Per la Carta sociale europea si riparte da Torino

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A ottobre la conferenza sul sistema di norme giuridiche che si richiamano al Trattato del 1961 come strumento a favore dell’occupazione e dell’inclusione sociale

Una Conferenza di alto livello per i diritti sociali: il Consiglio d’Europa, nel quadro della Presidenza italiana dell’Unione europea, in collaborazione con la Città di Torino, organizza un evento sulla Carta sociale europea, vera e propria costituzione sociale dell’Europa, il 17 e 18 ottobre al Teatro Regio del capoluogo piemontese. L’obiettivo principale sarà quello di riunire chi decide in tutto il Vecchio Continente (nel Consiglio d’Europa, infatti, sono 47 i Paesi membri) in modo da affermare la rilevanza dei diritti sociali nelle fasi di crisi.

La Carta costituisce un sistema di norme giuridiche che contribuiscono a garantire la riduzione di tensioni economiche e sociali, facilitando la realizzazione di uno sviluppo sostenibile e solidale negli Stati contraenti. E’ un trattato del Consiglio d’Europa, firmato a Torino proprio il 18 ottobre del 1961 ed entrato in vigore nel 1965, che garantisce 19 diritti economici e sociali fondamentali. In particolare quelli della vita quotidiana: la casa, la salute, l’istruzione, il lavoro, la tutela giuridica e sociale, la circolazione delle persone, la non discriminazione. I contenuti della Carta sono stati arricchiti con una versione riveduta nel 1996.

Il Comitato europeo dei Diritti sociali controlla il rispetto da parte degli Stati degli obblighi previsti dalla Carta e opera nel quadro di due procedure: i rapporti nazionali e i reclami collettivi. Questi ultimi sono stati autorizzati da un Protocollo addizionale, firmato nel 1995 e valido dal 1998, grazie al quale possono segnalare al Comitato violazioni della Carta le organizzazioni sindacali nazionali e internazionali, quelle dei datori di lavoro e anche le organizzazioni non governative.

Fra i temi principali in discussione a Torino il prossimo ottobre: le sinergie tra il diritto dell’Unione europea e la Carta Sociale europea; il contributo della procedura dei reclami collettivi della Carta sociale al rispetto dei diritti sociali in Europa; le misure di austerità nella fase di crisi: l’impatto sui diritti sociali, la partecipazione dei cittadini e il contributo della Carta sociale europea all’uscita dalla crisi.

Per Gabriella Battaini Dragoni, Vice-Segretaria Generale del Consiglio d’Europa, «i diritti sociali ed economici garantiti dalla Carta sociale europea sono diritti fondamentali paralleli e complementari ai diritti civili e politici sanciti dalla Convenzione europea dei diritti dell’uomo. Nel clima attuale di evidente deficit nella tutela dei diritti socio-economici su scala continentale, come sottolineato nel recente rapporto sui diritti umani del Segretario Generale del Consiglio d’Europa, la Carta rappresenta una garanzia imprescindibile per la difesa del modello sociale europeo e per la salvaguardia dell’esercizio della democrazia in Europa».

«Il continente europeo ha conosciuto anni difficili sotto il profilo dei livelli occupazionali e delle politiche sociali» – dichiara il Ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Giuliano Poletti, a nome del Governo italiano – «con un aumento delle situazioni di povertà ed esclusione, suscettibili di mettere a repentaglio la tenuta sociale dei nostri Paesi. La risposta non può consistere solo nel perseguimento delle pur necessarie riforme strutturali, ma richiede anche che, accanto alla stabilità finanziaria e di bilancio, la crescita e l’occupazione siano al centro dei nostri pensieri e soprattutto delle nostre azioni per perseguire politiche macroeconomiche integrate che favoriscano l’impiego e l’inclusione sociale di tutti, a partire dai giovani, dalle donne e dalle categorie svantaggiate».

Giovanni De Negri

© 2014 Consiglio d’Europa

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Giovanni De Negri
Giornalista professionista ed esperto di comunicazione ha iniziato come conduttore in alcune emittenti televisive locali per poi passare a ogni altro genere di media: quotidiani, periodici, radio, web. Ha alternato l’intensa attività giornalistica con quella di amministratore di società e di docente, a contratto titolare di insegnamento o come cultore della materia, presso Università pubbliche e private, italiane e straniere, per l’Esercito e per la Scuola superiore dell’economia e delle finanze. Ha inoltre lavorato presso Uffici stampa della P.A. (Palazzo Chigi, Regione Lazio e Comune di Roma) e realizzato eventi/convegni presso la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)

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