Salvaguardare i diritti dei minori nell’Unione europea

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Pe: proteggere i bambini nei casi di custodia parentale transfrontalieri. Tra le priorità: evitare di separare fratelli e sorelle e chiudere rapidamente le controversie

La custodia dei figli è, da sempre, un argomento estremamente delicato e lo è ancora di più quando si ha a che fare con casi transfrontalieri.
Gli interessi dei minori dovrebbero essere sempre al primo posto e le controversie legali dovrebbero tener conto in primo luogo di ciò che è meglio per i bambini. In questi casi tuttavia il condizionale è d’obbligo perché ancora oggi troppo spesso ci si trova di fronte a situazioni in cui il bene dei più piccoli finisce per passare in secondo piano, soprattutto nei casi in cui i Paesi membri interessati dalle controversie non riescono a trovare un accordo sulla custodia parentale o nei casi di adozione.

È proprio in questo contesto che si colloca la risoluzione avanzata in questi giorni dal Parlamento europeo. A presentarla, Cecilia Wikström,

Cecilia Wikström
Cecilia Wikström

presidente della commissione per le petizioni del Parlamento europeo, che ha voluto dar seguito alle centinaia di petizioni ricevute che avevano per oggetto proprio dei casi comunitari riguardanti l’infanzia. «Vi è la necessità – ha spiegato   la commissaria – di una maggiore cooperazione in materia di diritto di famiglia con aspetti transfrontalieri. Il nostro obiettivo non è quello di imporre una visione unica di come gestire i conflitti familiari o affrontare i problemi dei bambini, ma di garantire che la libertà delle persone all’interno dell’Unione funzioni anche quando è collegata a questioni di famiglia».

Il regolamento attualmente in vigore all’interno dell’Ue in materia di diritto di famiglia, il cosiddetto Bruxelles II, presenta infatti delle lacune. Anche attraverso questa risoluzione gli eurodeputati hanno voluto esprimere l’urgente necessità di procedere a una revisione del testo.
Quando si parla di casi transnazionali ci si può trovare di fronte a circostanze di diverso tipo: dalla sottrazione di minore, alla contesa fra genitori di diversa nazionalità per il loro affidamento, fino al trasferimento forzato del bambino in un altro Paese dell’Ue. Il Parlamento europeo chiede dunque che, in tutti questi casi, le controversie vengano risolte nel più breve tempo possibile, magari istituendo sezioni specializzate nei tribunali civili.

Tutto questo mantenendo sempre come prioritaria la salvaguardia dei diritti dei bambini: e quindi la possibilità di mantenere un contatto costante con i genitori ed evitare in ogni modo la separazione di fratelli e sorelle.
Il Parlamento europeo ha inoltre sottolineato come sia importante, nell’ambito di controversie transfrontaliere che riguardano i minori, fare il possibile per garantire ai bambini la possibilità di mantenere un legame con le proprie origini culturali, a partire dalla lingua madre.

Valentina Ferraro
Foto © European Union

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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