Missili a Cuba, il libro di Campus svela la crisi

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Il braccio di ferro nucleare ingaggiato dalle due superpotenze USA e URSS nel 1962 che paralizzò il mondo

Presso la Biblioteca del Senato della Repubblica italiana è stato presentato nei giorni scorsi  “I sei giorni che sconvolsero il mondo”, un corposo libro (540 pagine) pubblicato dallo storico Leonardo Campus dopo oltre 7 anni di ricerche in archivi internazionali. Quale sia il tema trattato lo chiarisce il sottotitolo del volume: “la crisi dei missili di Cuba e le sue percezioni internazionali”. Il braccio di ferro nucleare ingaggiato nel 1962 dalle superpotenze USA e URSS riguardo i missili di cui l’Unione Sovietica aveva segretamente dotato Fidel Castro portò il mondo letteralmente sull’orlo della Terza guerra mondiale, appunto per sei giorni (o tredici, secondo la prospettiva della Casa Bianca), fin quando Nikita Kruscev non annunciò di esser disposto a ritirare quei missili pur di evitare l’ormai imminente escalation bellica. Quest’episodio, che poi si sarebbe rivelato decisivo nell’andamento della Guerra fredda e non solo, è stato molto studiato all’estero ma pressoché totalmente trascurato in Italia.

photo-44---copyrighted-time-gettyL’arrivo di questo libro (pubblicato nella collana storica di Le Monnier) non si limita a colmare tale lacuna, ricostruendo in dettaglio l’evento e i suoi significati (nella Parte Prima), ma indica una via nuova alla storiografia di settore, cominciando ad indagare le percezioni di quell’evento, gli impatti che esso suscitò, su scala internazionale e a livello non più solo politico ma anche socio-culturale (Parte Seconda). In particolare Campus ha applicato questo suo approccio alla reazione di due Paesi (Italia e Stati Uniti) e di tre categorie transnazionali (religiosi, politologi, scienziati).

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Leonardo Campus

Tra i vari documenti e aspetti inediti che, a riguardo, sono emersi dalla gran mole di fonti consultate, ci limitiamo qui a segnalarne uno, rimarcato proprio dall’autore nel suo intervento alla Biblioteca del Senato: quello esposto nella Premessa che apre il libro. Si tratta di una convincente reinterpretazione di Fernand Braudel e Marshall McLuhan, due grandi pensatori del Novecento le cui teorie vengono rilette ed applicate alla crisi di Cuba e alla nuova era termonucleare.

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Da sinistra: Elena Aga Rossi (Università de L’Aquila), l’autore, John Harper (Johns Hopkins University) e Carlo Pinzani (già vincitore del Premio Acqui Storia)

Di lì in poi il libro scorre via in modo fluido, facendo emergere la ricchezza di reazioni suscitate da quella grave crisi, tra analisi approfondite, momenti narrativi e sorprendenti retroscena. Completa il quadro un apparato iconografico nel quale spiccano le “prime pagine” e le vignette prese dai quotidiani di quei giorni, per mostrare anche visivamente i vari modi (non sempre accurati ed obiettivi) in cui l’evento fu raccontato all’opinione pubblica. La crisi di Cuba, dice Campus, è un prezioso “scrigno” di lezioni da approfondire. Tanto più oggi che gli eventi internazionali ne ribadiscono l’attualità: si pensi alle nuove tensioni in corso tra l’Occidente e Russia di Putin, ai rischi connessi alla proliferazione nucleare, allo storico disgelo tra Usa e Cuba (recentemente annunciato da Obama e Raul Castro dopo 53 anni di ininterrotta ostilità). Tre buoni pretesti per leggere la storia avvincente e istruttiva dei “sei giorni che sconvolsero il mondo”.

 

Elodie Dubois

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Elodie Dubois
Francese, innamorata dell'ambiente e dell'Italia. Sempre attenta alle tematiche che riguardano la lotta all'effetto serra e la riduzione dell'inquinamento, contribuisce con la sua esperienza a Strasburgo e a Bruxelles alla realizzazione di una buona Euro...comunicazione!

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