Moavero: «Forte interesse per il ruolo di Roma, l’Italexit non è in agenda»

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Il ministro degli Esteri da Washington, «Usa vogliono Europa unita, non tante Brexit». Incontri con Mike Pompeo, John Bolton, Nancy Pelosi e la comunità italo-americana

Il ministro degli Esteri italiano, Enzo Moavero Milanesi, in missione a Washington, ha registrato «i segnali di un sostegno americano alla tenuta del sistema dell’Unione europea». In particolare, il titolare della Farnesina ha parlato di «un notevole interesse da parte dell’amministrazione degli Stati Uniti e del Congresso a mantenere nell’ambito della stessa Unione europea un rapporto più specifico con il Belpaese». Per Moavero Milanesi è «un riconoscimento sia del ruolo che l’Italia svolge nell’ambito dell’Unione, sia del legame storico e di amicizia ben radicato grazie anche alla presenza di una forte comunità qui negli Stati Uniti di origine italiana». Un rapporto fiducia che, dunque, continua dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. «In questo senso» – ha continuato iIl ministro degli Esteri – «ho raccolto parole positive sul fatto che abbiamo evitato situazioni di conflittualità, di attrito o addirittura di formalizzazione di procedure nei confronti della nostra legge di bilancio che invece alla fine è stata portata in termini di armonia con il sistema europeo».

   Moavero Milanesi con Mike Pompeo

Gli Stati Uniti, quindi, «non vogliono un’Europa divisa, non vogliono tante Brexit», ma al contrario «un’Unione europea che funzioni in maniera efficace e unitaria». E in questo quadro «c’è una particolare attenzione verso l’Italia e per il ruolo che può svolgere». Moavero Milanesi torna con questa certezza da Washington, dove in meno di 48 ore ha incontrato alcuni dei più stretti consiglieri del presidente americano Donald Trump: dal faccia a faccia con il consigliere per la sicurezza nazionale John Bolton alla cena col segretario di stato Mike Pompeo. Un confronto a 360 gradi che ha toccato tutti i temi principali della politica estera, dalla Libia all’Iran passando per la Siria e il Medio Oriente. Ma si è parlato molto proprio di Europa, con gli interlocutori dell’amministrazione statunitense che cercano di capire quali scenari si potranno aprire nell’Ue con le elezioni della prossima primavera. «Forse per la prima volta siamo di fronte a vere e proprie elezioni politiche, con il voto che mai come stavolta contribuirà a definire, a orientare l’Europa del futuro».

Da Oltreoceano «nessuno si augura molteplici “exit”», spiega il titolare della Farnesina, che torna a escludere categoricamente anche lo scenario di una “Italexit“: «Qui nei colloqui che ho avuto non l’abbiamo nemmeno evocata per il semplice fatto che non è in agenda», ha tagliato corto il ministro. Che invece con i suoi interlocutori ha affrontato la questione delle sanzioni Usa all’Iran, spiegando come ci sia la possibilità che l’esenzione per l’Italia – prevista per sei mesi dallo scorso 3 novembre – sia prolungata: «Ci sono lavori in corso», ha affermato Moavero Milanesi, ribadendo però come per il Belpaese è fondamentale «la necessità del dialogo. Perché anche le sanzioni devono fare parte di un quadro in cui ci si parla». E questo vale anche per la Russia. «Le sanzioni» – ha dichiarato il ministro degli Esteri – «devono essere una situazione transitoria per stimolare l’adempimento degli obblighi e il rispetto per il diritto e le regole internazionali, ma mai diventare la normalità delle relazioni commerciali». Così come l’escalation dei dazi non può essere una soluzione.

Una missione lampo quella a Washington del ministro per fare il punto sui rapporti Italia-Usa e per dare seguito agli impegni presi nel luglio scorso durante l’incontro alla Casa Bianca tra il presidente americano Donald Trump e il premier Giuseppe Conte. Una visita di meno di 48 ore culminata nella cena col segretario di stato statunitense Mike Pompeo, in partenza per un lungo tour in Medio Oriente in Giordania, Egitto, Qatar, Bahrain, Emirati Arabi Uniti, Arabia Saudita, Oman, e Kuwait, il cui obiettivo è quello di rassicurare gli alleati della regione dopo la decisione del presidente Usa di ritirare le truppe da Siria e Afghanistan e dopo le dimissioni del capo del Pentagono James Mattis. Mentre il consigliere per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Bolton, sarà nei prossimi giorni in Israele e Turchia. E tra gli incontri di Moavero ci sono stati anche quello con Bolton, con il genero del presidente, suo consigliere personale, Jared Kushner e con i copresidenti della delegazione italiana al Congresso, Bill Pascrell e Mark Amodei. Ma il ministro si è confrontato anche con la nuova speaker della Camera dei rappresentanti del Congresso Usa, l’italoamericana Nancy Pelosi, al suo primo incontro internazionale dopo la sua storica rielezione alla terza carica dello Stato.

Al centro dei colloqui del responsabile della Farnesina, dunque, soprattutto la creazione della cosiddetta “cabina di regiaper gestire la situazione in Libia e nel Mediterraneo, con l’amministrazione Trump pronta a sostenere un ruolo da protagonista dell’Italia, considerata in questo momento un alleato particolarmente affidabile rispetto ad altre capitali del Vecchio Continente. Sempre oggi il ministro ha incontrato i rappresentanti della German Marshall Fund, della Heritage Foundation, della Johns Hopkins School of Advanced International Studies e il Center for Strategic and International Studies, con i quali ha discusso in merito alle tematiche di sicurezza, difesa, commercio e investimenti. «Un forte legame transatlantico è il fondamento delle nostre democrazie, libertà e prosperità», si legge sul profilo Twitter della Farnesina.

 

Ana Lovretin

Foto © Twitter (Farnesina)

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