L’Ue finanzia la cooperazione Adriatico-Ionio. In arrivo 118 milioni di euro con il programma Adrion

0
796

(Post concesso in esclusiva da Eurocomunicazione alla Rappresentanza in Italia della Commissione europea, vedi link)

 

Dopo l’approvazione della politica di coesione 2014-2020, da parte del Parlamento europeo e della Commissione, arriva ADRION il programma da 118 milioni di euro per la cooperazione tra Italia, Grecia, Croazia, Serbia, Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Slovenia.

 

Karmenu VellaAdrion ai nastri di partenza, a ottobre la pubblicazione del primo bando. Con i suoi otto Paesi e più di settanta milioni di abitanti coinvolti, è il Programma europeo più importante per l’area Adriatico-Ionica. Esso prevede, infatti, il finanziamento di progetti di cooperazione territoriale e risponde direttamente alle esigenze della strategia Europa 2020 per una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva. Per raggiungere questi obiettivi l’Unione europea, nel quadro della politica di coesione, stanzierà complessivamente 351,8 miliardi di euro per il periodo 2014-2020. In linea con tale strategia, i progetti selezionati dal Programma Adrion 2014-2020, verranno finanziati per un totale di € 117.917.378 provenienti dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR), dallo Strumento di Preadesione (IPA) e in maniera minore da finanziamenti nazionali.

Fonte_Commissione Europea1Facilitare l’innovazione, l’imprenditorialità, l’economia della conoscenza e la società dell’informazione, migliorare l’attrattività delle regioni e delle città con attenzione allo sviluppo sostenibile, sono le priorità di Adrion. Questi obiettivi dovranno essere perseguiti attraverso la realizzazione di progetti condivisi, a livello transnazionale tra i partecipanti, volti a migliorare il processo di integrazione territoriale, economica e sociale dei Paesi coinvolti e di contribuire alla coesione, alla stabilità e alla competitività della zona Adriatico-Ionica. L’area interessata comprende quattro Paesi membri (Italia, Grecia, Croazia e Slovenia) e quattro Paesi non Ue (Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro e Serbia) e copre una superficie con più di settanta milioni di abitanti. Nelle intenzioni del legislatore europeo, l’individuazione di questa terza “Macroregione”, così come definita dalla Commissione europea dopo quella del Baltico e del Danubio, non è casuale. Una chiave di lettura della strategia che sottende al Programma può essere, infatti, ricercata nel voler concedere ai Paesi candidati all’adesione a possibilità di collaborare con gli Stati membri, nello specifico agevolando l’integrazione nell’Unione europea dei Balcani.

mare_adriatico_ramon_cutanda_lopez_flickrIn particolare, l’area interessata dal Programma Adrion, nel corso degli anni, ha assunto sempre più importanza nel quadro delle politiche dell’Unione europea se si pensa che già nel dicembre 2012, il Consiglio europeo diede mandato alla Commissione per avviare un piano d’azione per gli otto Paesi interessati, in merito ad una strategia europea, la cosiddetta Eusair, proprio per l’area Adriatico-Ionica. Non è un mistero che la “Macroregione”, svolga un ruolo chiave nel processo di integrazione dei Balcani nell’Unione europea come evidenziato anche dall’attuazione dei precedenti Programmi europei transnazionali del Danubio nel 2012 e nel 2014. Ulteriore testimonianza diretta dell’importanza strategica relativa alla crescita socio economica di questa parte dell’Europa sono i 118 milioni di euro stanziati per il suo sviluppo proprio attraverso il Programma Adrion. Attualmente l’area Adriatico-Ionica è, però, imbrigliata dalla crisi economica, da una incompleta transizione dei Paesi candidati e dalle problematiche legate al fenomeno della migrazione ai confini dell’Unione europea. Adrion può avere un ruolo cruciale per rilanciare la politica di allargamento dell’Ue e per risollevare la situazione economia dell’intera area.

Fonte_Sito programma South Est EuropeIn questo scenario anche l’Italia gioca un ruolo fondamentale. Con la sue dodici Regioni che partecipano al programma, nello specifico Abruzzo, Molise, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia, Provincia Autonoma di Trento e di Bolzano, Veneto, Friuli-Venezia Giulia, Emilia-Romagna, Umbria e Marche, ha una posizione geograficamente strategica nello sviluppo di politiche integrate e di collegamento con i Balcani. La posizione geopolitica rilevante delle regioni italiane unita agli strumenti forniti da Adrion, che intende coinvolgere enti locali, imprenditoria e tessuto sociale, sono potenzialmente capaci di coniugare crescita economica e stabilizzazione per un’area che ha conosciuto solo vent’anni fa tragedie come pulizia etnica e guerra.

 

Giovanni Aversa

Foto © European Community 2015

Articolo precedenteLa crisi della civiltà e dell’etica. L’Europa di oggi stretta tra muri e menzogne
Articolo successivoVienna: il museo del Belvedere fra tradizione e modernità
Giovanni Aversa
Classe 1986, laureato in Relazioni Internazionali e con Master in Development Economics and International Cooperation. Ha svolto tirocini presso il Ministero degli Affari Esteri prima e l’Ambasciata Americana poi. Attualmente è Cultore della Materia in Economia nel Dipartimento di Economia e Impresa (DEIM) presso l’Università degli Studi della Tuscia di Viterbo e collabora con Assonebb, Associazione Nazionale di Banca, Borsa e Finanza a cui aderiscono imprese e banche (tra cui la Banca d'Italia). E' fondatore e responsabile editoriale di Affariglobali.it, think tank specializzato su economia, esteri ed Europa.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui