Il registro dei dati (PNR) richiederebbe la raccolta sistematica, l’uso e la conservazione dei dati sui passeggeri dei voli internazionali
Nome, indirizzo, numero di telefono, dati della carta di credito, itinerario di viaggio, biglietti e bagagli. Ecco tutti i dati che sarebbero raccolti nel Passenger Name Record (PNR), il registro dei dati dei passeggeri aerei. Questa misura, prima rifiutata nel 2013 a causa dell’impatto che potrebbe avere sui diritti fondamentali e la protezione dei dati, è nuovamente all’ordine del giorno degli eurodeputati.
Il registro dei dati dei passeggeri (il PNR, appunto) richiederebbe la raccolta sistematica, l’uso e la conservazione dei dati su tutte le persone che effettuano dei voli internazionali. Rendendo l’identificazione di potenziali sospetti più facile, si potrebbero combattere più facilmente le minacce del terrorismo e le altre attività criminali.
I membri della commissione per le Libertà civili del Parlamento europeo hanno respinto la proposta nel 2013 a causa delle preoccupazioni relative ai diritti fondamentali e alla protezione dei dati. Tuttavia, i recenti attacchi terroristici a Parigi e Copenaghen, la crisi in Ucraina e le preoccupazioni per la crescenti minacce del cosiddetto “Stato islamico” (Isis) hanno riportato il PNR all’ordine del giorno.
In una risoluzione sulle misure antiterrorismo l’11 febbraio, adottata con 532 voti favorevoli (136 i voti contrari e 36 le astensioni), gli eurodeputati si sono impegnati a lavorare «per la messa a punto di una direttiva PNR entro la fine dell’anno». Oltre all’intensificazione dei controlli alle frontiere esterne dell’area Schengen e un migliore scambio di informazioni tra gli Stati membri. Un progetto di relazione rivisto dovrebbe essere presentato alla commissione per le Libertà civili alla fine di febbraio da parte del relatore inglese Timothy Kirkhope (ECR), che recentemente ha dichiarato: «Il PNR è uno strumento fondamentale per la lotta al terrorismo e alla criminalità».
Per garantire che la nuova proposta non sia una minaccia per i diritti fondamentali dei cittadini, il Parlamento ha incoraggiato gli Stati membri lavorare sul pacchetto di protezione dei dati. Ciò consentirebbe ai negoziati di avanzare contemporaneamente sui due fronti, anche per rispondere alle preoccupazioni delle Organizzazioni non governative (ONG) e delle compagnie aeree. Gli eurodeputati esortano, inoltre, la Commissione a tener conto delle conseguenze della sentenza della Corte di giustizia dell’Ue sulla direttiva sulla conservazione dei dati personali e a invitare esperti indipendenti a fornire orientamenti «sulla necessità e la proporzionalità» del sistema PNR.
Aphrotiti Papadopoulos
Foto © 2015 European Parliament
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