Scontro sul Prosecco nel Regno Unito. La Brexit passa anche da qui…

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Qualche giorno fa l’articolo del “Guardian” contro le bollicine made in Italy, subito bollato da Martina come fake news. Ora il “Times” fa ammenda con un editoriale ironico e pungente

Quanti e quali saranno le conseguenze della Brexit? Chi ne farà le spese? Con quali regole si giocherà questa delicata partita? Queste e molte altre domande ronzano nella testa degli inglesi e di tutti i cittadini europei ormai da mesi, da quando, quel 23 giugno 2016, il popolo britannico ha deciso per il “Leave”.

È evidente che la questione non è soltanto eminentemente politica, ma si gioca in buona parte anche sul fronte commerciale. E non è un caso che, già con l’avvio delle trattative lo scorso giugno, il ministro britannico per la Brexit, David Davis, abbia subito sottolineato l’intenzione del Regno Unito di «lasciare il mercato unico e l’unione doganale».

Alla luce di questa situazione, e del clima che si respira attualmente in Gran Bretagna, si può forse leggere con più chiarezza il bizzarro articolo uscito sul Guardian qualche giorno fa, e tutte le ovvie polemiche che ha portato con sé.
Stiamo parlando del pezzo apparso sul quotidiano britannico a firma Zoe Williams in cui venivano elencati sei motivi per cui sarebbe bene evitare di bere Prosecco (consiglio valido soprattutto per le donne!). Secondo la giornalista, infatti, le bollicine made in Italy sarebbero dannose per la salute dei denti. Ad avvalorare la tesi, il dentista Mrvyn Druian, del London Centre for Cosmetic Dentistry, secondo cui la combinazione di alcol, anidride carbonica e zuccheri sarebbero una vera e propria rovina per denti e gengive.

Come è naturale, le reazioni dal Belpaese non hanno tardato ad arrivare, a colpi di tweet e dichiarazioni alla stampa. A partire dal ministro delle politiche agricole, Maurizio Martina cha ha cinguettato: «Caro Guardian, dì la verità: il Prosecco fa sorridere anche gli inglesi! Stop fake news grazie». Dura anche Coldiretti, che ha sottolineato come la Brexit abbia portato la Gran Bretagna a rafforzare «lo spirito protezionista». Secondo l’associazione, infatti, la strategia sarebbe piuttosto chiara: si tratterebbe infatti di «un tentativo maldestro per screditare il prosecco dopo che la Gran Bretagna è diventata nel 2016 il primo mercato mondiale di sbocco dello spumante italiano, con le bottiglie esportate che hanno fatto registrare un aumento record del 33% per un valore di 366 milioni di euro, mai registrato prima».
Più in generale, c’è da sottolineare che le esportazioni dei prodotti italiani del settore agroalimentare nel Regno Unito hanno fatto registrare 3,2 miliardi nel 2016. Il Prosecco, in particolare, ha davvero un gran successo fra i britannici, tanto da farne esportare 40 milioni di litri lo scorso anno.

La teoria della Coldiretti, dunque, non sembra affatto lontana dalla realtà. Ad avvalorarla, l’articolo uscito recentemente sul Times, ironico già nel titolo: “Antisecco”. Il giornale britannico prende decisamente le distanze da quanto scritto sul Guardian, giudicando poco astuta questa “strategia” di denigrare i prodotti stranieri. «Dobbiamo iniziare a perorare la causa che Puccini e Verdi non possono competere con Cliff Richard» si legge nell’editoriale.
Il messaggio è piuttosto chiaro: non saranno certo questi mezzi a rendere il Regno Unito più competitivo su scala internazionale. Soprattutto dopo la Brexit.

 

Valentina Ferraro
Foto © European Union; Creative Commons

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Valentina Ferraro
Laureata in letteratura contemporanea, ha lavorato per diversi anni come editor per una casa editrice romana, per poi avvicinarsi alla sua più grande passione: la scrittura, intesa come mezzo di comunicazione a 360 gradi. Ha iniziato scrivendo di cinema e cultura per diverse testate sia online che cartacee (fra queste, “Il quotidiano della Sera” e il settimanale “Il Punto”). Dopo il primo viaggio a Bruxelles, nel 2014, ha scoperto un forte interesse per l’Unione europea, iniziando così ad approfondire le tematiche relative all’Ue. La spiccata curiosità per l’universo della “comunicazione 2.0” l’ha portata a mettersi alla prova anche come blogger. Di recente la scrittura ha incontrato un’altra sua grande passione: l’enogastronomia.

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