Legge di stabilità: è scontro Renzi-Ue sull’abolizione di Imu e Tasi

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Renzi: «Bruxelles non è il maestro che fa l’esame, non ha i titoli per intervenire sulle scelte economiche del governo». Ma dall’Ue: «Abbiamo una base legale»

Continua il testa a testa Renzi-Ue. Terreno di scontro, la legge di stabilità e, nello specifico, la decisione del governo italiano di eliminare le tasse sulla casa. Una scelta, quella annunciata a gran voce dal premier italiano, che Bruxelles non approva. L’Ue lo ha dichiarato apertamente e a più riprese: per stimolare la crescita e l’occupazione è necessario spostare il carico fiscale dal lavoro, non dalla casa. Ma Renzi non sente ragioni e anzi, sembra cogliere la palla al balzo per dimostrare tutta la sua determinazione ad «andare avanti come un treno» per la sua strada, “sprezzante” dei consigli che arrivano dall’Ue.

Il presidente del Consiglio si mostra quasi irritato dai moniti che arrivano dall’Unione e, intervenendo a Radio24 sottolinea che «Bruxelles non è il maestro che fa l’esame, non ha i titoli per intervenire sulle scelte economiche del governo». «In questi anni – spiega Renzi –  c’è stata subalternità psicologica dell’Italia verso gli eurocrati. Certo ci deve consigliare ma noi gli diamo 9 miliardi netti ogni anno e non è che ci deve dire qual è la tassa giusta da tagliare».  E poi conclude secco: «Se Bruxelles boccia la legge di Stabilità noi gliela restituiamo tale e quale».

Greeting between Matteo Renzi, Italian Prime Minister, on the right, and Jean-Claude JunckerInsomma, Renzi vuole far sapere a tutti che l’Italia non prende ordini da nessuno, nemmeno da Bruxelles. E sembra volerlo ricordare soprattutto all’elettorato, ora che le amministrative sono vicine e il MoVimento 5 Stelle, quello degli euroscettici, sembra essere l’avversario più temibile. In questo contesto, è più che evidente che questa presa di posizione del premier costituisca un’importante forma di propaganda elettorale, visto che il tema della casa rimane uno dei più cari agli italiani, ai quali, tra l’altro, sembra non piacere molto nemmeno l’idea di “prendere ordini” dall’Unione europea. Ecco dunque che la “battaglia” con l’Ue per eliminare le tasse sulla prima casa sembra essere più funzionale che mai allo scopo.

Se da una parte c’è l’elettorato, dall’altra rimane tuttavia l’Ue che di fronte alle dichiarazioni del premier italiano non sembra scomporsi più di tanto e ricorda semplicemente tramite la portavoce dei commissari economici Dombrovskis e Moscovici che «la base legale» per intervenire sulle scelte dei governi in realtà c’è, visto che «tutti gli Stati hanno firmato il Six pack, il Two pack, il Patto di stabilità e crescita e tutto è parte del Semestre Ue». In ogni caso, le valutazioni arriveranno entro fine novembre, alla luce delle  previsioni economiche di autunno che verranno pubblicate il 5 novembre.

Pier Luigi BersaniNon è soltanto Bruxelles, tuttavia, a non vedere di buon occhio l’eliminazione delle tasse sulla prima casa. La scelta del governo solleva malumori anche nella minoranza Pd. L’ex segretario del partito, Pierluigi Bersani, si lascia andare ad uno sfogo su  Facebook: «Siamo ancora a sfidare l’intelligenza degli italiani –scrive sul social – Dire che, a parità di welfare, abbassare le tasse è buono e giusto è come dire “viva la mamma’”. Nessuno può obiettare. Ma abbassarle prima di tutti a chi, e come, e per che cosa? Spero sia ancora possibile discuterne. Aggiungo: che cosa vogliamo fare dell’articolo 53 della costituzione, che parla di progressività? Le norme sulla casa introducono per via di fatto un 53 bis: chi ha di più paga di meno».

Insomma come se non bastasse la perplessità di Bruxelles, ora si apre un’altra questione interna al Pd: eliminare le tasse sulla prima casa è un provvedimento di sinistra o piuttosto di destra? Pronta arriva la risposta di Renzi, durante il suo intervento per la presentazione dello stabilimento della Danieli: «Tagliare le tasse non è di destra, è giusto. È una questione di buon senso non ideologica, gli italiani ne hanno pagate troppe». Difficile trovare un elettore che possa non concordare con una dichiarazione del genere. Ormai siamo in piena campagna elettorale e Renzi sembra conoscere molto bene i meccanismi che la regolano.

In molti sono pronti a scommettere che la legge di stabilità, complice anche l’appoggio della Merkel,  riuscirà comunque a passare al vaglio dell’Ue, magari con qualche raccomandazione. Il che costituirebbe un punto per Renzi che avrà così dimostrato di saper tenere testa a Bruxelles e alle sue “regole”. Resterà poi da vedere se tanto basterà a convincere gli italiani anche in sede elettorale.

 

Valentina Ferraro
Photo © European Commission

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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