Presentato il programma del Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano

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Giunta alla sua quarantesima edizione, la manifestazione creata da Hans Werner Henze è più viva che mai

Dopo quarant’anni l’utopia artistica creata dal compositore tedesco Hans Werner Henze è ancora viva e attuale. Nonostante la scomparsa del suo ideatore infatti il Cantiere Internazionale d’Arte di Montepulciano continua a proporre la sua formula unica al mondo, ancora giovane e fresca come quando vide la luce, nell’ormai lontano 1976. Un luogo dove professionisti e non, artisti affermati e giovani promesse collaborano fianco a fianco alle medesime condizioni economiche, ovverosia in maniera totalmente gratuita se si eccettua l’ospitalità e un contributo per gli spostamenti, al di fuori di ogni logica da star system. Un ambiente la cui vocazione didattica impegna ben 1.000 allievi in un territorio che conta circa 15.000 abitanti, un dato significativo che ci parla di una particolare attenzione riservata alla cultura, intesa quale strumento di sviluppo imprescindibile.

Budget ridottissimi e una qualità artistica sempre alta caratterizzano le produzioni del Cantiere. Appena 350.000 euro investiti quest’anno dal Comune a fronte di un cartellone che, dall’11 luglio al 1 agosto, propone ben 52 alzate di sipario con un’offerta eterogenea e accattivante sul tema Terra, guerra e pace. Un programma che vuole spingere alla riflessione riguardo il dualismo fra bellezza e orrore che caratterizza il mondo in cui viviamo.

40_Cantiere_conferenza stampaLa terra ad esempio è quella dove venne ucciso Pasolini, al quale viene dedicata un’opera lirica in un atto commissionata dal Cantiere a Stefano Taglietti su libretto di Carlo Pasquini. Idroscalo Pasolini, in scena al Teatro Poliziano il 17 e il 19 luglio, propone una drammaturgia peculiare, portando in scena cinque attori che incarnano altrettanti personaggi scaturiti dall’immaginario del grande regista e scrittore, il quale aleggia sull’azione come una presenza invisibile ma costante. La terra è ancora quella del Kurdistan, Un Paese che non c’è, come recita il titolo dello spettacolo multidisciplinare in scena il 31 luglio e dedicato al popolo curdo.

Concerto di apertura pensato per ricordare il centenario della Grande Guerra, con la Banda Musicale dell’Aeronautica Militare ad eseguire, fra gli altri, un pezzo composto dal suo direttore Patrizio Esposito. Ancora riflessioni sulla nostra storia recente nello spettacolo dedicato al 70 anniversario della Liberazione, ispirato ad alcuni testi legati al territorio fra i quali spicca Guerra in Valdorcia di Iris Origo. Musica e recitazione si fondono per rievocare un’epoca tormentata ma anche punteggiata da toccanti episodi umani, forieri di speranza.

Ancora teatro musicale con La finta semplice (24 e 26 luglio), partitura di un Mozart giovanissimo affrontata per la prima volta dal maestro Roland Böer alla guida del Royal Northern College of Music di Manchester, compagine ormai di casa al Cantiere. Immancabile un omaggio a Henze con El Cimarrón (28 luglio), caposaldo della sua vasta produzione che si avvale della regia di Michael Kerstan, presidente della Fondazione intitolata appunto al compositore tedesco.

Particolarmente ricca la programmazione da camera e sinfonica. In particolare si segnala il concerto di chiusura del primo agosto, che vedrà alternarsi sul podio ben tre direttori d’orchestra. Oltre al già citato Böer ci saranno Markus Stenz, impegnato in un brano di Detlev Glanert in prima italiana, e Jan Latham-Koenig, il quale eseguirà la Suite tratta dall’opera Guerra e pace di Prokofiev, anche questa mai eseguita nel nostro Paese.

Una moltitudine di iniziative e collaborazioni completano un quadro di grande impatto culturale. Citiamo ad esempio il progetto portato avanti in sinergia dal Dipartimento delle Arti dell’Università di Bologna e dall’Istituto di Musica Henze, incentrato sull’opera didattica Pollicino, e ancora il ciclo di incontri dedicato ad approfondire il lascito dello stesso Henze. Citiamo poi il grande piano di restauri degli organi presenti sul territorio, in vista del loro impiego nei programmi del Cantiere.

Infine segnaliamo la mostra Dalla macchia al Decadentismo, ospitata nella Pinacoteca Crociati del Museo Civico fino al primo novembre, un’occasione per approfondire una stagione importante nelle arti figurative italiane tramite opere poco note, provenienti dai collezionisti legati alla terra del Poliziano. Accanto a questa esposizione vengono presentati per la prima volta al pubblico i dipinti della collezione privata di Henze, una maniera per indagare un lato della sua sensibilità ancora poco noto.

Riccardo Cenci

 

www.fondazionecantiere.it

www.macchiaioli-montepulciano.it

 

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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