Brutto risultato per il partito del commissario europeo Dombrovskis. Ma ora riuscire a metter sù un governo in tempi brevi sarà un’operazione difficile
In Lettonia si preannuncia difficile la formazione di un nuovo governo, visto che dalle elezioni di ieri è venuto fuori uno scenario politico piuttosto frammentato. Un problema che il presidente della Repubblica Raimonds Vējonis dovrà sbrogliare nelle prossime ore. Lo scenario che si presenta al Paese – come peraltro avvenuto in tutte le ultime elezioni politiche nei Paesi dell’Unione europea – è invece una lunghissima trattativa tra forze politiche anche molto diverse, per mettere in piedi una qualche coalizione.
Guardando i risultati ad aggiudicarsi la vittoria è stato il partito filo-russo Concordia, che ha ottenuto però solo il 19,8% dei voti, il che significa che non è in grado di governare da solo. A seguire le due formazioni populista KPV LV al 14,25% e Nuovo partito conservatore al 13,6%. Mentre invece il partito Per lo sviluppo, pro Ue e pro Nato, si è fermato al 12%. Male la formazione di centro-destra del vice presidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis, Nuova unità (“Vienotiba” in lettone), che si è attestata al 6,7%, sì superando la soglia del 5% necessaria a entrare in Parlamento, ma registrando un considerevole calo nei consensi.
Il partito liberal-conservatore dell’ex premier Dombrovskis fa parte della coalizione di governo tripartita uscente, composta appunto da Nuova unità (6,7%), nonché da Unione dei Verdi e dei Contadini dell’attuale premier Māris Kučinskis (9,9%) e da Alleanza nazionale (11%). In totale questi tre partiti hanno ottenuto circa il 27% dei voti. Ben al di sotto rispetto ai risultati del 2014, quando Unità si era attestata al 21%, Unione dei Verdi e dei Contadini al 19,5% e Alleanza nazionale al 16,6%.
Dall’Italia il vicepremier Luigi Di Maio ha colto l’occasione per attaccare il vice presidente della Commissione Ue. «Anche a casa sua il commissario europeo Dombrovskis riceve una sonora bocciatura: il suo partito è passato dal 24% di 4 anni fa al 6%. È la fine di una certa idea di Europa, delle politiche dell’austerità, dello zero virgola. È l’inizio di una nuova era», ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro dello Sviluppo economico e del Lavoro parlando a un appuntamento elettorale del M5S in Basilicata. Dal canto suo il “falco” Dombrovskis, che è stato premier in Lettonia dal 2009 al 2014, su Twitter si è detto «fiducioso che il mio Paese sarà in grado di mettere in piedi un governo fermamente filo-europeo». «Apparteniamo all’Europa», ha scritto.
La batosta ai tre partiti della coalizione uscente è dovuta all’insoddisfazione dell’opinione pubblica per la lotta contro la corruzione e il riciclaggio di denaro, entrambi argomenti chiave della campagna elettorale, nonostante la coalizione sia riuscita a migliorare la situazione economica del Paese, colpito duramente dalla crisi del 2008. Secondo gli analisti, tuttavia, i tre partiti avranno voce in capitolo nei colloqui per la formazione del nuovo esecutivo, che è previsto durino diverse settimane.
In passato i partiti avevano stretto patti per tenere i filo-russi di Concordia – partito che fino al 2017 aveva un accordo di cooperazione col partito di Putin Russia Unita – fuori dai governi. Ma adesso è giunta l’apertura da uno dei due partiti populisti, KPV LV. Tuttavia i 24 seggi di Concordia e i 15 di KPV LV non sarebbero sufficienti ad arrivare a una maggioranza nel Parlamento, composto da 100 seggi. «Non è possibile nessuna coalizione senza Concordia che appaia capace e stabile», ha detto Nils Ušakovs, presidente del partito filo-russo e sindaco della capitale Riga, all’agenzia di stampa Leta. Concordia sostiene che vuole che la Lettonia resti nell’Ue e nella Nato, ma al tempo stesso desidera rapporti economici più stretti con la Russia. La Lettonia confina con la Russia e circa un quarto dei suoi 2,2 milioni di abitanti sono di lingua russa.
Ieva Krūmiņš
Foto © Esn Lithuania, lsm.lv, Daily Express