Matteo Renzi all’assemblea di Confcommercio: l’Iva non salirà

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Applausi ma anche contestazioni per il Premier, che sul bonus degli 80 euro dichiara: «Rispetto per chi li ritiene una mancia elettorale, ma io sono contento di averli dati»

Roma. Assemblea di Confcommercio animata quella svoltasi  presso l’Auditorium di via della Conciliazione. Il Presidente Sangalli, parlando ai commercianti e alle massime autorità istituzionali presenti –oltre al presidente del Consiglio Renzi, c’erano il presidente della Camera Boldrini, il ministro Alfano, l’on. Sandro Gozi, la Camusso, solo per citarne alcuni – ha ricordato che la categoria da tempo propone una «profonda riforma fiscale» in particolare dell’Irpef, con poche aliquote e l’introduzione di una “No tax area” uguale per tutti i lavoratori sia dipendenti che autonomi.

«Non capiamo – ha detto Sangalli – come mai il nostro Paese  debba rimanere il secondo in Europa per prelievo sul reddito delle persone e il terzo per quello sulle imprese», ricordando ai politici che «negli ultimi sette anni nei centri storici delle medie città italiane, per la crisi, si è assistito a una forte riduzione dei negozi tradizionali» e ha auspicato che si agisca «sulle tariffe Inail e sui contributi Inps che costano alle imprese del terziario oltre due miliardi in più del dovuto».

È poi intervenuto il Presidente Renzi che è stato applaudito e in parte fischiato quando ha detto che l’Iva non aumenterà, e ha citato il bonus degli 80 euro. «Grandissimo rispetto per chi ritiene gli 80 euro una mancia elettorale sono contento di averli dati – ha detto il Presidente del Consiglio – È una valutazione che rispetto. Che non fossero apprezzati da voi – ha continuato – lo sapevamo da tempo … ma la politica deve essere con la P maiuscola». A chi chiedeva a gran voce  dalla platea il taglio degli stipendi ai parlamentari, Renzi ha rivelato che, da Presidente del Consiglio, percepisce 5.000 euro netti al mese.

Per l’occasione l’Ufficio Studi di Confcommercio ha presentato un’interessante ricerca dalla quale risulta che ci sono segnali positivi di ripresa ma sono  fragili. Il mercato interno, per la recessione, dal 2007 ad oggi, ha subito pesanti contraccolpi. Il reddito delle famiglie si è ridotto di oltre il 10 per cento.

Negli anni della recessione – si legge nella ricerca – sono andati distrutti oltre un milione e 800 mila posti di lavoro e solo nell’area di Confcommercio la base occupazionale ha avuto una contrazione di oltre 290mila unità nel periodo 2008-2014, cosa che comunque è avvenuta anche in molti Paesi dell’Ue. Per concludere, se nel 2014 – rileva l’Ufficio Studi – l’Italia avesse avuto la stessa pressione fiscale della Germania, questo avrebbe significato circa 66 miliardi di minore prelievo fiscale, vale a dire 23 miliardi in meno di Irpef e altrettanti di imposte indirette, nonché 20 miliardi in  meno di carico contributivo su imprese e lavoratori.

 

 

Giancarlo Cocco

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Giancarlo Cocco
Laureato in Scienze Sociali ad indirizzo psicologico opera da oltre trenta anni come operatore della comunicazione. Ha iniziato la sua attività giornalistica presso l’area Comunicazione di Telecom Italia monitorando i summit europei, vanta collaborazioni con articoli sul mensile di Esperienza organo dell’associazione Seniores d’Azienda, è inserito nella redazione di News Continuare insieme dei Seniores di Telecom Italia ed è titolare della rubrica “Europa”, collabora con il mensile 50ePiù ed è accreditato per conto di questa rivista presso la Sala stampa Vaticana, l’ufficio stampa del Parlamento europeo e l’ufficio stampa del Ministero degli Affari Esteri. Dal 2010 è corrispondente da Roma del quotidiano on-line delle Marche Picusonline.

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