Bergoglio, allora come oggi, nel rapporto con i fedeli predilige il contatto umano diretto. Ecco il volume con tutti i pensieri del Pontefice quando era arcivescovo di Buenos Aires
“Nei tuoi occhi è la mia parola” è il titolo del corposo volume – oltre mille pagine – edito da Rizzoli, presentato a Roma presso la Curia Generalizia della Compagnia di Gesù con gli interventi del Segretario di Stato Vaticano Cardinale Pietro Parolin, Mons. Blase Joseph Cupich Arcivescovo di Chicago , Arturo Sosa S.L. recentemente eletto Preposto Generale della Compagnia di Gesù, Padre Antonio Spadaro S.L Direttore di “La Civiltà Cattolica” che ha raccolto le omelie e i discorsi dell’arcivescovo Jorge Mario Bergoglio, pronunciati a Buenos Aires dal 1999 fino al 2013 anno della sua elezione a Pontefice. Padre Federico Lombardi, già direttore della Sala stampa vaticana e ora Presidente della Fondazione Ratzinger, ha moderato gli interventi.
Il volume presentato adesso, e Padre Antonio Spadaro lo ha confessato, è un omaggio per l’ottantesimo compleanno che Papa Francesco compirà il 17 dicembre. «Questo libro – ha detto il Cardinale Parolin nel suo intervento – va letto per entrare nel mondo di Bergoglio pastore a Buenos Aires e ora della Chiesa universale. Entrare nel suo sguardo, nel suo modo di vedere la realtà sono i tratti del suo attuale magistero». Seguendo le pagine del volume si può immaginare un vescovo che attraversa a piedi o in metropolitana le strade di Buenos Aires e della diocesi ma si può vederlo in prospettiva mentre si affaccia dalla loggia delle benedizioni di San Pietro salutando, al momento della sua elezione, con quell’indimenticabile «Fratelli e sorelle buonasera». Dal titolo del volume “Nei tuoi occhi è la mia parola” emerge come Papa Francesco senta il bisogno di vedere gli occhi delle persone alle quali si rivolge. «Quello che cerco di fare ancora oggi» – dice il Papa nell’intervista rilasciata a Padre Spadaro – «è cercare gli occhi della gente anche qui in Piazza San Pietro. Quando io saluto c’è la massa ma io non la vedo come massa cerco di guardare almeno una persona, un volto preciso. Se guardo uno poi forse anche gli altri si sentono guardati non come massa ma come singoli, come persone».
Il Pontefice poi racconta le esperienze vissute da parroco con i ragazzini del catechismo. Ci sono episodi esilaranti e gustosi che il lettore scoprirà man mano. Il Papa mostra una predilezione anche per i nonni, e confessa a Padre Spadaro «Certe volte sento il desiderio di scendere dalla papamobile. Spesso accade davanti alle vecchiette. Io ho un debole per le vecchiette specialmente quelle che sono furbe. Loro ti parlano con lo sguardo».
Leggere queste pagine, scrive Antonio Spadaro, è come entrare nella “camera oscura” di Papa Francesco. Nelle sue parole rivolte anno dopo anno agli argentini ritroviamo lo spirito e l’atteggiamento del pastore della Chiesa universale che esorta ad uscire e andare «nelle periferie, a risanare ferite e riportare a casa quelli che vagano dispersi». Compito della Chiesa è quindi ascoltare perché come dice il Pontefice «se non si ascolta la gente come si fa a predicare?».
Giancarlo Cocco
Foto © Giancarlo Cocco