesione sociale.
Elena Boschi
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