Pasqua in Europa. Alla ricerca di una data comune tra cattolici e ortodossi

0
1101

Attualmente le date della festa cristiana non coincidono ma tutti si sentono uniti dalla celebrazione del medesimo e identico mistero: Cristo risorto da morte

La solennità della Pasqua, dall’ebraico pesah , significa “passaggio”. La Chiesa primitiva aveva iniziato a celebrare la Pasqua sin dal primo secolo ma non esisteva una data fissa per tutte le comunità. Le chiese di Roma e di Alessandria la celebravano la domenica successiva al plenilunio di primavera, mentre le Chiese dell’Asia Minore il 14^ giorno del plenilunio di primavera – il 14 di Nisan secondo il calendario ebraico -. La tradizione romano-alessandrina si ispirava alla narrazione della Pasqua secondo  quanto narrato dai Vangeli di Matteo, Marco e Luca in cui Gesù con la sua cena “eucaristica” sostituì la cena pasquale giudaica. Con questa regola la vera Pasqua diventò la domenica giorno della Risurrezione del Cristo e del suo passaggio dalla morte alla vita.

Come spiega Filippo Forlani, ricercatore presso la Pontificia Università della Santa Croce, in una intervista rilasciata ad ACI stampa, la tradizione asiatica si ispirò invece al Vangelo di Giovanni secondo cui Gesù morì sulla croce, quale vero agnello pasquale, nel momento in cui venivano immolati gli agnelli per la celebrazione della Pasqua ebraica che cadeva sempre il 14 di Nisan come prescritto dal libro dei Numeri. Fu il concilio di Nicea svoltosi nel 325 , voluto dall’imperatore Costantino a discutere sul principio di calcolare la data della solennità della Pasqua. Qualche anno prima, nel 313 Costantino aveva emanato l’editto di Milano con il quale veniva concessa piena libertà di culto in tutto l’Impero.

Da quel momento il cristianesimo divenne “religione lecita”. Con quell’editto fu concesso alla Chiesa di rientrare in possesso di edifici ecclesiastici confiscati in passato, il riconoscimento ai cristiani di concedere libertà ai propri schiavi, la dispensa per gli ecclesiastici degli oneri municipali, la distribuzione annua dei sussidi di grano alle chiese per poi ridistribuirle ai poveri, orfani e vedove. Nel 321 Costantino con apposita legge rese la domenica giorno festivo obbligatorio per i lavoratori manuali e per i tribunali. Con questi provvedimenti l’imperatore era convinto che il Cristianesimo potesse diventare la forza religiosa unitaria dell’Impero.

A seguito di profonde divisioni spirituali tra cristiani per l’insorgenza della teologia del presbitero, monaco e teologo alessandrino Ario, Costantino cercò, nel concilio di Nicea, di far giungere le parti ad un accordo. Pur avendolo presieduto non intervenne mai nei dibattiti e non parteggiò né per l’una che l’altra parte. Sino al 1582 cattolici e ortodossi celebravano la Pasqua nello stesso giorno poiché entrambe le Chiese seguivano il calendario giuliano ma in quell’anno ci si rese conto che in base alle osservazioni astronomiche l’equinozio di primavera non cadeva più il 21 marzo ma l’11, per cui la Pasqua si celebrava nella data sbagliata, sfasando la Quaresima e la Pentecoste.

Seguendo gli studi di Copernico nel 1582 Papa Gregorio XIII procedette alla riforma del calendario e riallineò quello “legale” con quello astronomico che venne adottato dai Paesi occidentali. La Chiesa ortodossa continuò invece a basarsi sul vecchio calcolo delle festività liturgiche e quindi per gli ortodossi cade una settimana dopo quella cattolica. Papa Francesco in un discorso del 2015 ha espresso il desiderio di una data della Pasqua, comune sia per i cristiani che per gli ortodossi. In Europa  tante sono le tradizioni celebrative della Pasqua la festa di primavera. In Italia c’è la classica Colomba che simboleggia la pace mentre in Germania il simbolo della Pasqua è rappresentato dal “coniglietto”.

La domenica di Pasqua i genitori nascondono nel giardino o in casa le uova di cioccolato che i bambini devono andare a ricercare quasi una “caccia al tesoro”. In Francia le campane delle Chiese restano silenziose dal venerdì fino a Pasqua in segno di dolore per il Cristo crocefisso e ai bambini francesi viene detto che le campane sono volate via a Roma. La mattina di Pasqua i bambini corrono all’esterno cercando in alto le campane che volano verso casa e mentre guardano il cielo i genitori nascondono le uova di cioccolato perché le trovino più tardi. In Grecia la Pasqua è molto sentita, si organizzano processioni, caratteristiche quelle che si svolgono a Corfù, Creta e Atene. Il giorno di Pasqua si pranza con la “soupa mayeritsa” accompagnata da riso alla greca con le uova colorate di rosso e con il pane pasquale.

In Spagna è a Siviglia che la Pasqua esplode durante la Semana Santa”. Quì famosi artisti ricreano in legno le sante figure che vengono poi rivestite di vesti di seta e portate in testa alle processioni. Si inizia la settimana prima di Pasqua, la domenica delle Palme, e le cerimonie raggiungono il culmine il Venerdì Santo con i “Nazarenos” i “Penitentes” i “Costaleros”, le processioni terminano il sabato. Per gli abitanti di Siviglia è una questione d’onore far parte di una confraternita e partecipare alle cerimonie. Nei Paesi nordici i cittadini accolgono la Pasqua festeggiando l’arrivo della Primavera. Essendo la maggioranza degli scandinavi di religione luterana il significato della Pasqua è minore. In Svezia e Finlandia il sabato precedente lai Pasqua si accendono falò di  notte in memoria di una antica tradizione medievale per scacciare le streghe dal proprio focolare domestico.

In Danimarca tutto si colora di giallo, in Olanda in casa si mettono fiori gialli e si appendono alle porte di casa corone decorate. In Russia il rito Pasquale incomincia a mezzanotte del sabato con una processione intorno le cattedrali. In casa le uova vengono colorate di rosso simbolo di nuova vita ottenuta mediante il sacrificio del Cristo, mentre in Polonia, Ungheria e Repubblica Ceca durante la Pasqua i giovani, per un antico rito di fertilità, spruzzano le ragazze con acqua di sorgente. La Pasqua è quindi celebrata in Europa in maniera differente, per alcuni è la festa della primavera, per altri è quella delle uova di cioccolato con sorpresa o delle colombe dolci, ma per tutti deve essere  principalmente una festa di vita, di speranza e di pace.

 

Giancarlo Cocco

Foto © Catholic Herald

Articolo precedenteUe: le criticità nei rapporti con la Turchia e con la Russia
Articolo successivoThomas Bernhard: la matematica del caos
Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

LASCIA UN COMMENTO

Per favore inserisci il tuo commento!
Per favore inserisci il tuo nome qui