Leonardo genio multiforme e totalmente europeo

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In occasione dell’inaugurazione dell’Expo 2015 la città di Milano dedica una mostra ai molteplici talenti del maestro di Vinci

La genialità eclettica e multiforme di Leonardo difficilmente si lascia ingabbiare nei ristretti confini di una singola esposizione. Per questo tanto più ambizioso appare il grande progetto messo in campo in occasione dell’Expo 2015, prodotto in sinergia dal Comune di Milano, da Palazzo Reale e da Skira, proprio perché aspira mostrare il particolare connubio fra ricerca scientifica e creatività che anima il pensiero del maestro di Vinci.

Troppo ampio lo spettro dei suoi interessi per essere totalmente compreso dai contemporanei. Il Vasari ne loda le numerose abilità salvo poi sottolineare, con una punta di ironia, come sovente lasciasse le proprie opere incompiute. Eppure la mostra, grazie ad una presentazione attenta e accurata, ci fa capire come Leonardo, lungi dal risultare chiuso in un austero solipsismo, fosse pienamente inserito nel proprio tempo. Egli risalta in tutto e per tutto come un uomo del Rinascimento.

Forte il suo legame con Milano. Anche se nato a Vinci, Leonardo opera a lungo alla corte di Ludovico il Moro, dove ha modo di esternare le proprie multiformi capacità, in particolare in campo tecnologico e scientifico. Terminerà la sua straordinaria vicenda creativa in Francia, dove la morte lo coglie nel 1519.

Fondamentale è per lui l’esperienza diretta del reale, suo scopo indagare la molteplicità della natura individuando le leggi generali che la governano. Tutto lo scibile lo attrae. Il celebre Uomo vitruviano, così detto perché basato sul metodo di misurazione del corpo codificato da Vitruvio, rappresenta il concetto di armonia che sottende alla creazione.

Leonardo si spinge tanto a fondo nel mistero della macchina umana da rivoluzionare il concetto stesso di anatomia. Pratica la dissezione dei cadaveri, ma rivendica il primato della rappresentazione per immagini in quanto presenta quelle caratteristiche di distacco e di chiarezza analitica indispensabili alla comprensione del funzionamento del corpo, sia esso umano o animale. In tal senso l’uomo diviene una sorta di involucro trasparente, una mirabile architettura nella quale lo studioso si immerge per carpirne i segreti.

Veicolo principe del suo pensiero e tema centrale dell’esposizione è dunque il disegno. In quest’ottica la rappresentazione anatomica non è solo ricerca scientifica autonoma, ma anche base per il progredire della raffigurazione artistica.

17. Id. 156 Leonardo#536830In mostra non mancano comunque pregevoli dipinti. Il Louvre non poteva concedere opere considerate inamovibili quali la Gioconda e La Vergine delle rocce, ma ha comunque fornito La Belle Ferronière, eseguita durante il primo soggiorno milanese. Lo sguardo della dama effigiata sembra sottrarsi costantemente allo spettatore, come fosse attratto da un qualcosa che accade al di fuori del quadro, generando un senso di mistero acuito dall’ambiguità dello sfondo scuro. Si tratta di un importante spostamento dell’attenzione sulla psiche del soggetto, il che muta in senso moderno la concezione stessa del ritratto.

Analoga impostazione nel Musico dell’Ambrosiana, di nuovo una figura di tre quarti. Forse ha appena terminato di cantare, o forse si accinge a farlo. Il suo sguardo diretto verso l’esterno suggerisce l’ambiguo balenare di un moto dell’animo effimero e fugace. Leonardo stesso vantava grandi doti musicali, come testimonia il Vasari, e forse l’idea del quadro deriva proprio dall’esperienza personale. Ancora dal Louvre proviene il San Giovanni Battista, soffuso di una luce calda e fortemente espressiva.

Vinci Léonard de (1452-1519). Paris, musée du Louvre, D.A.G.. INV2376-recto.
Vinci Léonard de (1452-1519). Paris, musée du Louvre, D.A.G.. INV2376-recto.

Come dicevamo all’inizio, Leonardo non si esaurisce nell’esperienza pittorica. Il percorso espositivo viene suddiviso in ben dodici sezioni diverse, a rappresentare le utopie e i sogni che rapivano interamente il suo pensiero. Straordinari i disegni presenti in mostra, come quelli appartenenti alla Royal Collection di Windsor, proprietà della Regina Elisabetta.

Ci troviamo di fronte strane macchine da guerra che paiono anticipare i moderni carri armati, progetti che sfiorano le distanti acquisizioni della robotica, attrezzature da palombaro pensate per camminare sotto l’acqua, o ancora schizzi che aspirano al volo umano.

Quelle che il Vasari vedeva come bizzarrie e capricci erano in realtà straordinarie prefigurazioni di un tempo futuro nel quale Leonardo aveva saputo immergere lo sguardo, con una preveggenza che ancora oggi stupisce e incanta.

Riccardo Cenci

 

Leonardo da Vinci 1452-1519

Palazzo Reale – Milano

Dal 16 aprile al 19 luglio 2015

Orari: lunedì 14.30-19.30

Martedì e mercoledì 9.30-19.30

Dal Giovedì alla domenica 9.30-24.00

Biglietti: intero € 12,00 ridotto € 10,00

Catalogo: Skira

www.skiragrandimostre.it/leonardo/

 

Foto:

In alto

Id.182 LEONARDO DA VINCI, Le proporzioni del corpo secondo Vitruvio (L’uomo vitruviano)

disegno inciso e forato con punte metalliche, ripassato ad inchiostro con tocchi dello stesso inchiostro acquarellato

Venezia, Gallerie dell’Accademia

 

Al centro

Id.156 LEONARDO DA VINCI, Belle Ferronière

olio su tavola di noce; 63 x 45 cm

Paris, Louvre, Département des Peintures

© 2014. The Trustees of the British Museum c/o Scala, Firenze

 

In basso

Id.151 LEONARDO DA VINCI, Studio per Madonna Litta

punta metallica su carta preparata blu; 17,9 x 16,8 cm

Paris, Musée du Louvre, Département des Arts Graphiques

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

1 commento

  1. Esiste una piccola possibilità, ma non nulla, che la principale opera di Leonardo in mostra, non sia a Milano ma a Torino, non l’Autoritratto ma la Sindone. I geni tendono ad operare in modo simile e ad avere un volto somigliante. Se la Sindone è “autentica”, allora è un “autoritratto” di nostro Signore Gesù, paragonabile ai capolavori del Rinascimento. Se non è lo è, ed è fatta da mani d’uomo, potrebbe essere un ritratto veritiero di Gesù (volto) eseguito da Leonardo da Vinci che ne sarebbe il modello. L’autoritratto di Leonardo somiglia al volto sindonico. Ritraendo se stesso avrebbe ottenuto il volto del Salvatore. L’immagine della ferita al costato della Sindone ingrandita ricorda il guerriero centrale urlante della Battaglia di Anghiari di Leonardo. E il volto di profilo presente nell’immagine delle ferite ai piedi, sarebbe il ritratto dell’autore, come si usava nei quadri rinascimentali, ove l’artista si inseriva nelle opere che realizzava. Come nell’Adorazione dei Magi dove Leonardo si ritrasse sulla destra mentre si allontanava da Firenze per andare a Milano. Le mani apparentemente di lunghezza diversa dell’uomo sindonico, ricordano quelle anormalmente lunghe delle Dama con l’ermellino di Leonardo. In entrambi i casi il volto sindonico sarebbe veritiero riguardo Gesù di Nazaret. Cfr. Ebook. Tre uomini un volto: Gesù, Leonardo e Michelangelo. Grazie.

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