Il protezionismo di Donald Trump provoca le dimissioni di Gary Cohn, capo consigliere economico e convinto sostenitore del libero mercato
Il libero mercato sembrava ormai un principio acquisito. I dazi contro acciaio e alluminio annunciati dal Presidente Trump ribaltano la situazione, provocando una spaccatura fra i fautori del provvedimento e coloro che si dicono assolutamente contrari. Fra questi ultimi Gary Cohn, capo-consigliere economico dello stesso Trump, il quale ha rassegnato le dimissioni. Una mossa che aveva già meditato in occasione delle manifestazioni in favore del suprematismo bianco di Charlottesville, mai apertamente stigmatizzate dal Presidente.
Nazionalismo e protezionismo tornano prepotentemente alla ribalta, con buona pace di chi credeva tali termini definitivamente tramontati. Il pericolo di innescare guerre commerciali dalle conseguenze imprevedibili è dietro l’angolo. Lo stesso Trump ha ostentato toni duri nei confronti dell’Europa, accusata di aver reso difficili le relazioni economiche. La minaccia di imporre una tassazione dura sulle auto europee la dice lunga riguardo il clima teso e poco conciliante fra le parti in causa.
In assenza di una marcia indietro al riguardo, la Ue sta valutando la possibilità di applicare contro dazi del 25% su beni di consumo come jeans e whiskey, senza dimenticare un marchio storico dell’industria motociclistica statunitense nonché un simbolo del Paese quale Harley Davidson.
Una escalation che preoccupa confindustria. La Vice Presidente Licia Mattioli si dice allarmata dal ripiegamento protezionistico, definendolo come un “grave errore”.
La strategia di Trump va letta forse nell’ottica delle elezioni di midterm. Il Presidente cerca di riproporre con determinazione la propria politica nazionalista, cercando di eclissare gli scandali e le inchieste, in particolare il Russiagate, che hanno caratterizzato la prima parte del suo mandato.
Comunque stiano le cose, il mondo sembra tornare indietro a scenari che credevamo eclissati per sempre, e che invece annunciano nuove e preoccupanti tensioni a livello internazionale.
Riccardo Cenci
Foto © European Union