Musei Vaticani svelano “I segni del sacro” e i tesori nascosti

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La mostra è accompagnata dal catalogo edito con testi di Francesca Boschetti, Micol Forti, Barbara Jatta, Giorgio Marini, Giuseppe Trassari Filippetto

Nel monumentale spazio delle colonne del Bernini in Piazza San Pietro, nel Braccio Magno è stata inaugurata dalla direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta, la mostra I segni del sacroLe impronte del reale. La grafica del Novecento nella Collezione d’Arte Contemporanea dei Musei Vaticani, curata da Francesca Boschetti, specialista per la grafica e con il coordinamento di Micol Forti. La mostra presenta per la prima volta una selezione di 150 opere grafiche, scelte  tra le circa quattromila che compongono l’intera raccolta di stampe, incisioni, disegni dei secoli XIX e XX delle collezioni vaticane. Si tratta di un “tesoro nascosto” che viene svelato quest’anno, nel periodo natalizio, a tutti i cittadini provenienti da ogni parte del mondo che verranno a Roma per ammirare il Presepe, l’Albero e questa mostra ad ingresso gratuito.

 La direttrice dei Musei Vaticani, Barbara Jatta

La raccolta di grafica del Novecento ha una storia interessante. Nel 1964 Paolo VI, da poco eletto al soglio pontificio, convocò nella Cappella Sistina il mondo dell’arte con l’ambizioso intento di ristabilire un legame tra la cultura artistica contemporanea e i Musei Vaticani. Si trattò di una sfida di altissimo livello, perché in dieci anni e senza l’impiego di alcun fondo da parte della Santa Sede, venne costituita una raccolta di grande ricchezza documentale. Si volle in tutte queste opere raccontare non tanto l’arte religiosa quanto la religiosità dell’arte.

Le centinaia di opere furono messe insieme grazie a rapporti, contatti, coinvolgimento di istituzioni pubbliche e private, incontri diretti con gli artisti che furono gestiti direttamente dal segretario personale di Paolo VI, Mons. Pasquale Macchi, con la collaborazione di Mons. Giovanni Fallani e di Mons. Ennio Francia. Le opere, raccolte come collezione di Papa Montini furono acquisite dai Musei Vaticani, nel 1973. Le opere su carta, esposte quest’anno, sono conservate in speciali condizioni di luce, umidità e temperatura. È questa una occasione speciale per vedere da vicino preziosissimi capolavori di Edvard Munch, Paul Klee, Max Ernst, Oskar Kokoschka, Umberto Boccioni, Manzù, Umberto Boccioni, Felice Casorati, Giorgio Morandi, Piero Dorazio, Marc Chagall, Joan Mirò, Henry Matisse, Francesco Messina, Salvator Dalì, Adolfo De Carolis, Pericle Fazzini, per citarne solo alcuni.

L’esposizione è stata concepita come una narrazione circolare che prende il via dalla Creazione del Mondo. Il percorso si snoda attraverso quattro sezioni: I sentimenti del sacro e dell’umano, le impronte del reale, Genesi di un’idea e Segno e colore. In particolare il Crocifisso di Salvator Dalì (nell’immagine di apertura) qui esposto e realizzato nel 1954, è uno studio fatto per il dipinto conservato presso il Metropolitan Museum of Art di New York. Il bronzo di Giacomo Manzù (foto) raffigura Francesca Blanc, figlia della donatrice la baronessa Anita Blanc, che nel 1940 chiamò Manzù per ritrarre la fanciulla. Nel 1943 l’opera fu esposta alla IV Quadriennale romana e vinse ilGran Premio per la scultura”.

Degno di nota il bronzoOrrori della guerradi Francesco Messina che fu donato insieme ad altri sette bassorilievi dal Maestro  ai Musei Vaticani, nel 1994. Una intera parete delle sale è dedicata all’opera di Pericle Fazzini originario di Grottammare (patria di Sisto V) con un bronzo raffigurantestudio per resurrezione” (1970 – 1975) che fu donato da Mons. Macchi, che lo aveva ricevuto dal grande Maestro, ai Musei  Vaticani in memoria di Paolo VI. Infine Adolfo De Carolis originario di Montefiore dell’Aso (Ascoli Piceno) conLe Arche“ del 1908.  La mostra, ad ingresso gratuito, resterà aperta fino al 29 febbraio 2020. Gli orari di apertura: tutti i giorni dalle 10 alle 18. Mercoledì dalle 13 alle 18, domenica e festivi chiuso. Merita comunque una visita per tutti coloro che visiteranno Piazza San Pietro, un osservatorio privilegiato per conoscere da vicino artisti di grande pregio ed apprezzarne gli aspetti innovativi e sperimentali delle loro opere.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Giancarlo Cocco

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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