Piano Juncker: l’Italia contribuisce con 8 miliardi di euro

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Il ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan: «soddisfazione per investimenti aggiuntivi della Cassa depositi e prestiti»

A poco meno di 100 giorni dall’annuncio di un piano di investimenti per l’Europa ambizioso per promuovere l’occupazione e la crescita, l’Italia ha annunciato che contribuirà nella misura di 8 miliardi di euro a progetti che beneficiano di finanziamenti da parte del Fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), l’elemento chiave del piano di investimenti da 315 miliardi di euro per l’Europa. I contributi saranno versati tramite la Banca nazionale di promozione italiana, ovvero la Cassa depositi e prestiti (CDP), una società per azioni a controllo pubblico che gestisce una parte consistente del risparmio nazionale.  L’Italia è così il quarto Paese che contribuisce al piano, ancor prima che il Fondo europeo per gli investimenti strategici sia stato formalmente istituito.

Pietro Carlo Padoan, 1st from the right, and Frans Timmermans, on the leftIl ministro dell’Economia e delle Finanze italiano Pietro Carlo Padoan ha salutato con soddisfazione la decisione della CDP di contribuire al Piano Juncker investendo 8 miliardi di euro su diverse iniziative, articolate nei settori previsti dal Piano stesso e in particolare per favorire il credito alle Pmi, la Digital economy, il sistema delle infrastrutture di trasporto e dell’energia. Padoan il giorno precedente (9/3) era stato ricevuto dal Primo Vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans negli uffici comunitari a Bruxelles per una visita ufficiale. Chissà se per anticipare anche le informazioni comunicate ieri.

Si tratta di progetti che richiedono investimenti per oltre 20 miliardi di euro e che, oltre al contributo finanziario di Cassa Depositi e Prestiti, dovranno beneficiare anche dell’intervento di privati e del cofinanziamento della Banca Europea degli Investimenti (BEI), oltre alle garanzie offerte dalla stessa BEI garantiti dal Fondo Europeo per gli Investimenti Strategici (FEIS), soggette alla valutazione degli organi che verranno preposti alle opportune verifiche.

Dimitris AvramopoulosQuesti progetti sono caratterizzati da un livello di rischio superiore rispetto a quelli finora finanziati dalla BEI, e potrebbero avere difficoltà a essere finanziati al di fuori del Piano Juncker. Presentano, quindi, la qualità di addizionalità richiesta per attivare le garanzie del FEIS. Sono i primi progetti emersi dalle attività in corso che coinvolgono il ministero dell’Economia, gli altri Ministeri competenti, con il supporto tecnico della CDP. La Cassa e la Bei, con il coordinamento del ministero, stanno lavorando per costituire un advisory hub nazionale, in linea con le previsioni del Regolamento del FEIS, per facilitare la presentazione di progetti al Comitato Investimenti del Fondo stesso.

Le Banche nazionali di promozione svolgono un ruolo cruciale nel fare ripartire gli investimenti in Europa:  possiedono infatti le competenze necessarie per attuare il piano di investimenti garantendo l’uso più efficiente delle risorse pubbliche. L’Italia è il quarto paese ad annunciare un contributo erogato tramite la propria banca di promozione nazionale: la Germania aveva annunciato in febbraio che contribuirà con 8 miliardi di euro al piano di investimento tramite la Kreditanstalt für Wiederaufbau (KfW); sempre in febbraio, la Spagna aveva annunciato un contributo pari a 1,5 miliardi di euro attraverso l’Instituto de Crédito Oficial (ICO), mentre venerdì scorso la Francia ha annunciato un impegno di 8 miliardi di euro attraverso Caisse des Dépôts (CDC) e Bpifrance (BPI).

Jyrki KatainenJyrki Katainen, vicepresidente della Commissione europea responsabile per l’occupazione, la crescita, gli investimenti e la competitività, è intervenuto dichiarando che «il calcio d’inizio è stato dato! L’Italia è il quarto Stato membro che stanzia un contributo importante per il nostro piano di investimenti per l’Europa. Sono lieto di constatare che gli Stati membri stanziano il proprio denaro a sostegno di quello in cui credono, aiutandoci a ricavare il massimo dal nostro piano e a creare posti di lavoro e crescita stabile in Europa».

La Commissione sta mettendo a punto un approccio basato su tre pilastri per realizzare il Piano Juncker: le riforme strutturali per riportare l’Europa su un nuovo percorso di crescita; la responsabilità di bilancio per ripristinare la solidità delle finanze pubbliche e cementare la stabilità finanziaria; gli investimenti per rilanciare la crescita e mantenerla nel tempo. Il piano di investimenti per l’Europa è al centro di tale strategia.

 

Giovanni De Negri

Foto © European Commission 2015

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Giovanni De Negri
Giornalista professionista ed esperto di comunicazione ha iniziato come conduttore in alcune emittenti televisive locali per poi passare a ogni altro genere di media: quotidiani, periodici, radio, web. Ha alternato l’intensa attività giornalistica con quella di amministratore di società e di docente, a contratto titolare di insegnamento o come cultore della materia, presso Università pubbliche e private, italiane e straniere, per l’Esercito e per la Scuola superiore dell’economia e delle finanze. Ha inoltre lavorato presso Uffici stampa della P.A. (Palazzo Chigi, Regione Lazio e Comune di Roma) e realizzato eventi/convegni presso la Camera dei Deputati, il Senato della Repubblica, la Presidenza del Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro (CNEL)

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