Notevole il contributo dell’Italia: due italiani alla guida della missione, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo. E tre strumenti su undici, a bordo di Rosetta, “made in Italy”
«Confermiamo che il lander è sulla superficie della cometa». A parlare è Andrea Accomazzo, responsabile delle operazioni della missione Rosetta. Sono da poco trascorse le 21 e l’annuncio di Accomazzo finalmente spezza la tensione di ore e corona con un successo il lavoro di anni. Durante la mattinata, infatti, alcuni problemi tecnici avevano fatto temere che qualcosa potesse andare storto e invece tutto è andato come previsto.
Il lander Philae è riuscito ad ancorarsi «saldamente» al nucleo della cometa 67/P Churyumov-Gersimenko con un atterraggio «delicato e dolce», l’antenna è risultata rivolta correttamente verso l’alto e il lander ha iniziato a mandare segnali alla Terra. Il centro di controllo dell’Esa a Darmstadt festeggia il successo dell’operazione: «Siamo sulla cometa e ci resteremo» dichiarano orgogliosi i responsabili delle operazioni.
L’annuncio passa ancher per twitter, accompagnato da un video che resituisce l’emozione e la soddisfazione di quei momenti.
“We’re are on the comet!” #cometlanding https://t.co/c6xIWJp0TR
— ESA (@esa) 12 Novembre 2014
Anche il Presidente del Consiglio, Matteo Renzi, commenta il successo della missione su twitter:
È un giorno storico,dobbiamo essere orgogliosi che la tecnologia italiana abbia contribuito a portare @ESA_Rosetta fin laggiù #CometLanding
— Matteo Renzi (@matteorenzi) 12 Novembre 2014
Stiamo parlando, infatti, di una delle missioni più complesse della storia dell’esplorazione spaziale. Gli studi dell’ESA (Agenzia spaziale europea) sono iniziati ben vent’anni fa e dal marzo del 2004 Rosetta ha iniziato il suo viaggio in direzione della cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
«È il successo di un’attività sostanzialmente europea – ha commentato Roberto Battiston, presidente dell’Agenzia spaziale italiana ai microfoni di Radio24 – Questo per noi è un motivo d’orgoglio moltiplicato perché testimonia il valore delle tecnologie italiane, francesi, tedesche, europee».
Un succeso che parla anche italiano, vorremmo aggiungere. Perché in questo straordinario lavoro di gruppo il contributo del nostro Paese è stato notevole: iniziando dai due ricercatori alla guida della missione, Paolo Ferri e Andrea Accomazzo, passando per il project manager, Bruno Gardini, e il responsabile scientifico del “Rosetta Lander Imaging System”, Stefano Mottola.
Senza dimenticare che tre degli strumenti a bordo di Rosetta sono “made in Italy”: l’analizzatore di pulviscolo Giada, (Università Parthenope di Napoli), lo spettromentro a infrarossi Virtis dell IAPS-INAF (frutto della collaborazione tra l’INAF-IAPS di Roma), e la fotocamera di Osiris (Università di Padova). Nel lander Philae, invece, sono italiani il trapano SD2 e i pannelli solari.
Ora il lander sta lavorando all’aquisizione dei dati: nelle prossime ore sono attesi maggiori dettagli e le prime immagini della cometa.
Valentina Ferraro
Foto © ESA