L’Unione europea e la tecnologia americana: è ancora scontro

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Cosa lega Netflix, Amazon, Google e Android? I conflitti con Bruxelles, che protegge l’Ue con regolamenti e leggi, senza una visione complessiva e credibile del mercato digitale

Negli ultimi anni Bruxelles si è scontrata con alcuni dei colossi americani della tecnologia e dei servizi, per ragioni ogni volta differenti. Il motivo di base però è lo stesso, ossia quello di proteggere la competitività del mercato, laddove queste aziende per motivi strutturali legale ai prodotti o per la scelta degli utenti, tendono ad assumere un comportamento di monopolio.

Competitività per l’Unione europea vuol dire che una fetta del mercato deve essere garantita ai competitors europei.

La commissione si scontra con Google inc.

Margrethe Vestager

I rapporti tra la Commissione europea e Google non sono tra i più rosei. Il tentativo comunitario di regolarizzare e rendere più sicura la privacy all’interno di un Mercato Unico Digitale ha portato l’Unione europea a scontrarsi con il colosso americano per tanti motivi, il più recente quello relativo ad Android. L’accusa è quella di bloccare lo sviluppo e l’innovazione del sistema per smartphone più conosciuto e di inserire elementi Google imprescindibili per il corretto funzionamento del sistema. Il sistema Android è open source, chiunque ne sia capace può modificarlo. Vi sono però alcuni paletti a questa possibilità di modifica, ossia circa dieci applicazioni Google che non possono essere eliminate. Anche questi limiti però, non sono rigidi: ad esempio è possibile impostare un browser differente a Google, o una casella mail che non sia Gmail. Ciononostante queste applicazioni possono non essere utilizzate ma non eliminate dal sistema. Il problema è proprio questo: che un sistema definito open abbia degli elementi irremovibili.

Una delle preoccupazioni di Bruxelles è senza dubbio il fatto che tutti questi player a cui il mercato europeo si affida sono esclusivamente americani, e portano altissimi profitti al di fuori del continente. Se Google portasse parte delle proprie attività nel Vecchio Continente, anche Bruxelles si dimostrerebbe più morbida.

Lo scontro con Netflix e Amazon

Altro nodo ma stesso problema per Amazon e Netflix. L’Unione europea ha aggiornato le leggi di radiodiffusione, includendo lo streaming in questa riforma. Ed ecco che nasce il problema: entrambi i servizi offrono programmi statunitensi portando una grossissima porzione di pubblico europeo virtualmente fuori dal mercato comunitario. Il nuovo regolamento impone che entrambe le piattaforme debbano offrire almeno il 20% di contenuto prodotti in Europa. Inoltre devono rendere questi contenuti facilmente reperibili, dando ampia visibilità a film e serie europee. A onor del vero, Netflix si è subito messa alla pari su questo punto, includendo nel proprio catalogo già il 21% di contenuti europei.

downloadSe da una parte il compito della Commissione europea è sicuramente quello di tutelare il proprio mercato e i propri competitors, cosa dire del libero mercato? Se gli utenti europei prediligono i prodotti americani, è giusto innalzare paletti?

Probabilmente sì, questi meccanismi di autotutela non sono estranei ad altre associazioni regionali. Però forse bisognerebbe armonizzare una volta per tutte il sistema del Mercato Unico Digitale e non ricorrere a leggi e regolamenti extra ogni volta che salta fuori una falla nel sistema.

 

Ilenia Maria Calafiore

Foto © European Union, informatica-wenews.it

 

 

 

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Ilenia Maria Calafiore
Nata nel 1989, è laureata in Comunicazione Internazionale presso l’Università di Palermo con una tesi in filosofia politica dal titolo “Teorie e pratiche per la Giustizia Globale“. Nel suo percorso universitario ha approfondito le tematiche storiche ma anche linguistiche relative alla Russia e ai popoli slavi. Ha partecipato ad alcuni progetti internazionali come il Model United Nation a New York ed il Finance Literature of Youth a Togliatti, Russia. A fine 2014 si laurea con il massimo dei voti in Studi Internazionali presso l'Università di Pisa con la tesi “Spunti per uno studio delle politiche della Federazione Russa nel bacino del Mar Nero”.

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