Orizzonti Startup: nella capitale l’incontro con i principali attori emergenti

0
622

Il primo evento in Italia che coinvolge le realtà imprenditoriali di immigrati e rifugiati. Panel e premi per i partecipanti al progetto

Il giorno 28 marzo, presso la Link Campus University di Roma, si è tenuto il primo incontro per gli imprenditori migranti provenienti da tutta Italia, denominato “Orizzonti Startup“, un evento organizzato da Startups Without Borders insieme alla Link Campus University.

L’evento ha favorito il collegamento degli imprenditori migranti e rifugiati, con il crescente ecosistema di startup dei migranti. L’iniziativa ha riunito imprenditori di Paesi diversi come, Tunisia, Marocco, Russia, Iran ed Eritrea, Gabon. Tutti si sono riunti nella cornice della Link Campus University per passare una giornata all’insegna di workshop, una conferenza e una gara (pitching competition) che ha visto 5 imprenditori aggiudicarsi dei premi.

Un ecosistema che genera risultati reali

I saluti sono stati portati da Carlo Medaglia, direttore del dipartimento di ricerca della Link Campus University, Valentina Primo, fondatrice di Startups Without Borders e Massimiliano Falcone della World Bank.

Medaglia, introduce la conferenza ricordando che le università sono spesso viste in Italia come una torre di cristallo, dove la ricerca viene condotta con una mancanza di interesse per il mondo esterno. Egli evidenzia invece come la missione dell’università in particolare la Link Campus sia molto diversa, ovvero quella di creare un ecosistema che genera risultati reali che sia in un’area vicina che in un territorio lontano, perché la tecnologia ci consente di creare comunità ben oltre le mura degli edifici.

Valentina Primo, ribadisce la sua soddisfazione nel vedere imprenditori provenienti da ogni angolo d’Italia, Bologna, Torino, Siena, giunti all’evento che con grinta e la pura volontà, sono venuti a sviluppare nuovi orizzonti e realtà. Inoltre sottolinea come questa sia l’occasione per tutti gli imprenditori migranti che finora hanno più ostacoli che opportunità.

Il Dibattito

Il primo panel “Gli immigrati che rimodellano l’Italia” moderato da Alessandro Filosa si apre con le esperienze di imprenditori come Takoua Ben Mohamed, Abdullahi Ahmed, Nyade Mamadou Lamine e Keltum Kamal Idrissi.

Tra le varie testimonianze risalta l’esperienza di Nyade Mamadou Lamine, fondatore di Mama Venture. Il suo obiettivo è stato finalizzato a creare un servizio che promuove l’inclusione, che mira a far capire che i migranti o gli italiani di seconda generazione sono utili in Italia; sono un vantaggio e possono anche essere un punto di svolta per l’economia.

«Siamo il primo fondo di investimento interamente dedicato agli imprenditori migranti e con un focus sociale. Miriamo a risolvere i problemi della comunità di migranti in Italia, a partire da noi stessi. I migranti vedono spesso i loro problemi affrontati da qualcun altro, che probabilmente non conosce bene il problema della comunità. Ciò significa che siamo privi di soluzioni che provengono dal talento della comunità migranti», afferma Nyade Mamadou Lamine.

Il secondo panel ha discusso le opportunità e le sfide dell’incubazione e del sostegno delle startup guidate dai migranti, con Stefano Rovelli, co-fondatore di SINGA Italia, e Hannah Roberts, co-fondatrice di Code Your Future a Roma.

Rovelli, ricorda come Singa all’inizio era una realtà solo in Francia, ora sia invece ben radicata nel territorio europeo. Inoltre sottolinea che l’incubatore è particolare perché è caratterizzato da una fase di pre-incubazione che rende più lungo il processo, ma anche perché città come Milano non presentano qualità come quelle di Berlino, Zurigo o Londra. Infatti in Italia, il tessuto imprenditoriale è costituito da piccole aziende, molto attente all’artigianato e all’innovazione di prodotto.

«Ci siamo chiesti: perché non creare un incubatore che si rivolge a questi imprenditori e si concentra sull’innovazione di prodotto, piuttosto che andare direttamente all’innovazione tecnologica?» ha affermato Stefano Rovelli.

Hannah Roberts per spiegare cosa l’ha portata alla decisione di dare inizio alla scuola di coding per rifugiati afferma «Sono venuta in Italia 6 anni fa lavorando come giornalista. L’anno scorso ho incontrato un gruppo di rifugiati provenienti da Somalia, Sudan, Etiopia ed Eritrea. Quello che mi ha colpito di più è che sono stati qui per 12 anni e non erano stati in grado di integrarsi nella società. Ho provato a intervistarli e mi hanno detto che erano malati e stanchi delle interviste; volevano soluzioni concrete»

I premi

Al termine del dibattito 5 imprenditori del Ghana, del Gabon e della Camerun sono saliti sul palco per partecipare alla pitching competition.

Il primo premio, un pass per la Gladiator Challenge durante la Roma Startup Week, è stato consegnato all’imprenditrice del Gabon Delisia Essono, fondatrice di “Blackalicious Afrofood”, un’azienda che crea ricette sane e valorizza il patrimonio culinario africano. Il secondo premio, un passaggio agli Heroes Meet in Maratea Festival, è stato consegnato all’imprenditore camerunese Laetitia Feugaing, fondatore dell’azienda Afrofashion LF Design. Tutti e 5 i finalisti, tra cui Kwadwo Asante-Afari, Emmanuel Osei e Abdoul Khadre Bah, hanno vinto 5 borse di studio fornite dalla Fondazione Opes-Lcef e CGM per partecipare al Social Enterprise Open Camp – Gender Smart Investing il 22-25 giugno a Napoli.

 

James Sekitoleko

Foto e Video © James Sekitoleko

Articolo precedenteCommissione europea alla Maratona di Roma e “stavolta voto”
Articolo successivoIl grande ritorno della produzione della canapa in Italia
James Sekitoleko
Cittadino italo-ugandese nato a Roma, Da sempre interessato ai temi della politica, dell’ambiente e soprattutto dell’innovazione digitale che sta cambiando profondamente i modi di vivere nella nostra società. Osservatore attento di Europa ed Unione europea. Persona curiosa a 360 gradi, coinvolto in varie realtà associative.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui