Sale la tensione fra Mosca e Ankara in seguito all’abbattimento del Sukhoi russo

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Nel frattempo si riaccende la guerra del gas: Gazprom taglia le forniture all’Ucraina. Possibili conseguenze anche in Europa.

Si complica sempre di più la situazione nello scacchiere mediorientale. L’abbattimento del Sukhoi Su-24 russo da parte della Turchia è il risultato di un’escalation pericolosa. Troppi gli attori presenti nell’area, ognuno con i propri obiettivi più o meno espliciti. Obama ha prontamente dichiarato che la Turchia ha diritto di difendersi, anche se in realtà nessuno l’ha attaccata. Una affermazione in linea con l’ottica solidaristica della Nato, anche se la politica di Ankara è oltremodo ambigua. L’accusa rivolta da molti alla Turchia è quella di sostenere l’Isis in maniera occulta, e di aver approfittato della situazione per liquidare lo storico nemico curdo, schierato sul campo contro lo Stato Islamico.

Riguardo la politica di Mosca è certo che, negli ultimi tempi, sta adottando con sempre maggiore frequenza una strategia della provocazione. E’ accaduto ripetutamente negli spazi aerei internazionali del Nord Europa. Azioni che, fino a poco fa, erano legate alla guerra in Ucraina, e alla necessità di mostrare i muscoli di fronte alle sanzioni e all’opposizione della UE e degli Stati Uniti. Sfoggi di potenza che, finora, non si erano tradotti in incidenti concreti. Calato momentaneamente il sipario sullo scenario est europeo, l’attenzione si è spostata sul medioriente. E’ accaduto adesso quanto si poteva temere. Già la Turchia aveva deplorato i bombardamenti russi nel nord della Siria, facendo capire che non sarebbe rimasta a guardare. Ieri Vladimir Putin ha parlato di un atto che equivale ad una pugnalata alla schiena, annunciando tragiche conseguenze, pur escludendo un immediato uso della forza contro la Turchia.

Il medioriente è oggi una grande polveriera pronta ad esplodere. L’intervento del colosso russo ha messo in allarme i Paesi sunniti. Arabia Saudita e Turchia temono l’appoggio del Cremlino all’odiato Assad. Dopo aver osato un atto di estrema pericolosità, Ankara si rifugia dietro la Nato, come un bambino che abbia appena commesso un’imperdonabile marachella. E’ vero che numerosi erano stati gli avvertimenti all’aviazione russa nei giorni passati, ma è anche vero che la concreta azione di ostilità rischia di innescare una crisi senza precedenti. La Nato dal canto suo ribadisce il diritto della Turchia a difendere i propri confini, ma sottolinea la necessità di concentrare gli sforzi sul nemico comune, che dovrebbe essere esclusivamente lo Stato islamico. L’obiettivo dichiarato da Erdogan è invece quello di difendere le milizie turcomanne anti Assad, considerate da Mosca vicine al terrorismo islamico, contro gli attacchi dei Jet russi. Su queste basi un’intesa sembra davvero molto difficile.

gazprom.jpgNel frattempo si riaccende la guerra del gas. Gazprom annuncia di aver tagliato le forniture all’Ucraina. Una maniera per aumentare la pressione verso l’Europa, che potrebbe presto subire le conseguenze di questa situazione. Una risposta al sabotaggio delle linee elettriche della Crimea del 21 novembre scorso. Il tentativo di Kiev di sfuggire alla presa del potente vicino sembra dunque ancora al di là da venire.

L’intrico geopolitico è sempre più complicato. E’ importante che i potenti del mondo si rendano conto della gravità della situazione, trovando un terreno comune per combattere il terrorismo, senza arroccarsi sulla strenua difesa dei propri interessi economici. Dopo la fine del secondo conflitto mondiale, se si esclude la crisi dei missili a Cuba, mai il mondo è stato tanto vicino al baratro come ora. Occorre abbandonare i punti di vista particolaristici, individuando una strategia globale che scongiuri l’allargamento dei conflitti attualmente in essere, disegnando un futuro politico certo per i tormentati territori di Siria e Iraq.
Riccardo Cenci

foto in evidenza: © Alexander Mishin

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Riccardo Cenci
Riccardo Cenci. Laureato in Lingue e letterature straniere moderne ed in Lettere presso l’Università La Sapienza. Giornalista pubblicista, ha iniziato come critico nel campo della musica classica, per estendere in seguito la propria attività all’intero ambito culturale. Ha collaborato con numerosi quotidiani, periodici, radio e siti web. All’intensa attività giornalistica ha affiancato quella di docente e di scrittore. Ha pubblicato vari libri (raccolte di racconti e romanzi). Attualmente lavora come Dirigente presso l’Enpam.

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