Nell’isola dei celebri cavalieri si svolgeranno le riunioni su migrazioni, sicurezza, mercato interno, inclusione sociale, politica di vicinato e affari marittimi con le sponde Sud d’Europa
Non è un caso che, in questi giorni, la croce di Malta campeggi sulla scena della Natività in Piazza San Pietro quale emblema della Cristianità. Da ieri l’isola ha assunto, per la prima volta, la presidenza di turno dell’Unione europea fino al 30 giugno, quando il testimone passerà all’Estonia. In realtà l’incarico sarebbe toccato al Regno Unito, che ha però rinunciato dopo il referendum sulla Brexit.
Compito impegnativo per la piccola isola, in un momento di forti tensioni per il terrorismo islamico incombente sull’Europa, con l’avvio della presidenza americana a guida Trump, e con il G7 presieduto dall’Italia nel quale si parlerà di sicurezza nel Mediterraneo che rischia di trasformarsi “da Mare nostrum a mare nullius” come ha dichiarato il presidente del Consiglio italiano Paolo Gentiloni, nella conferenza stampa di fine anno.
Malta è, infatti, una isola-ponte tra realtà diverse. E’ membro dell’Unione europea ma come Paese indipendente appartiene al Commonwealth. In passato, al tempo di Gheddafi, era quasi un protettorato della Libia, ha affittato basi agli inglesi e alla Nato ricevendone rilevanti benefici economici. Quando Dom Mintoff era primo ministro vi fu, nel 1984, un accordo economico con i russi per oltre 260 milioni di dollari di interscambio in tre anni per la concessione di approdi alle navi da guerra di Mosca. Malta fu anche il Paese ove nel 1989 fu posta la parola fine alla Guerra fredda tra Usa e Urss con il vertice tra il presidente George Bush e Mikhail Gorbaciov che, a bordo dell’incrociatore sovietico “Slava”, siglarono un accordo. Nel medesimo porto sulla ammiraglia della Sesta flotta l’incrociatore “Belknap”, si svolse il secondo colloquio tra i due capi di Stato.
Nel 2011 gli Stati Uniti hanno costruito a Malta una enorme ambasciata fortificata, situata al centro dell’isola, facendone una testa di ponte nel Mediterraneo. Con la crisi nel Medioriente la piccola isola è divenuta un importante centro strategico. Nell’ottobre del 2016 i francesi hanno perso in quell’area un loro aereo dei servizi segreti in volo verso la Libia, esploso subito dopo la partenza, e sempre lo scorso anno il ministro degli Esteri maltese George Vella ha bloccato il rifornimento di carburante ad una portaerei russa diretta nel teatro di guerra di Aleppo dichiarando: «Malta non avrà parte nelle oscenità che si stanno compiendo in Siria».
L’impegno di Malta nel semestre si concretizzerà con un maggiore incremento della Nato nel Mediterraneo in funzione anti Isis, con uno speciale riferimento al fenomeno migratorio e ai conflitti nell’area mediterranea. Questi argomenti sono stati anche oggetto di colloqui a Roma con la presidente della Repubblica Marie Luise Coleiro Preca (nella foto a destra) ricevuta in udienza in questi giorni da Papa Bergoglio e dal segretario di Stato Cardinale Parolin per uno scambio di vedute.
Giancarlo Cocco
Foto © Enzo Di Giacomo, Consiglio dell’Unione europea, Times of Malta, Twitter