La rivolta della modernità contro l’accademismo. A Monaco, Vienna, Praga, Roma: la creazione di una nuova concezione estetica
Prima ancora della ben nota Secessione Viennese, fu la Secessione di Monaco a scompaginare le carte del panorama artistico europeo. Fulcro di tale stravolgimento epocale la figura carismatica ed eclettica di Franz von Stuck. Insofferente alle costrizioni accademiche, questi forgia la propria ispirazione nella fucina del mito e della grecità classica, filtrandola attraverso una forte componente simbolista. Ne scaturisce un mondo di panica ebrezza, percorso da fremiti di trascinante sensualità, destinato ad annegare nel sanguinoso mattatoio della Grande Guerra. Eppure le premesse erano ben diverse. La rivista Jugend (da cui il movimento Jugendstil), ben definisce le coordinate di un entusiasmo giovanile volto a spazzar via ogni obsolescenza in campo artistico. Von Stuck ha il compito, insieme a un manipolo di artisti aggregatisi attorno alla sua personalità, di scardinare le certezze di una concezione estetica sclerotizzata. Il grande scrittore Hugo von Hofmannsthal ne esalta le doti, ponendolo al di sopra dello stesso Gustav Klimt; e certamente è indubbio l’influsso dell’artista bavarese sul suo più celebrato collega austriaco. Eppure la storia rovescerà tale giudizio.
Basta il nome di Klimt per evocare l’esperienza della Secessione Viennese, quell’esplosione artistica in grado di ridefinire il volto della capitale asburgica nella sua interezza. Un movimento ampiamente indagato, sovente al centro di ambiziosi progetti espositivi e oggetto di minuziosa attenzione critica. Diversa l’operazione messa in campo a Rovereto: indagare l’Onda della modernità attraverso i suoi quattro punti di irradiazione nevralgici. Alle già citate Monaco e Vienna si aggiungono allora Praga e Roma, in una sinergia dinamica che presenta numerosi punti di scambio e di tangenza. Al di là delle differenze geografiche e dei singoli tratti distintivi, una corrente sottile innerva i rinnovati canoni estetici e il dibattito attorno ad essi.
Nella bruma che avvolge i vicoli praghesi, l’espressione figurativa è indissolubile da quella letteraria. Non a caso Josef Váchal è non solo pittore, ma anche scrittore importante, che nel nostro Paese attende ancora una riscoperta. La sua peculiare ispirazione non sfugge le atmosfere occulte della Praga magica descritta da Ripellino, le ridde stregonesche e gli incubi espressionisti che abitano i suoi meandri labirintici. La sua ispirazione si incanala nel gruppo Sursum, nato nel 1910 con l’intento di riformare l’arte nazionale. Diverse le sensibilità che si esprimono al suo interno. Di Váchal si è già detto. Basti citare lo scultore Jaroslav Horejc, creatore dell’immagine del Golem in un famoso film del 1950, presente in mostra con una potente raffigurazione del mitico cantore Orfeo.
Atmosfere ben diverse contraddistinguono lo scenario romano, dove la Secessione si formò a ridosso del primo conflitto mondiale. In un ambito percorso dai fremiti nazionalisti rinchiusi nell’esperienza futurista e dalle opposte deviazioni verso una solidità formale di stampo passatista, la Secessione Romana si distingue per un atteggiamento vagamente aristocratico, lontano dall’ebrezza dei simbolismi nordici. L’esaltazione delle diversità e il rifiuto dell’omologazione danno vita ad un gruppo avanguardistico di stampo moderato, lontano dai proclami bellicosi di un Marinetti. Le derive divisioniste di Plinio Nomellini convivono ad esempio con l’arte algida, onirica e misteriosa di Felice Casorati, a sua volta non esente da suggestioni viennesi. Così il cerchio si chiude, dimostrando quanto importanti, ancorchè poco indagati, siano i contatti fra realtà solo apparentemente estranee, come l’aria secessionista abbia circolato impetuosa, investendo e plasmando l’intero ambito europeo.
Riccardo Cenci
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VON STUCK – KLIMT – VACHAL – CASORATI
SECESSIONI EUROPEE
Monaco, Vienna, Praga, Roma
L’ONDA DELLA MODERNITA’
Rovigo – Palazzo Roverella
23.09.2017 / 21.01.2018
www.palazzoroverella.com
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Immagini
In evidenza:
Carl Strathmann, Maria, 1897, olio su tela, Weimar, Kunstsammlung
In alto:
Gustav Klimt, Amiche I (Le sorelle), 1907, olio su tela © Klimt Foundation, Wien
Al centro:
Egon Schiele, Nudo con panno blu, acquerello su carta, 1914, Norimberga
In basso:
Thomas Theodor Heine, Die Blumen des Bösen, 1895. Prague, Academy of Fine Arts in Prague
Accanto ai dettagli mostra:
Wilhelm List, L’offerta ( il miracolo delle rose) , Collection du musèe des Beaux-Arts de Quimper