L’Ue respinge la manovra di bilancio dell’Italia, ma il Governo tira dritto

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Si accende il clima di campagna elettorale in vista delle elezioni europee in primavera, quando le istituzioni dovranno affrontare la sfida dei critici verso l’Unione

Il primo ministro italiano Giuseppe Conte prova a fare da pompiere dopo le tensioni tra il Governo e l’Unione europea, dovute alla “storica” bocciatura della manovra di bilancio. Mai prima d’ora, infatti, l’organizzazione sovranazionale aveva respinto al mittente le misure economiche di un Paese membro. «Abbassiamo tutti i toni», ha dichiarato il premier, «facciamo sistema affinché ciò avvenga».

Di MaioI mercati però non hanno reagito bene e lo spread, il differenziale con i titoli di Stato tedeschi, è schizzato sopra 300, toccando quota 320. E nonostante l’esecutivo ostenti sicurezza nel difendere la propria manovra, questi numeri destano qualche preoccupazione. «Sicuramente se lo spread sale o se si mantiene alto a questo punto è un problema», commenta Conte, «quindi dobbiamo augurarci che scenda. Vogliamo e dobbiamo mandare un messaggio di fiducia». Gli fa eco il vicepremier e ministro del Lavoro Luigi Di Maio, «nelle prossime settimane lo spread comincerà a scendere perché saranno le settimane del dialogo con l’Ue».

TriaIl ministro dell’Economia Giovanni Tria conferma che «320 è un livello che non possiamo considerare di mantenere troppo a lungo», ma c’è la convinzione che «i fondamentali dell’Italia sono solidi. Non ci sono motivi che giustifichino questi livelli, il problema è l’incertezza politica su dove il Governo vuole andare a finire. Come sull’euro, che nessuno mette in discussione».

L’Ue ha dato tre settimane di tempo all’Italia per presentare un nuovo documento programmatico, puntando soprattutto sul ministro Tria, giudicato dal commissario europeo per gli Affari economici e monetari Pierre Moscovici «un interlocutore credibile e legittimo». Meno gradita, invece, la reazione dell’europarlamentare leghista Angelo Ciocca, che aveva usato la sua scarpa per calpestare la lettera di rigetto inviata dallo stesso Moscovici. «Episodio grottesco», scrive il commissario su twitter, «all’inizio si sorride e si banalizza, poi ci si abitua a una sordida violenza e un giorno ci si risveglia con il fascismo. Restiamo vigili. La democrazia è un tesoro fragile».

Valdis DombrovskisPreoccupazioni arrivano anche dal vicepresidente della Commissione europea Valdis Dombrovskis. «Per la prima volta siamo costretti a richiedere a un Paese dell’Eurozona di rivedere il suo documento programmatico di bilancio. Non vediamo alternative, i chiarimenti ricevuti non sono stati convincenti abbastanza da farci cambiare la conclusione. Il Governo italiano sta andando apertamente e consapevolmente contro gli impegni presi nei confronti di se stesso e degli altri Stati membri». Porte più che aperte al dialogo però, «l’Europa è costruita sulla cooperazione. Se la fiducia viene erosa, tutti vengono danneggiati».

L’Italia finora però, per voce del vicepremier e ministro dell’Interno Matteo Salvini, non sembra disposta ad «arretrare di un passo. Bruxelles può mandare dodici letterine da qui fino a Natale ma la manovra non cambia». Il leader leghista non risparmia stoccate all’Ue tutta, «è un attacco all’economia italiana, gli euroburocrati ce l’hanno con l’Italia. Se insistono a tirare schiaffoni a caso mi viene voglia di dare più soldi agli italiani».

La bocciatura viene infatti dall’eccessivo rapporto deficit/Pil, fissato al 2,4% attraverso cui mettere in atto manovre di espansione, almeno secondo le intenzioni dell’esecutivo. «I numeri non cambiano, perché siamo convinti delle nostre misure che stimolano la crescita», aggiunge il sottosegretario di Stato Giancarlo Giorgetti. «Non esiste nessun piano B», conferma il premier Conte.

MattarelaPiù pacato il ministro Tria, «sono sorpreso e perplesso per alcune valutazioni superficiali che criticano negativamente punti che nella legge di Bilancio non ci sono, forse li hanno letti sui giornali». Media anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella «la logica dell’equilibrio di bilancio non è quella di un astratto rigore. Ci deve guidare uno sguardo più lungo sullo sviluppo, la sua equità e la sua sostenibilità e, al contempo, occorre procedere garantendo sicurezza alla comunità, scongiurando che il disordine di Enti pubblici e finanza produca contraccolpi pesanti per le fasce più deboli».

Altra parte interessata è la Banca centrale europea, che dovrà valutare in un’agenda già fitta di impegni – vedi la Brexit – i rischi di contagio dell’Italia. I debiti sono stimati per circa 380 miliardi e oltre a casi ormai storici come Monte dei Paschi di Siena, altri istituti più o meno grandi potrebbero vacillare. Lo stesso ministro degli Affari europei Paolo Savona ha invocato tutela dalla Bce per evitare che ci sia scarsezza di liquidità per via di uno spread a livelli di guardia.

Secondo il Financial Times la Bce potrebbe riconsiderare la distribuzione di bond attraverso il meccanismo denominato capital key, facendo perdere all’Italia 28 miliardi di riacquisti di Buoni del tesoro poliennali (Btp).

Per capire meglio la situazione bisognerà attendere un primo passaggio fondamentale, l’appuntamento dell’8 novembre quando la Commissione europea pubblicherà le previsioni economiche per gli Stati membri in vista delle future riunioni del Consiglio d’Europa di dicembre. Tra le opzioni che secondo gli esperti del settore vanno a profilarsi qualora l’Italia continui ad essere indisciplinata, ci sono la diminuzione dei prestiti da parte della Bce o la richiesta di costituzione di un deposito presso l’Unione, ma sono solo previsioni.

Quel che è certo è che tra sei mesi ci saranno le elezioni per il rinnovamento del Parlamento europeo e sembra già chiaro l’acceso clima di campagna elettorale tra fautori dei regolamenti e dell’austerity e partiti o movimenti più o meno anti-europeisti.

 

Raisa Ambros      

Foto © Internazionale; dire.it; Corriere;ec.europa.eu;farodiroma.it; ViviRoma.tv

 

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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