Melanoma, i consigli per diminuire i rischi di contrarlo

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Diagnosi tempestive e progressi nella ricerca hanno ridotto drasticamente la mortalità in Europa. Piccoli accorgimenti per evitare problemi seri

Con l’estate – e di conseguenza le giornate al mare – alle porte, è inevitabile tornare a parlare dei rischi che comporta l’esposizione ai raggi solari. «Chi si espone troppo a lungo al sole intenso ha un rischio maggiore di sviluppare un melanoma», ci rammenta il dermatologo Massimo Papi, responsabile nazionale del Gruppo di Studio Ulcere cutanee e dermatologia vascolare ADOI e Coordinatore Dermatologia LILT (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) Provincia di Roma. «Il livello di rischio dipende dall’intensità della luce, dal tempo di esposizione e dal grado di protezione applicata sulla pelle», prosegue Papi.

Melanoma Massimo Papi DermartSenza allarmismi, basta attenersi a poche precauzioni basilari, come l’utilizzo di creme ad ampio spettro e resistenti all’acqua, da riapplicare ogni paio d’ore dopo bagni o sudorazione eccessiva, coprirsi con vestiti, cappelli e occhiali da sole con filtro per i raggi ultravioletti, evitare l’esposizione diretta e cercare zone ombrose in particolare fra le 11 e le 15, controllare periodicamente lo stato della propria pelle ed effettuare visite dermatologiche annuali. «Bisogna ricordare che sia gli UVA che gli UVB, senza adeguate protezioni, mettono a rischio di insorgenza di varie tipologie di tumori cutanei» e che «l’80% delle radiazioni arrivano sulla cute nei primi 20 anni di vita e che i bambini sono più sensibili. La pelle ha memoria di elefante, non dimentica e somma i danni subiti nel corso della vita».

Massimo Papi DermartOvviamente non è solo il sole a costituire una minaccia, è sempre bene ricordare come anche l’uso di lampade abbronzanti, il contatto con alcuni agenti chimici (arsenico, catrame industriale, carbone bituminoso paraffina), i raggi x di radioterapie siano altri fattori che aumentano i rischi di cancro alla pelle, tanto quanto la genetica, «che predispone a malattie ereditarie o a danni gravi del DNA». Forma, colore e dimensione dei nevi (i nei atipici) sono parametri decisivi per l’individuazione di lesioni pigmentarie dal potenziale pericolo di trasformazione maligna e dunque da sottoporre ad analisi: «preferibilmente i nevi vanno eliminati chirurgicamente», spiega Papi.

Melanoma Massimo Papi DermartI melanomi sono appena il 5% dei tumori che colpiscono la pelle, ma la loro percentuale è in aumento, in Europa a un tasso che dagli anni ’80 è oscillato fra il 4 e l’8% annuo. L’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro ha stimato che nell’Unione europea ogni anno ci siano 62 mila nuovi casi, ma la mortalità fortunatamente è in flessione dal 1990, soprattutto nella fascia fra i 20 e i 44 anni: la sopravvivenza a cinque anni nei casi diagnosticati tempestivamente è circa all’87%, dopo i 10 anni supera il 90%. Diverse sono infatti le novità nella gestione clinica introdotte negli ultimi anni, fino a poco tempo fa la chemioterapia era il trattamento standard anche per i pazienti con melanoma metastatico, l’approccio terapeutico si è trasformato grazie al progresso nella ricerca e l’introduzione di nuovi e più efficaci farmaci – oltre alla comprensione che uno stile di vita adeguato e la prevenzione sono altrettanto fondamentali nel contrasto ai tumori cutanei.

Massimo Papi DermartMassimo Papi è anche promotore del progetto Dermart, ciclo di incontri mensili che coinvolgono esperti e appassionati di dermatologia clinica per trattare temi di informazione e prevenzione con un approccio che, oltre al criterio clinico, si basa sull’osservazione di linee, forme e colori dal punto di vita artistico. «Vediamo la cute come superficie che esprime disturbi internistici con disegni e figure spesso non casuali e che registra con altrettanta precisione contatti e danni che derivano dall’esterno», racconta Papi, «superficie su cui intervengono paziente e terapeuta, modificando le espressioni naturali della malattia, per segnare messaggi di comunicazione sociale, come disegni rituali, o esprimere aspetti di personalità o tendenza, come tatuaggi e piercing».

Ripercorrendo diverse epoche storiche, per studiare i fenomeni dermatologici sotto vari aspetti. Ad esempio come il «marchio del diavolo», iperattività cutanea patologica ritenuta appunto segno di presenza demoniaca e contribuì alla caccia alle streghe e alla Santa Inquisizione o, sempre in ambito di credenze popolari, le fantasiose cure magiche sperimentate nelle notti di luna piena citati ne La notte di San Lorenzo dei fratelli Taviani – solo dopo ci si sarebbe arresi ad andare dal dermatologo.

Dermart Massimo PapiO ancora i riferimenti letterari, Luigi Pirandello nel L’uomo dal fiore in bocca coglieva la connessione fra cute, natura e arte, dove lesioni della prima possono sovrapporsi ad aspetti particolari della seconda o ad opere famose. Ugualmente le terapie possono essere viste da più punti, come quello cromatico. «I preparati galenici in farmacia», spiega Papi, «e alcuni prodotti colorati sono usati da anni. I colori sono anche espressione di pregiudizi e tabù, attraverso essi comunichiamo, condizionano l’immaginario dei popoli e hanno influenzato politica, religione e vita sociale».

Così il rosso del vino, da un lato portatore di disturbi cutanei, dal rossore allo «scompaginamento della normale forma del naso» e al tempo stesso provvidenziale – se l’uso è moderato. Studi hanno ipotizzato che il consumo di vino rosso in Francia aiutasse la prevenzione di malattie coronariche, a parità di stile di vita e alimentazione con altri Paesi. Fino all’individuazione del resveratrolo, la molecola responsabile del possibile beneficio, che portò alla nascita di cosmetici a base di uva nella regione di Bordeaux.

Dr Massimo PapiLa convinzione di fondo è che «la relazione medico-paziente dermatologico sia fondata su una serie di informazioni mediate dalla percezione sensoriale. Vogliamo dare la giusta collocazione all’organo pelle, interfaccia col mondo e contenitore biologico e psichico. Ci sembra importante per confermare il ruolo di raffinato diagnosta che il dermatologo ha sempre svolto nella pratica clinica».

Raisa Ambros

Foto ©  Dermart; groupon; roseinthewind.com; giardiniblog.com

 

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Raisa Ambros
Giornalista pubblicista specializzata in geopolitica, migrazioni, intercultura e politiche sociali. Vive tra l’Italia e l’Inghilterra. Sceneggiatrice, autrice televisiva e conduttrice di programmi TV con un’esperienza decennale in televisione, Raisa è stata parte del team di docenti nel corso di giornalismo “Infomigranti” a Piuculture, il settimanale dove ha pubblicato e svolto volontariato di traduzione. Parla cinque lingue e viene spesso invitata nelle conferenze come relatrice sulle politiche di integrazione.

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