Spenta la graticola: si stringono i tempi per il voto di Strasburgo

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Dopo la bocciatura della slovena Alenka Bratusek, si spera in una rapida sostituzione per arrivare al voto il 22 ottobre

Seppur ancora fumante, si spegne per ora la graticola dell’Europarlamento rimasta accesa per nove giorni con 26 audizioni andate in onda per nove giorni in webstreaming mattina e pomeriggio per un totale di quasi 100 ore, e che ha visto sfilare davanti a tutte le commissioni parlamentari di merito i candidati designati alla squadra della Commissione Junker I.

Solo una “vittima” durante le tante grigliate, la candidata slovena Alenka Bratusek, destinata a una delle sette prestigiose vicepresidenze della Commissione europea con il portafoglio energetico, bocciata dai coordinatori delle commissioni parlamentari di competenza dopo la deludente audizione di lunedi 6 ottobre. Nello stesso giorno, l’italiana Federica Mogherini aveva invece passato con i massimi voti il suo esame assicurandosi il posto di vicepresidente e Alto rappresentante per la politica estera  e di difesa dell’Ue, titolo che lei stessa ha dichiarato preferire in occasione dell’audizione rispetto al più colloquiale Lady PESC.

Nessuna sorpresa, invece, per le audizioni più sensibili che alla vigilia erano state dichiarate a rischio “bruciatura”, come preannunciato ai media da molti eurodeputati, in particolare per le cariche con impatto economico. Il finlandese Jyrki Katainen e il lettone Valdis Dombrovskis o il francese Pierre Moscovici e il britannico Jonathan Hill. La “santa” coalizione fra popolari, socialisti e liberali sembra aver “tenuto botta” garantendo un pacchetto quasi perfetto ad eccezione dell’ex primo ministro sloveno, lasciata sola da destra  e sinistra.

La palla passa ora al governo sloveno che in queste ore sta cercando di nominare in fretta e furia la sostituta cercando di non rovinare i piani al Presidente designato Jean-Claude Junker, che aveva presentato lo scorso luglio dinnanzi al Parlamento europeo un programma “ambizioso” di rilancio economico, puntando entro tre mesi dal primo novembre a un pacchetto crescita di 300 miliardi di euro. Per il governo sloveno la scelta di un’altra donna sembra obbligata dato il numero minimo di nove da mantenere per eguagliare almeno la componente femminile della Commissione Barroso II. Dettaglio non da trascurare  nel rispetto dei diversi equilibri e sensibilità richiesti proprio dal Parlamento europeo, che non ha mai nascosto il vincolo di genere al via libera formale del nuovo esecutivo previsto per mercoledì 22 ottobre.

Juncker dovrà sperare in una rapida sostituzione dati i tempi stretti fino al voto a Strasburgo, in nemmeno due settimane, infatti, il nuovo candidato sloveno dovrà non solo rispondere alle domande scritte che i deputati avevano già posto alla collega bocciata ma prepararsi in vista dell’orale di almeno tre ore di botta e risposta che con ogni probabilità dovrebbe tenersi a poche ore dal voto all’intero Collegio, lunedì 20 ottobre. Fra i nomi che circolano in queste ore per rimpiazzare la Bratusek, in pole position il ministro per lo sviluppo Violeta Buc, Janez Potocnick, attuale commissario, o Tania Fajon, eurodeputata socialista. Per la graticola parlamentare, dunque, solo una pausa di qualche giorno prima dell’ultimo barbecue all’Europarlamento.

 

 

Andriko Mouapesi

Foto © European Community, 2014

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Andriko Mouapesi
Economista di formazione e giornalista iscritto dal 2005 all'elenco pubblicisti. Freelance per diversi media collabora attualmente con diverse testate online in particolare su EU affairs.

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