Palazzo Borromeo apre le sue sale ai cittadini

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Sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede fu costruito nel XVI secolo per volontà di Pio IV e si inserisce nel rinnovamento urbanistico promosso dal Papa mecenate

Palazzo Borromeo è uno storico edificio rinascimentale che si erge sulla via Flaminia, a poca distanza da Porta del Popolo, ed è unico nel panorama delle ville monumentali romane. Attualmente è sede dell’ambasciata d’Italia presso la Santa Sede.

Iseppi, Sebastiani e Strinati

Qualche giorno fa l’ambasciatore Pietro Sebastiani e il presidente del Touring Club Italiano Franco Iseppi, hanno sottoscritto una Convenzione per aprire la Sede dell’Ambasciata alle visite gratuite al pubblico. Si inizia a partire da giovedì 14 dicembre grazie alla disponibilità dei Volontari del Touring Club per il Patrimonio Culturale Italiano nell’ambito della iniziativa “Aperti per Voi”.

Palazzo Borromeo sorge in quella che era la cosiddetta “Vigna Vecchia” come allora venivano chiamate le ville. Su questa vasta area sorgono tre ville importanti, oltre Palazzo Borromeo anche Villa Giulia e Villa Poniatowski. Nel 1557 Papa Paolo IV Carafa rivendicò  la proprietà delle vigne in quanto acquistate con i mezzi della Chiesa. Il successore, Pio IV, eletto per acclamazione il giorno di Natale del 1559, donò l’edificio ai suoi nipoti Federico Borromeo, capitano di Santa Romana Chiesa e al fratello, il cardinale San Carlo Borromeo (beatificato nel 1602 e canonizzato da Papa Paolo V nel 1610). Con la prematura morte di Federico e il trasferimento a Milano di Carlo, il palazzo fu ceduto dal cardinale nel 1566  alla sorella Anna Borromeo che sposò Fabrizio Colonna per cui passò a questa potente famiglia romana per tre secoli, fino al 1900 quando fu venduto al cavalier Giuseppe Balestra e nel 1920 comprato e successivamente restaurato, da un famoso antiquario romano. Nel 1929 in seguito alla firma dei Patti Lateranensi, il Governo Italiano acquistò Palazzo Borromeo per ospitarvi la sua rappresentanza diplomatica presso lo Stato Vaticano, su suggerimento di Cesare Maria de Vecchi primo ambasciatore italiano a rappresentare l’Italia presso la Santa Sede. L’attuale ambasciatore, Pietro Sebastiani, è arrivato in sede a settembre di quest’anno e ha massimamente stimolato l’apertura al pubblico di Palazzo Borromeo anche per avvicinare le istituzioni ai cittadini. Palazzo Borromeo ha la particolarità di essere l’unica rappresentanza del Belpaese in territorio italiano.

Dopo la firma della Convenzione ha fatto seguito la visita guidata del Palazzo, accompagnati dall’insigne storico dell’arte professor Claudio Strinati, già soprintendente al Polo Museale Romano e profondo conoscitore di pitture e sculture del Rinascimento e del Seicento. Saliamo al primo piano di Palazzo Borromeo attraverso una grande scala atta al transito anche di cavalli come si usava nel 1600. Nelle stanze superiori si apre la sala della Loggia con finestre sulla Via Flaminia. La stanza è decorata in alto con un ciclo di affreschi che illustrano un racconto storico-mitologico di non facile interpretazione. Appoggiato al muro un grande stipo monetiere del Seicento toscano in ebano, con decorazioni in bronzo e tartaruga impreziosito da lastrine vitree decorate con scene tratte dalle Metamorfosi di Ovidio. Dalla parte opposta alla Loggia si apre un salone ove ogni anno a febbraio, in occasione del ricevimento che l’Italia offre, vengono formalmente rinnovati i Patti Lateranensi.

Al ricevimento partecipa il presidente della Repubblica, il cardinale segretario di Stato con alte personalità della Santa Sede, l’intero corpo diplomatico vaticano ed esponenti dell’aristocrazia romana. Questa ricorrenza fu voluta da Mussolini anche per ristabilire i rapporti con “l’aristocrazia nera”, che fedele al Papa dopo il  20 settembre del 1870 (Breccia di Porta Pia), aveva chiuso i portoni dei suoi palazzi in segno di disapprovazione. Nel salone e la vicina stanza della loggia è visibile una fascia decorativa con lo stemma dei Colonna unito al bianco e celeste degli Orsini in onore della moglie di Marcantonio. Segue il salotto rosso e quindi il salotto blu. Degna di nota, al piano terra, la cappella ove si recava a pregare Carlo Borromeo, all’interno vi è un pregevole arazzo (nella foto a destra) di grandi dimensioni poggiato su una parete. Il palazzo è stato costruito a ridosso, inglobandola, di una preesistente fontana detta di Papa Giulio III capolavoro di Bartolomeo Ammannati che si affaccia all’incrocio tra via Flaminia e via di Villa Giulia. Sono stati quattro i Papi che hanno visitato il Palazzo da quando è sede dell’ambasciata: Pio XII nel 1951, Paolo VI nel 1964, Giovanni Paolo II nel 1986 e Benedetto XVI nel 2008.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Giancarlo Cocco

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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