Luca Imperiali interprete dei paesaggi urbani della Roma di oggi

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In mostra al Centro Studi Cappella Orsini della Capitale le opere del pittore affascinato dalle rovine dell’era industriale. Un artista europeo poco “moderno”

Il volto tirato, i capelli disordinatamente scomposti, l’aspetto vagamente maudit, Luca Imperiali potrebbe abitare gli spazi urbani della Parigi di inizio Novecento, percorsa dalle figure inquiete di Modigliani e Soutine, animata da un fervore artistico che ha pochi paragoni nella storia dell’arte. Il suo ambiente d’elezione è invece quello che va da Tormarancia a Ostiense fino a Testaccio, passando attraverso la Garbatella storica, un paesaggio segnato da residui di archeologia industriale, dal gasometro alla grande area degli ex mercati generali e dell’ex mattatoio, oggi trasformato in sede espositiva. Rovine di un recente passato che appaiono non meno misteriose dei ruderi di epoca romana, alle quali la pittura conferisce un’aura sfuggente, come fossero appena emerse da una distanza infinita.

img_5976Altre Rome è il titolo della monografica in corso al Centro Studi Cappella Orsini, nel cuore pulsante della capitale, una mostra basata interamente sui paesaggi urbani. Luca Imperiali ama infatti dipingere en plein air, come facevano gli impressionisti; un metodo di lavoro che potrebbe apparire anacronistico nell’era contemporanea, popolata da video e istallazioni le quali sovente si limitano a ripetere cliché usurati, senza cogliere veramente l’anima del tempo nel quale ci troviamo a vivere. Luca Imperiali, al contrario, ama sporcarsi le mani con i pennelli, praticare l’arduo mestiere del pittore in un’epoca durante la quale questo appare terribilmente fuori moda.

La sagoma del gasomeimg_5968tro domina alcune sue tele, vagamente inquietante in quanto ormai priva di un ruolo concreto, eppure presente a definire lo spazio. A volte il pittore sceglie di mostrare il paesaggio come fosse ritagliato dall’intreccio metallico della sua struttura, frammentato e indecifrabile, un enigma privo di risposta. Altre volte sono le aree abbandonate, solcate da una linea ferroviaria deserta o da enormi gru ad attrarre l’attenzione dell’artista.

Gli spazi urbani sono quasi sempre deserti, desolati e terrei come le tele in cui Sironi riusciva a eludere la retorica del regime. Figure sparute popolano il pontile di Ostia, altro luogo amato dal pittore, come se fossero sul punto di essere trascinate via dal vento impetuoso. Le marine mostrano spiagge vuote, dove lo spazio è segnato esclusivamente da un ombrellone aperto che proietta la sua ombra incerta sulla sabbia. Lo stile è vagamente passatista, certamente ispirato ai grandi pittori impressionisti, ma anche percorso da un’impronta personale. Particolarmente belli i notturni, solcati da luci tremolanti che fanno immaginare sconfinate solitudini, persone chiuse nei propri appartamenti come larve di un’era post-atomica. Un cielo plumbeo incombe sul paesaggio, colmando lo spazio di un loquace silenzio.

img_5957Nelle tele più datate tutto appare immobile, come percorso da un opprimente pessimismo. Alcuni paesaggi successivi presentano uno stile affine al puntinismo, anche se il segno appare più vicino ai pixel dell’era tecnologica. Il risultato è di grande effetto, con il tessuto urbano che si presenta di fronte ai nostri occhi come fosse un immenso circuito stampato brulicante di luci. Le ultime tele infine recuperano l’elemento naturale in tutta la sua vibrante energia.

Le opere dialogano perfettamente con lo spazio labirintico della cappella Orsini, i volumi d’arte che ingombrano gli scaffali, i divani del primo livello che la fanno assomigliare a un salotto ottocentesco e le strutture lignee del secondo piano, dal sapore rinascimentale.

In un’epoca in cui il mondo dell’arte è in mano ai grandi mercanti e preda delle mode, Imperiali riparte dal dato pittorico. Una scelta coraggiosa, che oppone all’effimero consumismo la volontà di indagare fino in fondo l’abisso spaventevole del nostro tempo.

Riccardo Cenci

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Luca Imperiali

Altre Rome

Centro Studi Cappella Orsini – Roma

Via di Grottapinta 21

2 – 16 ottobre

orario: 15-19 dal lunedì al sabato

ingresso gratuito

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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