L’unificazione tra Moldova e Romania: è possibile ripetere la storia?

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l'unione della Moldova con la Romania

A quasi 100 anni dall’unità dei due Paesi, per la Repubblica Moldova ci sono due vie per avvicinarsi all’Europa: aderire all’Ue, oppure annettersi alla Romania

Repubblica Moldova e Romania hanno celebrato il 27 marzo i 99 anni dalla breve unificazione, avvenuta tra quel giorno del 1918 – unica possibilità per la Moldavia di salvarsi dall’impero zarista – e il 28 giugno 1940, quando la Bessarabia (il nome storico della Moldova) è stata nuovamente annessa alla Russia, allora Unione Sovietica, in base al patto segreto Ribbentrop-Molotov. I cittadini dei due Stati hanno risposto positivamente, partecipando a diverse attività culturali e tradizionali, come concerti, degustazioni di cibo e una marcia del tricolore in varie città.

Klaus Johannis 27 martieIl 27 marzo 2017 l’attuale presidente della Romania Klaus Iohannis (nell’immagine a sinistra) ha firmato un decreto che ha istituito la data come festa nazionale. Seguendo il modello romeno, alcuni politici del Partito Liberale moldavo hanno fatto la stessa richiesta. Ma è possibile ripetere la storia, c’è qualche speranza di vedere i due Stati di nuovo insieme?

 

Il processo di riunificazione è cominciato con investimenti di centinaia di milioni di euro da parte della Romania per la costruzione di scuole, l’offerta di borse di studio ai ragazzi moldavi e la modernizzazione delle infrastrutture.

L’unione con la Romania per i moldavi significherebbe beneficiare dello stesso tenore di vita – salari e pensioni in primis – dei fratelli di oltre il fiume Prut, degli investimenti nell’economia moldava, delle sicurezze offerte dal Paese membro dell’Unione europea.

Traian Basescu unirea Moldovei cu RomaniaNel novembre 2016 l’Agenzia di stampa Ansa ha riportato la dichiarazione dell’ex presidente della Romania Traian Basescu (nella foto a destra), secondo cui l’unione sarebbe fattibile in 5 anni. Abbiamo chiesto ad alcuni cittadini dei due Paesi cosa ne pensassero.

«Più i politici affrontano l’argomento, meno chance ci sono che questa avvenga», commenta Iulian Groza, Direttore Esecutivo dell’Istituto per le Politiche e Riforme Europee (IPRE) della Moldova. Molte le aree di intervento, secondo Groza. La cultura, l’educazione, l’apprendimento del romeno, la cooperazione nella delicata lotta alla corruzione, misure concrete nell’ambito delle relazioni economiche, commerciali, difesa e sicurezza comuni e l’inclusione delle minoranze, «o la promozione della diversità inclusiva». Già centinaia di migliaia di moldavi hanno la cittadinanza romena, almeno altrettanti l’avranno in futuro: «l’unione la faranno i cittadini, prima o poi».

L'unione della Moldova con la RomaniaSecondo Calin Georgecu, giornalista pubblicista romeno, non sarà così facile: «La persona che fa questa previsione non è credibile, il partito che gli ha creduto (il Movimento Popolare, primo in Moldavia nel 2016 secondo la stampa, ndr), ha perso influenza e la maggior parte dei suoi “uomini”, inclusi membri della famiglia Basescu, hanno avuto problemi con la giustizia». Per Georgecu, Basescu non guarda alla Moldova con occhio disinteressato. «Credo che Vlad Filat (ex-premier moldavo, che attualmente sta scontando 9 anni di reclusione per abuso di potere e corruzione passiva, ndr), suo caro amico, gli abbia lasciato qualcosa da prendere, i moldavi dovranno stare attenti ai risparmi».

«5 anni è una previsione ottimista. Sono unionista da sempre, credo e sostengo i valori romeni come cittadino e servo la cultura romena come scrittore», racconta Vitalie Ciobanu, scrittore, giornalista pubblicista, commentatore alla Radio Europa Libera e caporedattore della rivista di cultura Contrafort. Esiste un movimento che organizza eventi e campagne di informazione al riguardo, ma c’è anche «una grande depressione nella società per via della povertà e della corruzione che ha sommerso le istituzioni.L'unione della Moldova con la Romania La Repubblica Moldova può essere chiamata un patrimonio della mafia, dominato dall’oligarca Vlad Plahotniuc e dai clan del suo ambiente». Per questo il numero degli unionisti è cresciuto dal 4-5% al 25-30% in pochi anni. «Per realizzare l’unione c’è bisogno di lotta alla corruzione e di riforme profonde, non possiamo pesare sulla Romania per la ripresa, dobbiamo avvicinarci noi al loro livello economico». Esistono altri ostacoli all’unione: l’influenza della Russia, la Transnistria separatista e criminalizzata – dove la Russia ha illegalmente truppe militari che rifiuta di ritirare, minoranze etniche che si oppongono, come i gagauzi (gruppo etnico turcofono che vive nel sud della Moldavia, ndr) e i russofoni, ma anche tanti moldavi, che sono stati «zombificati» dalla propaganda russa dei media. Nel contesto geopolitico attuale l’aggressione della Russia in Ucraina ha complicato le cose in tema di frontiere.  «Per questo, l’unica soluzione fattibile mi sembra l’unione, o l’integrazione graduale dei due Stati: giuridica, economica, energetica, culturale, mediatica». I vantaggi sono visti soprattutto dai giovani e imprenditori, «persone che hanno viaggiato in Occidente. L’unione porterà a tutti e due i Paesi un mercato del lavoro e una competizione economica più grande».

L'unione della Moldova con la Romania«La dichiarazione di Traian Basescu è basata sulla volontà e l’impegno della parte consapevole dei due Stati, che da anni combatte per l’idea dell’unità spirituale del popolo romeno», l’opinione di Tatiana Ciobanu, dottoressa in Scienze Umanistiche. Un primo tentativo c’è già stato nel 1991, proposto dal Presidente moldavo Mircea Snegur, a condizione che diventasse vicepresidente della Romania “allargata”, ma la cosa non si concretizzò. «Intellettuali e la società civile segnalano la necessità di una maturità affettiva così come è successo ai tedeschi delle due Germanie. Il movimento giovanile unionista è molto forte e ha l’intenzione di sensibilizzare anche il Parlamento europeo».

L’ipotesi dell’unione sembra però allontanarsi dopo l’elezione del presidente filo-russo Igor Dodon – la sua prima visita ufficiale è stata a Mosca e usa spesso la lingua russa, sia in occasioni ufficiali che sui social network.

Dodon Tusk Bruxelles
Igor Dodon con Donald Tusk

A dicembre 2016 Dodon ha denunciato l’aggressiva romenizzazione della Moldova, per l’offerta di 5000 borse di studio annuali da parte del governo romeno. Allo stesso tempo ha sostenuto la necessità di scusarsi con la Transnistria per la guerra del 1992, causata a suo dire dalla Moldova, troppo desiderosa di unirsi con la Romania. E giusto per rendere la situazione più tesa, ha provato a togliere a Basescu la cittadinanza moldava, anche se il suo decreto è stato respinto dalla Corte di Giustizia della Repubblica Moldova.

In visita a Bruxelles lo scorso febbraio, Dodon ha sostenuto l’idea di istituire elezioni referendarie per annullare l’Accordo di Associazione con l’Ue, pur ringraziando per il supporto economico ricevuto dall’organizzazione continentale per otto anni, ma che non avrebbe comunque migliorato le condizioni del Paese. Secondo lui la fiducia dei suoi concittadini e la voglia di entrare in Europa in questo periodo sono scese dal 68 al 38%.

Cosa sarà della Moldova, il più povero Stato europeo se non prenderà nessuna delle due vie per avvicinarsi all’Ue?

 

Raisa Ambros

Foto © Nasul.TV; Agora.md; Moldova MARE; independent.md; Twitter; Rador

 

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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