Richiamo dell’ambasciatore francese, tra Paesi Ue è la 3a volta

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Prima assoluta tra Stati fondatori. Intanto il segretario di Stato Usa chiederà compattezza su Venezuela, Iran e Russia all’Unione europea incontrando l’Alto rappresentante Mogherini

Il richiamo dell’ambasciatore è un passo raro nei rapporti fra Stati membri dell’Unione europea. Dopo il richiamo dell’ambasciatore francese Christian Masset a Roma, è la terza volta che tra Paesi appartenenti all’Ue avviene, addirittura prima in assoluto fra fondatori delle prime Comunità europee. Noi di Eurocomunicazione non vogliamo assolutamente dare giudizi o fare commenti su ciò che è avvenuto negli scorsi mesi, motivo per cui non elenchiamo l’escalation avvenuta a livello politico, tanto ognuno dei lettori si sarà fatto un’idea delle rispettive posizioni.

La visita del premier italiano Conte a Parigi dal presidente francese Macron

I precedenti a livello continentale sono comunque abbastanza (e altrettanto) recenti: nel febbraio del 2016 il governo di Atene richiamò il suo ambasciatore a Vienna perché l’Austria aveva organizzato un incontro sulla crisi dei migranti convocando diversi Paesi balcanici, ma non la Grecia dove avvenivano per lo più gli sbarchi; nell’agosto 2017 l’Ungheria richiamò il suo ambasciatore all’Aja dopo che l’ambasciatore uscente dei Paesi Bassi a Budapest aveva duramente criticato in un’intervista il primo ministro magiaro Viktor Orban.

Imbarazzo fra le forze politiche europee, in particolare nei Verdi, dove vige una leadership franco-italiana. «Siamo molto rammaricati per l’escalation di toni e di azioni tra il governo italiano e quello francese»: lo dichiarano in una nota Monica Frassoni, co-presidente del Partito Verde Europeo, e Yannick Jadot, eurodeputato e capolista dei Verdi francesi. «Consideriamo» – prosegue la nota – «gli attacchi di importanti rappresentanti del governo italiano come profondamente divisori e non adeguati all’amicizia e alle relazioni intense e profonde dei nostri due popoli. Ci rammarichiamo per l’atteggiamento spesso non cooperativo del governo francese su questioni chiave come l’immigrazione».

I co-presidenti del Partito Verde Europeo, Monica Frassoni e Yannick Jadot

«I Verdi sono convinti che solo se i popoli francese e italiano sono impegnati e motivati a lavorare insieme e con gli altri europei sarà possibile affrontare le difficilissime sfide che ci attendono, i cambiamenti climatici, le minacce alla democrazia, le disuguaglianze sociali. Noi siamo oggi più uniti nell’impegno per la costruzione di una nuova Europa aperta e sostenibile. Nessuna crisi diplomatica o manovra elettorale ci distoglierà dal perseguire questo obiettivo comune», concludono Frassoni e Jadot.

Nel frattempo, mentre tra Stati europei le frizioni sono sempre all’ordine del giorno, il segretario di Stato Usa, Mike (Michael) Pompeo, si prepara per venire in Europa, a Bruxelles, per discutere della grandi crisi mondiali che attanagliano il resto del mondo e per chiedere compattezza. In particolare sarà il Venezuela il primo argomento che affronterà con l’Alto rappresentante dell’Unione europea per gli affari esteri, Federica Mogherini, il prossimo 15 febbraio, come riportato dal portavoce del Dipartimento di Stato, Robert Palladino. Chiaro è il sostegno che il presidente dell’Assemblea nazionale Juan Guaidó ha ricevuto dagli Stati Uniti e dalla maggior parte degli Stati membri dell’Unione europea, mentre l’Italia ha posto il veto su un documento comune contro Maduro. Il Parlamento europeo si è espresso, ora Pompeo ne parlerà con la Mogherini, oltre ad affrontare le minacce poste da Iran e Russia per il cosiddetto “Occidente”.

L’incontro tra Péter Szijjártó e Mike Pompeo lo scorso anno a Washington

Si tratterà dell’ultima tappa di un viaggio che porterà il segretario di Stato Usa in visita in diversi Paesi dell’Europa orientale, dall’11 al 15 febbraio. Pompeo l’11 febbraio arriverà a Budapest, dove incontrerà il primo ministro Viktor Orban, il ministro degli Esteri Péter Szijjártó, il ministro della Difesa Rene Benko per discutere una serie di questioni nelle relazioni bilaterali Usa-Ungheria, tra cui la cooperazione per la difesa, l’energia e la sicurezza regionale, il supporto per l’Ucraina, il contrasto all’influenza russa e cinese e il rafforzamento dell’alleanza occidentale. Il segretario incontrerà anche i vertici della società civile.

Il 12 febbraio Pompeo arriverà a Bratislava, dove incontrerà il presidente Andrej Kiska, il primo ministro Peter Pellegrini e il ministro degli Esteri Miroslav Lajcak per discutere delle relazioni di sicurezza tra Stati Uniti e Slovacchia, il ruolo di quest’ultimo Paese come presidente in carica dell’Osce, e questioni regionali e globali. Il segretario di Stato visiterà il memoriale della Porta della Libertà, dove morirono piuersone che tentarono di fuggire dalla Cecoslovacchia comunista alla libertà in Austria tra il 1948 e il 1989 e terrà un discorso con gli studenti sulla libertà democratica occidentale e il trionfo
sul comunismo 30 anni fa.

Mike Pompeo e Federica Mogherini nella precedente visita all’Alto rappresentante

In seguito Pompeo viaggerà a Varsavia, dove incontrerà il ministro degli Esteri Jacek Czaputowicz per discutere questioni di sicurezza ed energia, basandosi sulle forti relazioni tra Stati Uniti e Polonia. A Varsavia, gli Stati Uniti ospiteranno, insieme alla Polonia, il “ministero per la promozione di un futuro di pace e sicurezza in Medio Oriente”. Il segretario Pompeo si recherà quindi a Bruxelles dove incontrerà l’Alto rappresentante dell’Ue per la politica estera e di sicurezza Federica Mogherini per discutere della cooperazione Usa-Ue su una serie di questioni chiave.

 

Claudia Lechner

Foto © Ambasciata di Francia in Italia, European Green Party, Budapest Business Journal, European Union

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